Visualizzazione post con etichetta Issa. Mostra tutti i post
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venerdì 2 febbraio 2018

eppure eppure


È di rugiada
è un mondo di rugiada
eppure eppure

(Issa 1723-1828)


Alla fine è tutto molto più complicato. La questione femminile - con tanto di lotte, conquiste e obiettivi futuri - non ci sta chiusa tutta dentro un hashtag. E la discussione che si è creata sul #metoo prova, a mio avviso, che è impossibile parteggiare per una o per l'altra tesi perché, prima di tutto, non dovrebbero esserci fazioni. Ma non eravamo arrivati al punto di non dover per forza precisare "che si tratta di ricatto se lui è un tuo superiore" parlando tra amici che ti conoscono (e ti riconoscono come donna impegnata, progressista eccetera), perché bisogna ribadirlo ancora? Ma non lo sapevamo, non condividevamo quelle due o tre cose? Sottoscrivere banalità assodate con occhi iniettati di sangue, guardare storto Woody Allen, elencare tutti i tentativi di approccio, mischiarli con le molestie e dover fare schemetti:  allora, lo stupro è quando, la molestia invece, la mano morta... finendo a sganasciarci, è ovvio, solo a ricordare, e a mischiare di nuovo tutto, e poi c'è quello che cita Balthus e l'altra Chi l'ha visto?...

Nel mondo degli eppure, quello che preferisco, si può essere d'accordo con Anna Bravo e anche con Anna Momigliano, e anche con Teresa Bellemo, intellettuali che tra loro la pensano diversamente ma che analizzano le diverse sfumature e rappresentano con i loro interventi, un eppure. Perché sono le sfumature che fanno un individuo pensante e non il genere. 
E dobbiamo ancora ripetercelo.


(sfumature)


  

martedì 17 marzo 2015

Monòpoli

Gioca con me
o passerotto
senza la mamma!
(Issa 1763-1827)




Case e terreni, segnaposto a fiaschetto e mitica candelina, alberghi verdi e casette rosse, tutti di legno come i dadi. Il cartellone da squadernare e ripiegare bene. La carta sottile dei soldi - non abbiamo appreso allora il significato di 'fac simile'? -  e la scatola quadrata pensata così bene, con le vaschette interne per tenerla in ordine. 
E poi quei nomi stranianti di strade che percorrevamo da fermi, e per anni, a Natale o nei pomeriggi noiosi e solitari dell'infanzia, come Viale Magellano, Vicolo Stretto, Corso Raffaello, Via Accademia. E le loro bordature arancio e rosso - che qualche nonno confondeva sempre tra loro - il verde, il giallo fino al sospirato viola del Parco della Vittoria. Il mesto bofonchiare "almeno la Stazione Nord l'ho presa". 
Monòpoli, gioco formativo e profetico, quello dove costruire Milano2-3-4-5 e 6 e mettere "le mani sulla città" era la regola, compie ottanta anni. Auguri!

E l'Italia lo festeggia al meglio!

È di oggi un nuovo enorme caso di corruzione con Rolex a go go & appalti in dono che conta, per ora, 51 indagati e 4 arrestati. Un nuovo "sistema", nuovo di zecca.
Inutile che vi linki la notizia, è su tutti i giornali. 
Auguri Monòpoli.


(IMPREVISTI : "In prigione senza passare dal VIA")


martedì 15 luglio 2014

Un mondo di stranieri

All'ombra dei fiori
nessuno
è straniero
(Issa 1763-1827)

Alla fine, essere un grande scrittore risiede, per come la penso, nel riuscire a raccontare sempre la stessa cosa. Il suo sguardo sulla realtà illumina il quotidiano di chi legge che così impara a trovarlo e ritrovarlo, impara a seguirlo.

In "Ora o mai più" del 1991 Nadine Gordimer (leggi qui) scriveva:
"Sembrava che fosse finita un’Era. Di certo niente meno che una Nuova Era quando la legge non viene promulgata in base a una pigmentazione, quando tutti possono vivere, andare e lavorare ovunque vogliano in un paese che appartiene a loro in comune.”

Anche Nadine Gordimer ha raccontato per l'intera sua vita la stessa cosa, il Sudafrica e l'apartheid, ma le sue parole riguardano tutti. 
Che vivano a Johannesburg, Berlino o a Rosarno.


(Nadine Gordimer  "Un mondo di stranieri" Feltrinelli 1961)








martedì 8 luglio 2014

Un appello

Più numerose le primavere
più lunghi i dì
recano lacrime e lamenti
(Issa 1773-1828)

Un appello. Anche alla luce delle polemiche sui post di FB che portano soldi a Mark Zuckerberg e i test sulle emozioni più o meno subliminali ((notizia qui), aboliamo la frase: "ecco le immagini che hanno commosso il web"!
E anche il fermo di:  bambini nati dopo tre giorni di gestazione, i resti di un orso mangiato da uno scoiattolo, il cane che fa le fusa, il gatto (immancabile) che fa l'autostop, una coppia di lemuri che stanno insieme da venticinque anni, una mosca vedova. La suora rifatta, il prete barman, il pargolo che suona mozart con i denti, il padre che filma senza mani, la madre con tre tette, la nonna con le branchie. E ancora l'obeso incastrato, l'anoressica pentita, l'ultima torta, l'ultimo viaggio, l'ultima pedalata. Il torero pentito, il pescatore pescato, il cacciatore sparato. Il bimbo pedofilo, il pensionato satanista, la disoccupata che canta, suo marito che balla.   

Basta non cliccare su quel triangolino. Non animarli. Non condividere, non mettere "mi piace".

Riprendiamoci le lacrime vere. Salate. Al massimo quelle con la cipolla ma di Marina Abramovic.


(E che lacrime!!!)






      



mercoledì 2 luglio 2014

Compagne anatre

Anitre, non gridate:
dovunque andiate,
il mondo non cambia.
(Issa 1763-1827)


La bella serata estiva mi strappa dalle grinfie del divano e mi porta a un concerto di musica contemporanea all'aperto che si teneva nel magnifico giardino della Filarmonica a Roma. Il programma prevede Macchine inutili di Francesco Antonioni (link), uno dei compositori più interessanti del panorama italiano, e brani di Jorg Widmann, Julia Wolfe, Thomas Adès e Louis Andriessen. Nell'attesa che i musicisti inizino, giro un po' per il luogo che tanti anni fa ha visto sbocciare, ma non svilupparsi (fortunati!) la mia passione per il canto. Ancora emozionata, erano una trentina d'anni che non ci tornavo, cerco posto per assistere al concerto.
Stasera si esibisce l'Imago Sonora Ensamble. Schhhh! Si incomincia!

Quando i musicisti attaccano Workers Union di Louis Andriessen (link) tre anatre, meravigliosamente in fila una dietro l'altra, buone buone, attraversano lo spazio tra la prima fila e il palco, e trovano letteralmente posto tra il pubblico.





La musica di cui nel video sentite un frammento fu scritta, e ce lo dice l'autore, "per un qualsiasi gruppo di strumenti che suoni forte" , e in effetti richiede - anche all'ascoltatore! - forza ed energia. 
Dissonante e aggressiva, il suo "suono" politico parte già dal titolo e, leggendo il programma, per Andriessen l'opera avrà successo se ogni strumentista suonerà in modo tale da rendere fondamentale la sua parte, proprio come deve succedere, sempre per l'autore, nell'attività politica.

Ma il maestro non aveva previsto le anatre. E forse neanche questo haiku di Issa.


venerdì 27 giugno 2014

Bach metropolitano

Di rara bellezza
un aquilone si leva in cielo
dalla capanna del mendicante.
(Issa 1763-1827)

Mi ero ripromessa di non angustiarvi con la superiorità totale di Berlino in campo di cultura, trasporti, qualità della vita e ambientale. Di non parlare mai qui di come funzionano bene i musei e le loro code. Di non fare neanche cenno a un gruppo di quattro ragazzi, di cui una italiana, Anna, che ha potuto reinventarsi uno spazio urbano realizzando un mercato con l'appoggio (veloce) del comitato di quartiere. E di come la città è bella nel suo essere efficiente e colta, di come quasi tutti hanno in libro in mano, e di come il senso civico...

Tanto c'è Bach, "aquilone" della metropolitana di Berlino, che parla da solo e ci dice cose di "rara bellezza"! 
Lo so, è troppo. Ma guardate qui:

















martedì 17 giugno 2014

Venezia nella tazza di tè

Sotto la stella del mattino
piccola eco in una teiera di ottone
il canto di un cuculo
(Akutagawa 1892-1927)


Mattina. Bollitore sul fuoco. Radio accesa per le notizie mi aggiorna sullo scandalo MOSE.
Penso a Venezia che affoga tra le mazzette per costruire quelle stesse paratie che - ironia della sorte - avrebbero permesso alla Serenissima di far fronte all'acqua alta. 
Miele, tanti biscotti, marmellate e frutta. Tazze scompagnate e zuccheriera indiana. Apparecchio per la mia quotidiana e caotica cerimonia del tè.

  
Hiroshi Sugimoto (link)artista giapponese che unisce ricerca tecnologica alla passione per la tradizione (link video "Sugimoto Bunraku"), ha progettato un'ideale stanza del tè sospesa tra presente e passato nei dintorni di Venezia, all'isola di San Giorgio.  
Ha pensato un edificio con il pavimento di acqua che sembra richiamare un santuario. All'interno della sua "Glass Tea House Mondrian" uno spazio più piccolo a forma di cubo, di vetro, arredato con pochi oggetti funzionali alla cerimonia del tè.
Un luogo, quello di Sugimoto, che suggerisce l'equilibrio cosmico tra materia e spiritualità, tra nuove tecnologie e recupero dell'esperienza secolare. 
Un posto protetto e al tempo stesso arioso. Dal nucleo vivo e trasparente. 

A questi ideali di equilibrio, distacco e trasparenza ci appelliamo, pregando qualcuno che ci sollevi dalle nostre miserie di tangentari corrotti, spudorati e opachi.


(Dailyhaiku Tea House. 7.30 am)





Piccola bibliografia sul tè e dintorni:


- Philippe Forest "Sarinagara" edito da Alet dove scoprirete cose di Issa Kobayashi struggenti e indimenticabili. 

- Lu Yu "Il Canone del tè" edito da Quodlibet dove sognerete con l'autore, eremita cinese vissuto nel 700 e venerato come "dio del tè", un modo sobrio ed essenziale di vivere che passa dalla consapevolezza (le tavole sono magnifiche).
- Aldo Tollini "La cultura del tè in Giappone" edito da Einaudi dove l'autore, che insegna alla Ca' Foscari lingua giapponese classica, scopre di questo rito i legami profondi con l'arte, la poesia e l'architettura. 




E, molto più modestamente, di quanto ami il tè l'ho già scritto QUI e QUI. Buona giornata.



martedì 10 giugno 2014

Gatto Canali

Dal buio
salta nel buio -
l'amore dei gatti
(Issa 1763-1827)

Luca Canali, grande latinista e intellettuale, è scomparso ieri. 
Alle sue spalle lascia traduzioni (Cesare, Catullo, Lucrezio...) qualche romanzo e un'autobiografia che racconta una storia personale travagliata piena di sofferenze e sconfitte che già dal titolo mette subito le carte in tavola: "Autobiografia di un baro". 

Di Canali a me piace ricordare il tratto, il tono di voce inconfondibile, la gestualità secca, nervosa, e quella sua gran bellezza che ancora si portava addosso nonostante l'età avanzata.
Lo ripenso sul divano di una casa semplice, tra i suoi mille gatti. 
Malinconico, affascinante e selenico come quei gatti magri fatti di pelle e pelo che spariscono nel buio.


(Un gatto "classico" per Luca Canali. Particolare di un mosaico ritrovato nella Casa del Fauno a Pompei)

Fra tutti i pezzi dedicati a Luca Canali scelgo questo di Alessandro Piperno (link).

lunedì 9 giugno 2014

Elogio del fazzoletto

Più numerose le primavere
più lunghi i dì
recano lacrime e lamenti
(Issa 1762-1827)

Accetto tutto! Direte che sono strana, che le mie primavere sono numerose, che sembro zia Pina nostalgica, ma... mi mancano i fazzoletti. Non i kleenex, no. Mi mancano proprio quelli di stoffa, bianchi, quadrati.
Quelli dei nostri padri e dei nostri nonni. Freschi, con le pieghe dello stiro ben visibili e che nel cassetto si ricavavano, ordinati e impilati, un spazio preciso tra mutande e canottiere.  
E mi mancano quei gesti quotidiani rassicuranti: tirarlo fuori dalla tasca scuotendolo, porgerlo a chi piange, pulirci la sedia o il sedile in autobus, metterlo fuori il finestrino quando qualcuno in macchina ha bisogno di un ospedale, tamponarci al volo il sangue dal naso...
Mi mancano fronti imperlate e asciugate, nasi gocciolanti e soffiati, starnuti e risate soffocati con il fazzoletto.
Forse era un'Italia meno aggressiva. Più pop e più candida. 

Buona settimana!

(e vogliamo parlare di "rubabandiera"?)

mercoledì 4 giugno 2014

Tricolore volante

Gli uccelli 
dai bei colori
migrano in silenzio
(Issa 1763-1827)


Vado a memoria. Dopo il "patriottico" no ad Air France capitanato da Berlusconi nel 2008 e dopo avere scaricato sulle tasche della collettività un mare di soldi per sostenere Alitalia - sempre in nome di salvaguardare la compagnia di "bandiera" - dopo la cordata degli imprenditori "tricolori" e gli oscuri intrecci di interessi con banche azioniste e creditrici insieme, dopo sette anni sette di cassa integrazione, festeggiamo il matrimonio di Alitalia con Etihad. 
In silenzio.


(Sabato scorso dalle parti di Fiumicino. In silenzio)








venerdì 23 maggio 2014

Elogio della gentilezza

Anche noi pidocchi
andiamo a vedere
i ciliegi in fiore
(Issa 1763-1827)

Senza arrivare alle vette dei poeti zen che frequento nel Dailyhaiku che della gentilezza hanno fatto espressione religiosa e artistica e anche ammettendo, a orecchie basse, che mi sento molto più vicina a chi schiaccia i pidocchi che a Issa che ci si immedesima...desidero comunque fare oggi un elogio della gentilezza.

Chiedo aiuto a uno scrittore contemporaneo, George Saunders, perfettamente inserito nella società occidentale e quindi a noi più vicino dei pellegrini erranti nel Giappone antico.
Leggete cosa dice ai suoi studenti universitari in una lezione di circa un anno fa: 
(George Saunders L'egoismo è inutile. Elogio della gentilezza  Ed. minimum fax + occhiali miei)

Non la trovate anche voi un'indicazione un po' più utile, a proposito di insegnanti d'eccezione, di quel "Stay hungry, stay foolish" (Siate affamati, siate folli) pronunciato nel leggendario discorso ai neo laureati di Stanford da Steve Jobs?
Un consiglio, quello di Saunders, meno aggressivo dell'incitazione del geniale inventore della Apple e più umanamente praticabile rispetto all'empatia cosmica del sublime Issa.

Con l'augurio di "abbondare in gentilezza", buona giornata!













giovedì 22 maggio 2014

Che ne pensate?

Cantando le montagne
del paese natio,
contemplo la luna.
(Issa 1763-1827)


L'altra sera guardando Blob (il mio rito quotidiano) osservavo disgustata un giornalista, famosissimo re dello share televisivo e autore di bestseller a go go, in plateale deliquio per la sua squadra del cuore - Toro o Juve, non ricordo - che aveva perso.

Apparecchiando la tavola (il rito di Blob lo prevede) riflettevo su che bel mondo sarebbe quello dove l'intellettuale o il politico di turno, per protesta a quanto succede negli stadi, si astenesse dal frequentarli e smettesse di parlare di calcio in pubblico. E cantasse, invece che le gesta della squadra, le montagne del paese natio, per dire...

Ignorare il calcio e parlare d'altro come scelta di campo - appunto- per protestare simbolicamente contro razzismi, violenze e illegalità. E la faremmo finita anche con questa ricerca di consenso a tutti costi ramazzato nel bacino più melmoso, oscuro e vergognoso che esista!  

Una pratica semplice ma difficilissima. In puro stile zen. Che ne pensate? 

Aggiungo che, tanto per cambiare ancora ieri pomeriggio, durante gli allenamenti a Coverciano, hanno intonato cori razzisti contro Balottelli.


(Ieri pomeriggio. Milizia calcistica di fronte allo Stadio Olimpico)

Date anche un'occhiata QUIQUI e QUI. Ciao e a domani!

    



mercoledì 21 maggio 2014

Passerotti

Cade la rugiada,
i passeri cantano
la vita futura.
(Issa 1763-1827)

Niente dolcetto a fine pasto per gli scolari che non possono permetterselo.
A Pomezia, comune in provincia di Roma, ai bambini più poveri è riservato un menù low cost ovvero privo della fetta di torta o della macedonia che sono comprese, invece, in quello a prezzo pieno destinato al compagno di banco che può permetterselo. 
A Crotone ai figli di chi non paga la retta, solo un panino.  
A Vigevano ancora meglio: quattrocento piccoli esclusi dalla mensa scolastica (la notizia QUI).

I "passerotti" cantano il loro futuro.


(Vuoi un morsetto? L'ho fatta io!)




.





martedì 13 maggio 2014

Mare Nostrum

L'allodola del mio villaggio
non la vedo
ma so che canta
(Issa 1763-1828)

Ennesima strage di migranti. Uomini, donne e bambini costretti a lasciare i loro villaggi. Morti senza nome. 
Una quarantina, circa duecento, quattrocento, qualche decina, altri duecento, forse cinquanta... Quanti saranno questa volta?
Cifre approssimative si sostituiscono alla unicità della persona confondendo, in un'informe massa umana, affetti, aspirazioni, speranze e ricordi di ognuno.


(Fregene 1 maggio. Mare Nostrum)







lunedì 12 maggio 2014

45,4 uomini

O luna del monte
illumina la via
al ladro dei fiori.
(Issa)

Le carceri italiane sono le più affollate d'Europa con 145,4 detenuti ogni 100 posti.
Non saranno stati ladri di fiori, ma i detenuti italiani avranno pure diritto a UN posto ciascuno.
Questo haiku lo dedico a quei 45 uomini e un pezzo.

(45,4)



martedì 6 maggio 2014

In modo semplice

In modo semplice
se ne va la primavera
tra le erbe dei prati
(Issa 1763-1827)


("Erbe dei prati". Basilico e Aneto. Il mio massimo raggiunto!)

Di solito nel blog non parlo quasi mai del mio lavoro ma questo haiku mi ha fatto venire in mente un incontro indimenticabile di tanto tempo fa, e una non-intervista ad un intellettuale poco conosciuto, scomparso da qualche anno, il paesaggista di giardini Ippolito Pizzetti.

 ***

Il pomeriggio dell'appuntamento Roma era ventosa, a tracolla portavo i 15 Kg del nagra, un registratore a nastro fedele ma pesantissimo, e il motorino non partiva.
Finalmente metto in moto e, a dir poco sbilanciata, raggiungo incolume e stralunata casa Pizzetti (la mattina fui anche ripresa, ho rimosso il futile motivo, da una mia capa di allora, odiosamente snob, e la cosa mi frastornò non poco). Suono. Mi apre, ci presentiamo e cortesemente mi introduce nel suo studio per l'intervista. 
Ancora in tilt mi butto sul nagra, cerco di mettere su una bobina per la registrazione, le dita vanno per conto loro e il nastro le segue. START - OFF - START. Ecco, partiti!
Niente pile. CLIK... CLAK... Tutto immobile. Sto per mettermi a piangere.


"Vuole una tazza di tè?" mi chiede, alzandosi dal divano e scrollandosi di dosso un gatto che sembrava un cuscino fino a quell'istante.
Pizzetti e il gatto mi fanno felpatamente strada in un cucinino incasinato quasi come lo studio, pieno di foto e di ritagli incollati alle pareti. Lo osservo preparare il tè. Scosta un libro dal tavolo, dispone due tazze per noi e sorridendo:
"Certe volte le cose vanno storte...se le va, intanto,  le mostro il mio terrazzo."
Mette il bollitore sul fuoco e saliamo su.

(Foto trovata in rete. Visto? C'è anche il gatto! W il web!!!)
Eccoci di sopra. Un terrazzo classico di Roma nord, la Roma un po' banale e un po' palazzinara, non certo quella "delle terrazze". E quello che vedevo non era l'azzimato giardino pensile che immaginavo, decorativo e un po' stiloso, no. Niente targhette o campane di vetro per germogli misteriosi, soffiate a mano da un artigiano inglese ecc..ecc.... Nessun raro attrezzo con impugnatura d'osso magari ereditato da Russell Page. Niente impianto di irrigazione vaporizzante, gocciolante o diluviante. Forse usava pure l'innaffiatoio, chissà! 
Non ricordo bene. Ma piante, piantone e piantine poggiate ovunque, sì. In alto, su strani supporti, alcune più in basso, altre, tante, per terra. I vasi erano diversi l'uno dall'altro. Ciuffi verdi, sbuffi ingialliti e lunghi penzolavano al vento. Imperava il caos degno della scrivania di un intellettuale o dell'officina di un artigiano. 
Aggirandosi nel suo bellissimo pazzo terrazzo terrazzo, mi diceva:
"Vede, qui metto le piante che ce la fanno, che resistono: quelle che vede qui sono originarie di queste zone e stanno bene... Ecosistema e paesaggio vanno, devono andare d'accordo. Devono essere rispettati. Pensare un giardino significa reinventarlo rispettando la natura i suoi ritmi, i suoi colori, non disporre in modo geometrico o artificioso. Qui ho le aromatiche... 
Ma poi, sa che le dico? Con gli anni mi scopro amare più i parchi pubblici che i giardini privati!"

Siamo scesi e ci siamo presi il tè. Mi sorrideva con un'aria gioviale e saggia. Era un uomo coltissimo, un fine letterato e traduttore, conosceva culture diverse e, pur occupandosi di una delle cose più snob in assoluto, il paesaggio dei giardini, non aveva quell'aria "falso-bloomsbury". Era gentile, disponibile, ironico. Semplice.
Il suo tè era profumatissimo di cannella. 
Indimenticabile. 




(Tazze in posa. Mie.)
NB
Lo "haiku - dedica" di oggi è stato composto da Issa, il nome di Yotaro Kobayaschi, che in giapponese significa "tazza di tè". Il perchè puoi leggerlo QUI e QUI o anche cercando "Issa" tra le etichette a destra.







mercoledì 30 aprile 2014

Federico Aldrovandi

Tra i crisantemi 
passeggiano
tenendo i bicchieri.
(Issa 1763-1827)

Come invitati a una festa di compleanno, come a un concerto, come a un matrimonio, come a una prima teatrale. Cinque minuti di applausi accolgono tre dei quattro agenti, condannati in via definitiva, che causarono la morte di Federico Aldrovandi, 18 anni, morto durante un "controllo" a Ferrara.
Cinque minuti di applausi. Tra i crisantemi.

("Mi si rivolta lo stomaco")





In ricordo G8 e Diaz  leggi QUI.
A domani, per la Festa dei Lavoratori.



lunedì 14 aprile 2014

"E lo dico da donna"

Dalla campana
esce ronzando
una zanzara.
(Issa 1763 - 1827)


Che fastidio! Le deputate e senatrici di destra durante una qualsiasi trasmissione televisiva (guardando dritte in camera) tra un concetto e un improperio, usano questo inciso: "Lo dico da donna". 
Dal talk politico dove da mesi ronzano, sembrano rivolgersi proprio a me : "Susanna, lo dico da donna ecc..ecc...".
Da donna?
Ora, il  femminismo, piaccia o no, è di sinistra e i diritti per l'emancipazione sono battaglie storiche della sinistra. Punto.
Dal mio divano, domanderei alle politiche italiche:
"Da donna, cosa dice sulle violenze al G8?"
"Da donna, cosa dice dello ius soli?" 
"Da donna, cosa dice sulla riduzione delle spese militari?"
"Da donna, cosa dice sulla fecondazione assistita?"

Appartenere allo stesso genere non prevale sulla reale condivisione delle idee.


Non il sesso, ma canale lo cambio.
E buona settimana!



(una politica televisiva da donna a donna)









lunedì 31 marzo 2014

Non sentoooooooo!

Ascolto in questa notte
il letargo invernale
pioggia sui monti.
(Issa 1763-1828) 


Sapevate che in Italia ogni anno nascono tra i 200 e i 220 bambini sordi? Io no e non ci avevo mai pensato. A una cosa che non fa rumore ci si pensa poco.

E sapevate che dodici lingue minori hanno avuto un riconoscimento ufficiale mentre la Lis, ovvero la Lingua dei Segni Italiana, è stata completamente ignorata?  (la notizia QUI)

Per molte persone LIS vuol dire una cosa sola: comunicare. 

Si può fare qualcosa in più per facilitare l'apprendimento e la diffusione della LIS? Forse...
Di sicuro comunicare significa accedere agli studi, al lavoro, all'amore. In pratica alla vita. 


(Non sentooooooooooo!)





venerdì 21 marzo 2014

Buona colazione!

Il fumo del tè
e il salice
fremono insieme
(Issa 1763-1827)


Issa in giapponese significa "tazza di tè" ed è il nome assunto da Kobayashi Yotaro quando diventa monaco buddista nel 1792.  Nei suoi haiku lo interessano cose apparentemente modeste come il salice e il fumo, ma anche pulci, neve, foglie, lumache, rane, berretti...
Orfano di padre e di madre prestissimo, sposo e padre sfortunato, un'esistenza segnata da continui lutti eppure... eppure... come scrive meravigliosamente Philippe Forest nel suo "Sarinagara" (titolo tratto dall'ultimo ku di uno haiku di Issa che significa "eppure") il poeta guarda la vita con ironia. 

Issa, tazza di tè, simbolo di armonia e comunione con la natura. 

E' possibile diventare una tazza di tè, ci dice Issa! E berne insieme non è più quella frivola abitudine a base di pettegolezzi e pasticcini che pensavamo, ma una vera e propria "cerimonia" del quotidiano.

Mooolto difficile, ma ci si può provare... 


(qui sto già alla seconda tazza, metti che ci riesco...)




Biblio
Philippe Forest "Sarinagara" edizioni Alet 
Altre notiziole sulla storia di Issa sono anche QUI