Si fa tardi. Vi vedo, veramente
eguali a me nel vizio di passione,
con i cappotti, le carte, le luci
delle salive, i capelli già fragili,
con le parole e gli ammicchi, eccitati
e depressi, sciupati e infanti, rauchi
per la conversazione ininterrotta,
come scendete questa valle grigia,
come la tramortita erba premete
dove la via si perde ormai e la luce.
Le voci odo lontane come i fili
del tramontano tra le pietre e i cavi…
Ogni parola che mi giunge è addio.
E allento il passo e voi seguo nel cuore,
uno qua, uno là, per la discesa.
Si chiama Die with me, Muori con me, è una app che si collega a una chat. La sua particolarità è che entra in funzione quando la batteria del cellulare si scarica fino al 5 per cento (quante volte abbiamo detto "Mi è morto il telefono"?). Solo allora gli amici connessi possono scambiarsi qualche sms con altri amici sconosciuti e scarichi,
rauchi
per la conversazione ininterrotta,
come scendete questa valle grigia.
Immagino parole disperate, addii, faccette di emoji che dicono sono triste, che sorpresa, che paura. Oppure lancinanti verità, indicibili fino a quel 5 per cento di batteria che ora è già al 2, qualcosa di mai detto prima. Immagino messaggi brevi fatti di parole contratte, abbreviazioni veloci, non si ha tempo da perdere.
Oppure se ne ha moltissimo.
| (il senso di una fine) |