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giovedì 25 marzo 2021

I giorni di Dante

Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura,
ché la diritta via era smarrita. 
3

Ahi quanto a dir qual era è cosa dura
esta selva selvaggia e aspra e forte
che nel pensier rinova la paura! 
6

Tant’è amara che poco è più morte;
ma per trattar del ben ch’i’ vi trovai,
dirò de l’altre cose ch’i’ v’ ho scorte. 

Per me Dante è un po’ di casa, il parente scontroso, e spesso oscuro, che mi osservava dagli scaffali dello studio di mio padre. Il fumo delle sigarette rendeva la stanza un “altrove” casalingo, la concentrazione nell’analisi dei versi simile a una meditazione quotidiana, interrotta solo dal giro del cucchiaino nel caffè. Questo è Dante per me, giunta nel mezzo, e questo lavoro radiofonico (QUI▶️) l’ho dedicato a me (lo ammetto) e all’atmosfera in cui ho vissuto per tanti anni. E ora lo rispolvero per voi, con il mio abbraccio, in questo giorno di festa che cade nel calendario di una dannata pandemia che riporta a incertezze antiche.

                                                             (Inferno, paradiso o purgatorio?)
   


mercoledì 21 ottobre 2020

Enzo Mari con Lea Vergine


Con non altri che te 
è il colloquio. 

Non lunga tra due golfi di clamore 
va, tutta case, la via; 
ma l'apre d'un tratto uno squarcio 
ove irrompono sparuti monelli e forse il sole a primavera. 
Adesso dentro lei par sempre sera. 
Oltre anche piú s'abbuia, 
è cenere e fumo la via. 
Ma i volti i volti non so dire: 
ombra piú ombra di fatica e d'ira. 
A quella pena irride 
uno scatto di tacchi adolescenti, 
l'improvviso sgolarsi d'un duetto 
d'opera a un occorso capannello. 

E qui t'aspetto. 
(Vittorio Sereni, Via Scarlatti, da "Gli strumenti umani") 

Di una strada e di un amore. Trascrivo in memoria di Enzo Mari e Lea Vergine la poesia con cui si apre una delle più grandi, sconcertanti, raccolte poetiche del novecento dove l'umile e aristocratico si confondono in un unico sentire poetico. Qui la fatica, l'impotenza si riverberano nell' "essere" umano. E celebro, attraverso la notizia della loro scomparsa, quel sentimento nascosto e vergognoso, il mio, d'invidia. Per essersi aspettati e potersene andare insieme, sulla stessa strada e nelle stesse ore.

martedì 4 agosto 2020

Arcobaleni



Fu in una casa rossa:
la Casa Cantoniera.
Mi ci trovai una sera
di tenebra, e pareva scossa
la mente da un transitare
continuo come il mare.

Sentivo foglie secche,
nel buio, scricchiolare.
Attraversando le stecche
delle persiane, del mare
avevano la luminescenza
scheletri di luci rare.

Erano lampi erranti
d'ammotorati viandanti.
frusciavano in me l' idea
che fosse il passaggio d' Enea
(da "Il passaggio di Enea" di Giorgio Caproni)



In questi giorni di caldo torrido cerco di muovermi il meno possibile. Aspetto. Aspetto che qualcosa si manifesti.
L'arcobaleno sul ponte appena ricostruito a Genova, per esempio, un augurio, una preghiera laica, cosa meglio di un arcobaleno avrebbe potuto segnalare una rinascita?
Nel caldo ne appare un secondo, questa volta è un bimbo di otto anni. Siamo in spiaggia, in maremma, il piccolo cerca di fermare il padre che sta aggredendo un ragazzo senegalese.
E poi un terzo, a Roma, quando la sindaca si oppone fermamente alla costruzione di un museo sul fascismo.
Sono arcobaleni molto diversi, di una specie rara, ma come i "classici" fanno sognare, sperare in qualcosa di meglio. Per tutti noi. 


(colori nell'afa)





martedì 16 giugno 2020

Giulio Giorello



Dell’uom la prima colpa e del vietato
arbor ferale il malgustato frutto,
che l’Eden ci rapì, che fu di morte
e d’ogni male apportator nel mondo,
finchè un Uomo divin l’alto racquisto
fa del seggio beato e a noi lo rende,
canta, o Musa del ciel; tu che del Sina
dell’Orebbe in sul romito giogo
inspirasti il pastor che primo instrusse
la stirpe eletta come i cieli e come
la terra in pria fuor del Caosse usciro
(Paradiso perduto, incipit, di John Milton)

- Di quale poeta desidera parlarci, professor Giorello?
- Di Milton e del suo "Paradise lost"!
E così, con aria ispirata, iniziò a declamare a memoria l'impervio poema dall'inglese aulico e ostile ma così musicale.
Giulio Giorello è stata un'altra delle mie fortune professionali, di quegli incontri che provocano altri incontri di tipo letterario, capaci di rendere un pomeriggio qualsiasi un pomeriggio indimenticato. E così, pur non avendo mai seguito una sua lezione, vorrei comunque considerarmi un'allieva nel coltivare almeno quel suo esempio di gentilezza e cordialità e far mia quella vena di brillante, folle, astrazione di quell'intervista.

(Filosofia della scienza)



    



mercoledì 6 maggio 2020

Effetti corona virus (14)


Come se il mare si dovesse aprire
mostrando un altro mare -
e quello - un altro - e i tre
non fossero che annuncio -
di epoche di mari -
non raggiunti da rive -
mari che sono rive di se stessi -
l'eternità - è così -
(Emily Dickinson, 695, trd. Silvia Bre)

Non è che non voglia uscire, esco eccome, vado in redazione, faccio la spesa, e non è giusto neanche dire che ho paura. O che sia pigra. O depressa. È un altro sentimento quello che mi pervade, qualcosa che sta tra il timore e l'annichilimento. È nuovo, non ha a che fare con la salute.

(Lungo la strada)

domenica 3 maggio 2020

Effetti del corona virus (13)


Credo che l'ora più lunga di tutte
sia quando sono arrivate le vetture -
e stiamo aspettando la carrozza -
sembra come se il tempo

indignato - che la gioia sia giunta -
blocchi le lancette dorate -
e non lasci passare i secondi -
ma lentissimo gli istanti - finisca -

Il pendolo comincia a contare -
ad alta voce - come tanti scolaretti -
i passi si fanno più fitti -
nell'anticamera -
il cuore comincia a affollarsi -

Poi io - compiuta la mia opera timida -
anche se fu opera d'amore -
raccolgo il mio piccolo violino -
e mi sposto - più a settentrione.
(Emily Dickinson, 635, trd. Massimo Bacigalupo)

Una domenica da vivere ancora nella terra di mezzo, in quel limbo di ore tra fase uno e fase due. Che giorni stiamo vivendo! E le notti poi, i sogni nuovi e gommosi, carichi di simboli da decifrare al mattino. Mentre scrivo le campane contano le ore che mancano a questa nostra cauta ripresa e un merlo insiste. Fuori è così bello.

(Casa)



martedì 28 aprile 2020

Effetti corona virus (12)


Il sempre - è fatto di adessi
non è un tempo differente -
tranne per l'infinità -
e l'ampiezza della casa -

Da questo - che qui provi -
sposta le date - a quelli -
i mesi si dissolvono in altri mesi -
e gli anni - esalino in anni -

senza dibattito - o pausa -
o giorni festeggiati -
non diversi sarebbero gli anni nostri
dagli anni domini
(Emily Dickinson, 624, trd. Massimo Bacigalupo)

"Il sempre è fatto di adessi" dice, in eterno, la Dickinson mentre noi siamo passati, in un attimo, da una vita sana a una vita sanificata.


(L'ampiezza della casa)

mercoledì 22 aprile 2020

Effetti corona virus (11)


Si è fermato un orologio -
non quello sulla mensola -
il ginevrino più perito
non può fare inchinare il,pupazzo -
che s'è appena fermato -

Stupore prese il gingillo!
Le cifre si rannicchiarono, dal dolore -
poi tremolando persero i decimali -
in un mezzogiorno senza gradi -

Non si mioverà per il dottore -
questo pendolo di neve -
il bottegaio lo importuna -
mentre un freddo - indifferente no -

accenna dalle lancette dorate -
accenna dai secondi magri -
decadi di arroganza separano
il quadrante vita -
da lui -
(Emily Dickinson, 287, trd. Massimo Bacigalupo)


Vorrei un buono che mi restituisca queste giornate di tempo rotto, un credito temporale per gli abbracci non dati.


(Tempo fa)









domenica 12 aprile 2020

Effetti corona virus (9) Buona Pasqua


È come la luce -
una gioia senza forma -
è come l'ape -
una melodia - senza data -

è come i boschi -
privata - come la brezza -
inarticolata - eppure scuote
gli alberi più orgogliosi -

è come il mattino -
al meglio - quando è finito -
e gli orologi eterni -
suonano - la mezza!
(Emily Dickinson, 297, trd. Massimo Bacigalupo)

Versi dal tempo sospeso, anche la gioia, e la luce, qui appaiono senza data. Come forse succede nelle nostre case in questa giornata di festa, quando cerchiamo di rattoppare riti e piccole tradizioni domestiche come si può, i tentativi di una possibile nuova esistenza.
Il presidente Mattarella trascorrerà la Pasqua da solo, a casa, lontano dai suoi affetti. Lo leggo come un esempio di serietà, di compostezza, e di rispetto per gli altri, ma anche come una forma di abbraccio per chi, anziano e solo, subisce questa giornata. 


(Buona Pasqua)





venerdì 10 aprile 2020

Effetti corona virus (8)


Sola, non posso essere -
poiché schiere - mi visitano -
compagnia senza traccia -
che elude chiavi -

Non hanno vesti, né nomi -
non almanacchi - né climi
ma case diffuse 
come gnomi -

Il loro venire, è annunciato
da messaggeri interiori -
il loro andare - non lo è -
poiché non vanno mai -
(Emily Dickinson, 298, trd. Massimo Bacigalupo)

In questi giorni di solitudine e amici immaginari se c'è una cosa che mi fa uscire fuori di senno è la retorica del silenzio. C'è chi dice che mai come in questo periodo è possibile ascoltarsi, chi dichiara che finalmente la sua città si è acquietata, chi ne canta la ritrovata poesia nelle strade deserte. Cantori temibili di un improbabile tuttuno con l'universo cercano di atterrarmi con la loro energia panica. Dove risiede il fascino del silenzio, se il silenzio è generato da una pandemia? 


(Amici immaginari)

venerdì 3 aprile 2020

Effetti corona virus (7)


Un peso con spilli sulle libbre -
che spinga e trapassi insieme -
così se la pelle regge la pressione -
la puntura - fredda torturi -

e non un poro sia trascurato
di tutto l'organismo composto -
tanto vario per l'angoscia -
quanto i nomi della specie -
(Emily Dickinson, 264, trd. Massimo Bacigalupo)

Stavo meglio prima, quando abbracciare qualcuno era una cosa banale. La città silenziosa non vale, non ha senso, e quelle lunghe file al supermercato, il lievito è pure terminato, chef impauriti dal covit ne hanno fatto incetta, neanche più una bustina per la pizza stasera.
Era così bello un mese fa, reggerà la pelle del mondo a tutta questa pressione?

(Primavera Covid)

venerdì 27 marzo 2020

Effetti corona virus (6)


Il pipistrello è grigio, con ali vizze -
come un articolo consunto -
nessun canto ne pervade le labbra -
o nessuno percettibile.

Il suo curioso ombrellino a mezzaluna,
che descrive nell'aria
un arco anch'esso imperscrutabile -
euforico filosofo.

Deputato da chissà quale firmamento -
in quale dimora astuta -
capace di quale malevolenza
fortunatamente trattenuta a

il suo creatore abilissimo
nondimeno, lodate -
benefiche, credetemi,
le sue eccentricità.
(Emily Dickinson, 1575, trd. Massimo Bacigalupo)


Eccentrico di sicuro il pipistrello, e imprevedibile anche agli scienziati più accorti.
Ho aggiornato i sogni. Le mie notti sono il prosieguo di queste giornate sospese, vi si aggirano comparse in mascherina, nessuno che si abbraccia. Anche nella zona più oscura del mio cervello so che è fondamentale lavarsi le mani e che restare a casa è l'unica cosa da fare. Quando mi sveglio mi ritrovo a testa in giù. Quando potrò svegliarmi, quando tornerò a sognare?

(Sotto sopra)


venerdì 7 febbraio 2020

I ramoscelli e Mattarella


Le bacche rosse crescono nel paese del sud:
primavera vi giunge, spuntano tanti ramoscelli.
Raccogline diletto, molti nel tuo grembiule:
questa più d'ogni cosa, l'uno a l'altro ricorda.
("Ricordo" Poesia T'ang)


I piccoli cinesi della scuola romana che festanti hanno accolto il loro Presidente assomigliano ai giovani ramoscelli in germoglio dell'antica poesia.
Leggo del gesto a sorpresa di Mattarella che si è recato di persona, nell'Italia dove si citofona, a trovare gli alunni di una scuola romana in cui si pratica, e insegna, l'integrazione tra culture. Un atto simbolico che sa di aria fresca, di primavera che arriva.


(dolci oracoli)


venerdì 17 gennaio 2020

Craxi


Quanta fatica si fece
a non avvicinare il sangue
al fango,
lo stesso che con il tempo
sarebbe entrato nelle vene
(Cesare Viviani da "Ora tocca all'imperfetto")


Sono alcuni giorni che Craxi è riapparso, e punta il dito, e guarda e rimprovera. Perché?
Perché bastano un vecchio regista dall'aria sapiente e un attore un po' Noschese seduti intorno a un tavolino da seduta spiritica. E ci si alza in piedi ad applaudire immemori, pronti a mischiare il sangue col fango.


(Milano da bere)





    

mercoledì 15 gennaio 2020

#climatechanging


Transitano primavere in pieno inverno.
Il cuore della terra si riscalda.
Saltano gli orsi da una lastra all'altra,
il mare è traditore.

Ubi consistam? Noi, intrappolati
nel pianeta impazzito, con potenti
radar e telescopi supplichiamo,
smarriti la voragine dei cieli.

E come marocchini o tunisini
sogniamo un'altra sponda. 
Ardentemente
vogliamo sopravvivere.
(Maria Luisa Spaziani in "Pallottoliere celeste")

Con un poeta imparo a capire il pianeta e chi lo abita, il cambiamento climatico e i drammi delle fughe. Giriamo in tondo, fuggiamo, sotto le inondazioni e sopra il fuoco, intrappolati sulla nostra ruota celeste. 
La poesia guarda avanti, incontra occhi di esseri umani come di criceti smarriti, e invoca per noi una sponda.


(caldo inverno)

giovedì 2 gennaio 2020

Primi giorni dell'anno


Non si riposa il mare. E mi pretende
vigile a contemplare quanto resta
sul campo di battaglia. In prospettiva
si inazzurra il passato. E benedico
i miei e altrui peccati.
(Maria Luisa Spaziani da "Pallottoliere celeste")

Quel torpore dei primi giorni dell'anno quando abbiamo contato le miglia già fatte e scrutato l'orizzonte di fronte. Che sonnolenza, che voglia di rintanarsi nell'angolo caldo del divano preferito! Per bussola e onde c'è tempo, dentro la mia barchetta ci si può appisolare.

(orizzonte)




martedì 31 dicembre 2019

Augurio di Capodanno


Chiede il bombo: "Perché ronzo?
perché vado sempre a zonzo
come un gonzo, senza meta?
Perché peso come il piombo
sopra il fiore che si piega?"
(Toti Scialoja)

Notte di Capodanno, notte di auguri. E di pensieri, propositi e interrogativi.
Auguri di un anno leggero e consapevole, allora, imparando dal bombo di Scialoja che ronza dubbioso in questa filastrocca pirotecnica.
Buon 2020!


(Bombo di Capodanno)





venerdì 27 dicembre 2019

Tutto può accadere


Tutto può accadere. Sapete bene come Giove
di solito lascia che le nuvole si ammassino
prima di scagliare il fulmine? Ecco, un momento fa
ha scaraventato il carro e i cavalli del tuono
a ciel sereno. Così ha sconvolto la terra
fin nelle sue viscere ingorgate, la Stige e i fiumi
serpeggianti, addirittura l'Atlantico.
Tutto può accadere, le torri più alte
crollare, i potenti fallire, ignoti
emergere. La Fortuna col becco di rasoio
scende in picchiata mentre l'aria stride, a questo strappa
la corona, su quello la depone sanguinante.
La terra sprofonda. Il fardello dei cieli si solleva
su Atlante come il coperchio di una pentola.
La chiave di volta vacilla, nulla torna come prima.
Ceneri terrestri e spore di fuoco si innalzano vorticando.
(Seamus Heaney "Tutto può accadere)


Quando ho finito tutto - cucinare, sciacquare e asciugare - quando la tavola è apparecchiata, il cuscino sprimacciato e i libri che stavano per terra ritrovano il loro buco sullo scaffale, quando il mio piccolo cosmo è pronto, mi accuccio sul divano in attesa. Non accendo la tv, non leggo, non guardo il telefonino. Tiro su i piedi e me li scaldo nella piega del bracciolo godendomi il ritaglio di tempo prima dell'arrivo degli ospiti. In quei minuti risiedono la mia festa e la mia trepidazione.  


(lettera di Natale)



















mercoledì 25 dicembre 2019

Buon Natale 2019



Hanno detto che è stata una cometa
che impattando col duro della terra
ha portato l'acqua fra le pietre
del nostro pianeta.

Una cometa hanno detto.
Un ghiaccio volante di luce
come scagliato da altre stelle
fin qui. E dentro c’era
la legge della specie, la formula
del sangue e delle linfe
il timbro di ogni voce.

L’acqua è la perfetta chiave
che apre le forme scatenate.
L’acqua che ancora beviamo
è stata strascico di luce
viaggiante. Bastimento abbagliante
nel buio fra i mondi.
(Mariangela Gualtieri, da Bestie di gioia)


Buon Natale e un pezzetto di cometa per ognuno di noi! 

(luce dentro e fuori)





martedì 24 dicembre 2019

Sorpresa di Natale


Natale -
là c'è la stalla
con un cavallo dentro
(Saito Sanki 1900-1962)


Se pensavate che non esistessero haiku natalizi, ecco una sorpresa. L'atmosfera del Natale occidentale nel rigore enigmatico e tutto orientale di uno haiku.
Allora sotto il mio albero strano posso mettere un pacchetto con un'altra sorpresa dentro: l'assoluzione di Marco Cappato. Gli auguri sul biglietto vanno a lui, che scelta civile e dolorosa si è voluto assumere in nome di una società civile, e a tutti coloro che, come DJ Fabo, amavano e amano così tanto la vita. 


(Il mio albero di Natale)