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venerdì 5 dicembre 2014

Rovine romane

Rovine romane
attraverso cui soffia
vento d'autunno.
(Sono Uchida 1924)







Continuo a sfogliare con voi la raccolta romana di Sono Uchida mentre le notizie sulla cupola si accavallano l'una sull'altra. 
Collusioni eccellenti, PD romano commissariato, frasi smozzicate da intercettazioni incredibili come questa: "zingari meglio della droga".

Scavando tra le "rovine romane" riemergono bande della magliana nei secoli operative, tangenti anni sessanta, anni settanta, anni ottanta, anni novanta, anni duemila. Festini in maschera organizzati dalla giunta romana PDL con gli uomini travestiti da maiali e le donne da ninfe (ricordate?) e le aziende di trasporti e nettezza urbana date in mano a parenti e a camerati.
Osserviamole meglio queste rovine: pezzi di città faticosamente recuperati al degrado poi abbandonati al loro destino, arredi urbani fai-da-te, spazi pubblici improvvisamente proprietà privata di questa o quella pizzeria dal nome ammiccante ma torvo. "Peperoncino pazzariello", "Pummarola romana", "Mozzarella dispettosa"... 
E finalmente capiamo il senso di tutto e tutto insieme. I loschi esattori abusivi davanti alle macchinette per il parcheggio, ifiorire ad ogni angolo di cupi bar forniti di slot, bingo-tinelli per nuclei familiari di disperati. Ogni tanto, per gradire, un barbone che prende fuoco.
E finalmente arriviamo al razzismo telecomandato, a Tor Sapienza e ai campi rom e torniamo agli zingari dell'intercettazione. 

Dimenticavo l'ultimo coccio di queste "rovine romane"è notizia di ieri l'arresto di un professore di Architettura dell'Università La Sapienza che si vendeva ogni esame per duemila euro (notizia qui)


("E mmò?"   da  Mario Sironi 1925 - Solitudine - particolare.)











   


   


martedì 18 novembre 2014

Vestigia

Vestigia di sogni
dei Romani - cadono
le foglie rosse
(Sono Uchida 1924)



Chi meglio di Uchida, il poeta che per anni ha lavorato a Roma come diplomatico, può raccontare di "vestigia di sogni" classici...nel Dailyhaiku?
Uso questi tre versi dalle foglie rosse, che ora immagino dei platani e non più degli aceri giapponesi, per raccontarvi un incontro speciale di sabato sera e mettere ordine su un paio di cose che mi sono mulinate in testa sull'uso dei classici.

Ho avuto il piacere, e quando il lavoro si coniuga a questo è un momento per me di vera festa, di conoscere il collettivo teatrale Anagoor e presentare al pubblico romano questo ultimo "Virgilio brucia" al Teatro Vascello.
Ora vi racconto come "funziona" lo spettacolo ovviamente secondo la mia lettura.
Lavorando su vari livelli, gli Anagoor dividono l'ora e quaranta di suggestioni virgiliane in due macro sezioni e in una zona centrale.

La prima sezione è caratterizzata dall'uso di registrazioni audio e video che dialogano con cori tradizionali croati, di rara perfezione, in scena. Video-episodi di ambiente scolastico si intersecano al momento teatrale, musica, multilinguismo e frammenti letterari, tratti da Kiš e Broch, ci parlano delle grandi tragedie dell'umanità.
Poi assistiamo a quella che definirei zona centrale, bellissima e struggente, ispirata alla discesa agli inferi virgiliana. Attori e spettatori, ombre immobili, guardano allo "spettacolo" di un video dove una natura serializzata negli allevamenti intensivi sembra solo dover nascere per dover morire.

Nei video ho ritrovato Mondrian, nei panneggi e nella scenografia Bill Viola, Giorgione e Alma Tadema e i toni lividi e "ideali" suggeriscono un'estetica di neo-neo-neo classicismo.  


(Nella letteratura!)



Infine arriviamo alla seconda sezione dove Virgilio, l'attore Marco Menegoni, con un microfono ad asta declama in latino, davanti a Ottaviano e alla sua corte, immobili e in silhouette, il sacco di Troia, la fuga di Enea con il padre e il figlio e la moglie Creusa. Urla la sua verità come al muto cospetto della Storia. 
Virgilio brucia.
Ascoltiamo ritmo e pronuncia, le aspirazioni e tutti i suoni duri di un latino vitale e focoso e, aiutati dai sottotitoli riusciamo a comprendere, non più solo empaticamente, tutto il dolore del mondo attraverso quella che chiamavamo, fino a poco prima, lingua "morta". 
Respiriamo nelle stesse pause di Menegoni e partecipiamo attoniti a un lutto eterno che, perpetrandosi nelle forme più varie, sarà anche il "nostro" lutto. 
E' urgente un uso non feticistico dei classici. Che siano reperti archeologici o letterari, non dobbiamo permettere che  ammuffiscano negli archivi delle biblioteche o nelle soffitte dei musei. Per me, come dicevo QUI a proposito dei bronzi di Riace, meglio un rischio ammaccatura ma in giro per il mondo! E' urgente proprio in questa nostra epoca dove la tendenza è quella di starsene chiusi a casa davanti al pc, inchiodati a una pagina di wikipedia e pensare di avere "già" visto tutto, "già" capito tutto, "già" studiato tutto. 
Come è urgente e "bruciante" leggere la letteratura seria, quella dove non si trovano risposte ma solo domande. E' un lavoro faticoso e aristocratico (beninteso, per me è la comunità dei lettori, sempre più ristretta, quella dei veri aristoi). 

Con questo "Virgilio brucia" gli Anagoor (sito) hanno dato un contributo suggestivo, e quando una lingua morta genera vita è un gran bel momento! 


       







  

mercoledì 26 marzo 2014

Uottsamerica Kansassity!

Fervono i preparativi per la visita di Obama a Roma! Previsti Colosseo chiuso per un giorno, sei zone rosse, mille agenti e 50 uomini ombra. Programma: incontrerà Papa Francesco in Vaticano, poi il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano al Quirinale, dove pranzerà, ed il premier Matteo Renzi a Villa Madama. Infine, nel pomeriggio, visiterà il Colosseo.
Sullo sfondo la guerra, per adesso ancora fredda - e meno male - tra NATO e Putin sulla Crimea.

Il Colosseo
invoca nubi gelide
spiriti di Roma
(Sono Uchida 1924)

Haiku di Sono Uchida, diplomatico giapponese presso la Santa Sede. Chi meglio di lui per un incontro del genere? (Altro QUI)
Sarà una faticaccia per tutti, manco (e sottolineo "manco") un piatto di spaghetti poiché cibo e altri prodotti sono arrivati a bordo degli aerei C-130 direttamente dagli Usa. 


(Concolina mi hai teso un agguato! Maccaroni...)


















venerdì 28 febbraio 2014

Marino vs Renzi sul 'salva Roma'

Stanchi i tritoni
di sorreggere il cielo
piovigginoso.
(Sono Uchida 1924)


Secondo haiku di sapore romano, dopo quello postato ieri,  confidando ancora in Uchida che, da diplomatico quale era, le controversie sapeva come dipanarle!

Per divertirci un po' da domani parte un piccolo "haikugioco" con diconodioggi e Pagina99.
Le regole, poche e facili, qui domani!

giovedì 27 febbraio 2014

Decreto 'Salva Roma'

Rovine romane
attraverso cui soffia
vento d'autunno.
(Sono Uchida 1924)


(Vecchie magagne)
Sono Uchida è nato nel 1924 a Singapore e da piccolissimo diviene allievo del maestro di haiku Tannu Ozaki. 
Contrariamente ai monaci zen incontrati fin qui, Uchida ha avuto una vita molto intensa e non lontana dalle cose mondane, è stato ambasciatore in Senegal, in Marocco e presso la Santa Sede. Da questa ultima esperienza deriva la raccolta di haiku che ha come oggetto Roma con le rovine, i pini, i tetti, il Tevere e la dolcezza del suo clima.

Il classico turista che fotografa...ma con gli haiku.