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martedì 9 giugno 2015

Bagagli

Non posso abbandonare 
il mio bagaglio pesante
davanti e dietro.
(Santoka 1882-1940)



Vi avevo promesso una pagina dalla recente trasferta forlivese di Radio3 con un bell'haiku che la "sintetizzi"? Eccola! 
Partiamo da Santoka che oggi osserva il suo bagaglio, avete presente quelle sacche di tessuto tipiche dei monaci zen poggiate a cavallo sulla spalla e che cadono una davanti e una dietro la schiena? Santoka le usava per i suoi "cammini" e via via le andava riempiendo e svuotando. Poche cose essenziali (c'è in Giappone un piccolo museo che conserva i suoi "averi" in una teca), cibo, taccuino e inchiostro, e l'amata bottiglietta di saké.
Santoka dice qui che ogni occasione può essere motivo per riempire le sacche.
Ecco l'elenco delle cose che ho ficcato dentro il mio bagaglio pesante e che mi sono portata a casa da Forlì.

- La consapevolezza che possa ancora esistere, e resistere, nonostante le notizie di "mafia capitale", una rete di cooperative sane, come quella che ci ha accolto. Gruppi di persone e di lavoratori con un'idea comune, un'organizzazione democratica, impegnati nel piccolo come nel sociale. Che credono negli ideali di cooperazione. Che curano il territorio, l'integrazione e il tempo libero con la medesima attenzione ai diritti e alla condivisione. 

- La possibilità di vivere serenamente, vedi punto uno, anche la vecchiaia. In un posto così la rete di solidarietà è talmente capillare ed è tutto cosi semplificato e a portata di mano, che essere un pensionato, magari anche vedovo, solo, o un disabile, è molto più facile lì che altrove.

- La "riscrittura". Durante il concerto di Radio3, quello di mezzogiorno, dove il pianista Roberto Cominati si è meravigliosamente speso per gli ascoltatori, il conduttore Marco Mauceri si è soffermato sull'importanza delle "riscritture musicali". Diceva che per Ferruccio Busoni, autore di una riscrittura di Bach che avrebbe interpretato il pianista di lì a poco, la "riscrittura" accadeva ogni volta che ci si metteva in ascolto. Per il grande musicista e teorico Busoni, - ognuno attraverso i propri strumenti culturali e la propria sensibilità - tutti riscrivono quello che "sentono". Ho pensato alla letteratura, anche agli haiku, e alla grande possibilità di "riscrivere" quello che sentiamo. 
Riscrittura come una traduzione speciale, intima e precisissima.

- L'utilità. Per chi ci ascolta non siamo solo importanti nella giornata ma qualcosa di meglio: siamo utili. Utili a passare il pomeriggio, utili ad accendere sinapsi. Insomma, utili.

- Il calore. Forse doveva essere al primo posto. Non solo il caldo boia che un paio di volte mi ha fatto sbarellare dietro le quinte (gira una mia foto rarissima da seduta!), ma la temperatura umana tra le persone.
Ascoltatori e noi di Radio3 ugualmente calorosi l'uno con l'altro. E non è niente male.

Questo è quello che ho portato a casa dentro la mia sacca. Piadina e mortadella le ho finite lungo la strada.


(Romagna mia, Romagna in fior)




giovedì 26 marzo 2015

Ronf

Tutti dormono
sonni profondi
che chiar di luna!
(Santoka 1882-1940)



Dopo ottocento anni un campione di muschio ibernato e recentemente prelevato in Antartide, - e già come inizio della storia non è niente male! - si è risvegliato ed è tornato a vivere la sua normale vita di muschio.
Un ciuffetto verdastro imprigionato per secoli nel cristallo della sua bara di ghiaccio, è stato riconosciuto tra mille nel lucore infinito e "baciato" dalla ricercatrice botanica Nicoletta Cannone presso la base antartica italiana Mario Zucchelli (notizia qui). Raccolto, baciato e riscaldato, il muschio contribuirà, autentico eroe per caso, agli studi sul permafrost e sui cambiamenti climatici dell'ecosistema.

Non dico ottocento anni nel ghiaccio ma una lunga ronfata al caldo mentre fuori continuano a parlare di riforme e di expo, e mentre il pd accusa quelli del pd, me la farei volentieri.


(imbaciabile)








lunedì 29 settembre 2014

Elogio delle dimissioni

Tornando a casa -
Nella profonda quiete
polvere sulla scrivania
(Santoka 1882-1940)


Dopo l'elogio dell'inchino e quello che ho dedicato alla gentilezza, oggi mi cimenterei nell'elogio delle dimissioni.

La questione dell'ex magistrato De Magistris (notizia qui), che in questi giorni sembra non credere più nella Giustizia, mi ha fatto malinconicamente ripensare a un blob unico di decine di facce di persone abbarbicate al loro ruolo mentre tutto - i fatti accorsi, le azioni di loro stessi o di altri ad essi vicini - contribuisce a svuotarli della loro immagine istituzionale, politica, pubblica. 
Così, con l'aiuto di Santoka, elogio le dimissioni, ricordando quei pochi altri, tipo quel ministro X danese che per avere acquistato un gelato con i soldi del partito si è sciolto scomparendo per la vergogna o quel dirigente giapponese Y che riconsidera Mishima, o quell'anonimo dirigente locale Z che ha mollato la poltrona, pur accusato ingiustamente, così, solo aspettando che "la magistratura faccia il suo lavoro".  

"Tornando a casa" dice Santoka. Com'on! Oh baby don't you want to go gli risponde questa mitica canzone.


(Clicca QUI per questa "serenata" con un organico di un certo rispetto)








venerdì 1 agosto 2014

Libro in valigia

Mi lavo con acqua calda -
il bagno del mattino
riempito fino all'orlo
(Santoka 1882-1940)


Altro libro da mettere in valigia è forse quello più zen di tutti quelli consigliati finora ma, attenzione, non racconta né di monaci né di Giappone. Si tratta del "Saggio sul luogo tranquillo" di Peter Handke, breve e incisivo come uno haiku, ma scritto da un grande scrittore occidentale (ed. Guanda, tradotto da Alessandra Iadicicco, € 13)
Mi è stato detto, da chi mi conosce bene, "Non puoi non leggerlo". L'ho fatto, e mi si è spalancato un mondo pieno di suggestioni, di letture da fare, di fili da seguire, di cose da approfondire. 

Non vi dirò molto di più, non mi dilungherò su come l'autore si rifugi nel bagno - sì proprio lì - e lo riconosca come "il" Luogo Tranquillo, quello a lettere maiuscole, ci dice. Lungo una vita, di bagni se ne vedono tanti e li consideriamo esclusivamente limitati all'uso per il quale sono stati pensati, trattandosi di luoghi "funzionali" e nulla di più. Solo un grande intellettuale come Handke riesce a ricostruire se stesso, analizzandosi e raccontandosi al lettore attraverso l'osservarsi nei bagni da dove è passato da giovane ragazzo insicuro o da uomo fatto e problematico. Lo fa "da fuori", come l'angelo de "Il cielo sopra Berlino" di Wim Wenders - Handke firmó la sceggiatura (leggi scheda film) - che poggiava sulla spalla di un uomo avvilito la sua mano impalpabile ma protettiva. Angelo di se stesso, Handke si rivede bambino nel bagno luminoso e trascendente del nonno o in quello dell'università. Con Handke ci rifugiamo in bagno per una pura ricerca esistenziale trovando, finalmente, protezione dagli altri e dai nostri fantasmi, sospensione dalle cose quotidiane, silenzio e solitudine. Ci accovacciamo tra i sanitari, ricordiamo le tracce dei mozziconi di sigaretta spenti sullo sciacquone, ci chiudiamo dentro il nostro Luogo Tranquillo che sia di un collegio o di un treno, in Carinzia o in Portogallo.
Tanto fuori c'è il resto del mondo che ci rassicura con le sue amate voci lontane. 

E allora, passo parola e vi dico anche io: "Non potete non leggerlo".


(luogo tranquillo a lettere minuscole)

Altri libri da mettere in valigia? QUI, QUI e QUI.







     

mercoledì 30 luglio 2014

Onsen

Uccelli e passere
a mollo 
nel bagno pubblico
(Santoka 1882-1940)

Chi segue il Dailyhaiku conosce la mia venerazione per il monaco zen più sfortunato di tutti ovvero il mitico Taneda Santoka. QUI e LI' lì, ora con un pretesto ora con l'altro, ho tentato di tratteggiare la personalità - nei limiti di quanto ho raccolto in giro su libri americani e su quel poco che è stato tradotto in italiano - del mio umile combattente del quotidiano.
Alcolizzato e solitario, un drop out diremmo oggi, ma che è stato capace di volare altissimo attraverso i suoi versi. La sua anarchia, anche verso le rigide regole della composizione degli haiku, la sua insofferenza dolente e ironica per tutto e tutti, la sua semplicità mi hanno catturata.
Ovviamente non ho nulla in comune con lui (né le vette della poesia né l'abisso della depressione), tanto meno lo sguardo trasparente sulla realtà... ma una cosa l'ho trovata!
Entrambi siamo felici quando ci rilassiamo in un onsen, in un bagno termale (link). I suoi erano luoghi modesti e di passaggio, a conduzione familiare - alcuni, ci racconta, con giacigli non pulitissimi - ma dove una zuppa calda, o ancora meglio del saké, erano garantiti. Se il clima non è clemente, se l'estate è autunnale, dopo una giornata difficile e stancante, esiste qualcosa di meglio?
Santoka, a questo momento di relax tra un pellegrinaggio e l'altro, ha dedicato notazioni e haiku divertenti come quello che apre il post di oggi o come questo che lo chiude:

Nel bagno
nudi
conversazione animata


(Saturnia. Uccelli e passere)






















  

lunedì 21 luglio 2014

Blu infinito

Eccomi
dove il blu del mare
è infinito
(Santoka 1882-1940)

 "Vogliamo essere in prima linea in Europa con la legge sull'eutanasia: è una legge che dà la garanzia alle persone di scegliere consapevolmente come andarsene. Questo è fondamentale per chi, come me, ha vissuto la propria vita in mezzo al dolore, alla sofferenza e alla morte". 

Così afferma il medico Umberto Veronesi in appoggio alla proposta di legge depositata alla Camera il 13 settembre scorso e che, da allora, non si è mossa da lì (leggi notizia).


(Sono per il "blu infinito". Anche quello di Yves Klein)















giovedì 3 luglio 2014

Libellule e Radio3

Una libellula
sul cappello
cammino
(Santoka 1883-1940)

Per andare avanti alla fine abbiamo bisogno di tre o quattro cose. Tra quelle metto anche leggere, sicuramente, e poco altro di cui sarebbe inutile parlare qui. 

Per Santoka consiste, forse, in una piccola sorpresa da osservare durante il faticoso cammino e altro ancora che lascio alle vostre suggestioni.

A proposito di benessere, aggiungerei una lista meno "primaria" ma ugualmente importante, dove metto gli ascoltatori di Radio3. Non si tratta di un'entità astratta, no, perché ci si riconosce. Quando capita di lavorare fuori dalla sede romana di via Asiago, per i festival in giro per l'Italia o ci si incontra in occasioni di presentazioni di libri o cose così, qualcuno mi avvicina e d'incanto...mi sembra concreta l'idea di un'Italia "possibile". 

Forse rischio il fraintendimento? Non si tratta di narcisismo o piaggeria. 
Tento di esprimere solo l'impalpabile sensazione di un obiettivo comune, ovvero il tentativo di costruire qualcosa, realmente, insieme.
Dove è possibile un confronto sulle cose civile e competente se non in quell'universo della radio che faccio? E dove chi ascolta assomiglia, e spesso supera o mette in crisi o stimola, chi realizza un programma? E in quale posto il confronto è concreto, sommesso e costruttivo? 
La corrente si sente e quando ci si incontra è come se ci si conoscesse.
Mica male andare avanti con una libellula sul cappello!!!


(Ascoltatori di Radio3. La ricetta dei biscotti -se volete ve la posto- è di Rosalba incontrata al Salone del Libro di Torino.)

Su radio e dintorni QUI!



lunedì 23 giugno 2014

Buon lunedì estivo!

Lucciole ovunque
rieccomi
nel mio villaggio natale.
(Santoka 1882-1940)

Sul pianeta Terra si stima esistano cinque milioni seicentomila specie di insetti. Oggi, primo lunedì estivo, parleremo allora di lucciole. Le ho viste l'altra notte, in una campagna vicino Roma, al ritorno di una festa di compleanno.

Vi va di rileggere l'haiku di Santoka, alla luce...delle lucciole? 
Stanco dopo tanto camminare, l'inquieto monaco vede il suo villaggio natale, luogo caro ma ostile, che ha lasciato per i suoi pellegrinaggi esistenziali durati più di dieci anni. Conoscendo la complicata biografia di Santoka non è un caso, per me, che l'immagine "villaggio natale", collocata nel terzo ku, sia il kireji (leggi QUI) ovvero il luogo poetico di ribaltamento e sorpresa 
È una serata tiepida, estiva. Tutto intorno i puntini luminosi e intermittenti delle lucciole. Lo immagino un po' brillo appoggiato al bastone, con i tabi infangati, il cappello di bambù (kasa) dietro la schiena, la sacca delle elemosine ai piedi, la fiaschetta del saké vuota. 
Stanchezza, attesa, silenzio, sorpresa, spaesamento, eccitazione...

Tornando alle nostre piccole lucciole, il kigo (leggi QUI) scelto dal poeta per questi tre versi, vero e proprio perno della composizione, aprono, per i lettori, l'immensa porta del cosmo. 
Ed è una gran bella sensazione. 
La settimana la apriamo anche con le polemiche sul garantire o meno l'immunità ai senatori ((link notizia qui) . Allora aggiungo un haiku, sempre con gli insetti di mezzo, meno romantico ma d'effetto:

Le zanzare!
Sono venute a cibarsi del sangue
del dormiente?
(Issa 1762-1826)


 (et voilá)


venerdì 20 giugno 2014

Esami senza stress

Sull'aritmetica
un giovanetto piange
sommesso - l'estate.
(Saitō Sanki 1900-1962)

Aiuto!!! Ci si mette pure Paul McCartney!!! Non pago delle esperienze di gioventù in India, il baronetto ci riprova con la meditazione, ma quella di oggi, quella col copyright e da esportazione per intendersi, quella che vede David Linch come guru massimo (ne avevo parlato in un post mooolto "meditato" QUI).
  
In sintesi, mentre nelle scuole italiane gli studenti piangono sommessi sulla sudata maturità e sulle esoteriche prove INVALSI, i loro nonni, artisti e miti mondiali, in pelle nera e ciuffettoni al vento, ci propongono un progetto - tutto vero! - di "scuola senza stress" (link).

Mi sto stressando. Ma proprio tanto. Tantissimo.
HELP!


(Won't you pleeeease, please help me, heeelp meee, heeeelp meeeee, ouuuuuuuuh...)

mercoledì 18 giugno 2014

Albero Saramago

Sotto un albero gigante
io e il cane 
inzuppati 
(Santoka 1882-1940)


A quattro anni dalla sua scomparsa dedico al grande scrittore portoghese questo haiku di Taneda Santoka (tags) che vede protagonista "un albero gigante" come nume tutelare e protettivo.
Figlio e nipote di agricoltori José Saramago scrisse, in occasione di un progetto Greenpeace, queste righe:

Sono nipote di un uomo che, presentendo che la morte lo attendeva all'ospedale dove lo stavano portando, scese nell'orto e andò a dire addio agli alberi che aveva piantato e curato, piangendo e abbracciando ognuno di essi, come se di esseri amati si fosse trattato. Quell'uomo era un semplice pastore, un contadino analfabeta, non un intellettuale, non un artista, non una persona colta e sofisticata che decideva di lasciare questo mondo con un grande gesto che la posterità avesse ricordato. Si sarebbe detto che stava salutando ciò che fino a quel momento era stato di sua proprietà, ma di sua proprietà  erano anche gli animali che davano da vivere ma lui non andò da loro a salutarli. Si accomiatò dalla famiglia e dagli alberi come se fosse stato per lui tutto la sua famiglia.


José Saramago mi si rivelò con la sconvolgente invettiva in forma romanzo "Cecità" ma a me qui piace ricordarne la coerenza politica e soprattutto la sue prese di posizione solitarie, impopolari e libere.



(Grandioso larice di periferia in Via Tor de Schiavi a Roma. Nulla da invidiare a quelli pariolini)


giovedì 12 giugno 2014

venerdì 6 giugno 2014

#blob25

Dopo aver visto il mio amico
torno solo
arrancando nel fango
(Santoka 1882-1940)

Oggi festeggio BLOB l'unico programma TV dove avrei voluto lavorare.

In onore della sua sintesi assoluta, del montaggio che ha fatto scuola, dell'inventiva di chi lo realizza, della grafica che lo caratterizza, mi inchino. 
Fangosa materia televisiva che da 25 anni tracima dentro casa mia e che io, felice, spalo tutte le sere (leggi QUI) .  


(È la cosa più orribile che io abbia mai visto!)


lunedì 2 giugno 2014

2 giugno

Non c'è nient'altro che possa fare;
cammino avanti
e avanti.
(Santoka 1882-1940)




Festeggiamo insieme  l'Italia che scelse come forma istituzionale la repubblica preferendola alla monarchia. Evviva! Evviva anche il rispetto per chiunque attraversi il nostro Paese! Evviva!

"Camminare" e andare avanti, dice Santoka. E "camminanti" dice la lapide che ho fotografato. Non è una parola bellissima? Non sapevo connotasse precisamente una piccola comunità di Rom siciliani di ombrellai e  arrotini (leggi QUI) che passano sotto le finestre urlando il loro servizio. 
Con il 2 giugno non c'entra molto? Non siamo, forse, tutti camminanti in giro per il mondo?

"Camminanti"...bellissima parola che non conoscevo. Camminanti, buon 2 giugno!


(Ieri camminavo per la suburra...e l'ho notata. Via Urbana sul muro dell'Angelo Mai)



mercoledì 28 maggio 2014

Ucraina-Terra

Sulla terra ghiacciata
abbandono 
il mio corpo febbricitante.
(Santoka 1882-1940)



Incollo da wikipedia che:

ukraina significa "al margine", o "sul confine", oppure "in periferia". In versione non ufficiale ucraina krajna significa semplicemente "paese, terra".

Nell'etimo stesso il destino di un pezzo di terra, lontano dall'Europa, al margine dell'interesse mediatico - almeno fino a questa mattina - e dai confini culturali confusi tra il sentirsi o meno "russi". 

E oggettivamente situato nella periferia dei nostri pensieri.

Oggi si contano altri cento morti (QUI).



(RIP)

mercoledì 14 maggio 2014

Continuo a tossire

Continuo a tossire
non c'è nessuno
che mi batta la schiena
(Santoka 1882-1940)

Sto messa così, meno sola e disperata di Santoka, ma con febbre e tosse.
Sul mitico Santoka come pescate nel blog pescate bene.
Iniziate da QUI, la radio mi è cara, ma leggete anche QUESTO post. Altri haiku di Taneda Santoka, il mio personale talismano di sopravvivenza, li trovate in giro cercando 'Santoka' nelle etichette a destra. E mi darete ragione.
A lunedì!


(Mi scoppia la testa. Abbassi la luce?)







lunedì 28 aprile 2014

Spezzò il pane...

Rosso del cielo all'alba
rosso del cielo al tramonto
niente da mangiare
(Santoka 1882-1940)


Vi offro due notizie lette una dopo l'altra: la prima, sono 13mila le tonnellate di pane avanzato gettate in discarica, ogni giorno, in Italia 
Ripeto: 13mila. Ogni giorno. In Italia (leggi notizia QUI).

La seconda è che il sindaco di Verona prevede una maxi multa fino a 500 euro per chi dà cibo ai senzatetto (leggi notizia QUI).
Tutto qui. 

Niente male per una settimana che incomincia con due santi nuovi di zecca. Buon lunedì. Andate in pace.


(ARTICOLI RELIGIOSI)








venerdì 11 aprile 2014

Il Meridiano Scalfari

Sul tavolo inondato di sole
scrivo una lunga
lunga lettera.
(Santoka 1882-1940)

Grazie a Dio è venerdì e si sta concludendo la settimana di festeggiamenti per i novantanni di Eugenio Scalfari, il giornalista schivo. Già. Nell'ordine: libro biografia venduto con il giornale, intervistona QUI e festona vip al teatro Argentina (leggi Christian Raimo QUI).     
E' evidente che non amando parlare di sé o mettersi in mostra, non sappiamo nulla della sua vita privata.  
Mai che nessuno gli pubblichi, che so, non dico un Meridiano ma neanche una raccoltina delle sue poesie! Mai che riceva mezza telefonata, mai nessuno che gli dedichi un rigo per estorcergli una considerazione qualsiasi sulla politica o sull'amore. Sarà stato sposato? E, ancora più interessante, avrà mai tradito? 
Ma dai! Chi alla sua età si vanterebbe di donne e sesso!? 
E che siamo tutti Berlusconi??? 

Umile monaco zen dell'informazione, continui pure a scrivere "lunghe lunghe lettere" ma rilegga l'opera filosofica dell'unico Suo pari mai esistito l'imperatore Marco Aurelio, ovvero i "Colloqui a se stesso"( e magari li metta in pratica). 




(Tra Saramago e  Schnitzler c'è il Meridiano Scalfari. Edizioni Mondadori euro 60)





mercoledì 2 aprile 2014

Il Paese dei buchi

Il caldo, il sapore
zuppa di patate
è arrivato l'autunno.
(Santoka 1882-1940)

I rifiuti. Mentre i paesi civili guadagnano, e dico guadagnano, dai rifiuti, noi continuiamo a scavare in giro solo buchi dove poterceli ficcare. La soluzione che sappiamo trovare è solo un buco che inghiotta tutto.

Del resto l'Italia non è forse il "Paese dei buchi", buchi economici e buchi neri?
È di poche ora fa la notizia che inizierà il processo contro Manlio Cerroni, il boss dei rifiuti, detto "il Supremo". Anche lui gestiva buchi. Al massimo segnalati da gabbiani impazziti e da roghi qua è là.

Poi a cena, noi ci pappiamo una buona zuppa di patate coltivate in quella terra.

E' il "supremo" ciclo delle cose. 
È zen, no?


(allora...qui metto il vetro, lì la carta... mmmmh...e qui la plastica, già)


... e per altre buche clicca QUI

venerdì 28 marzo 2014

Magica Roma?

Piscio
e guardo laggiù
il villaggio addormentato.
(Santoka 1882-1940)

Consolante pensare che invece di investire sul trasporto pubblico, anche alla luce del recente scandalo dei biglietti falsi ATAC (leggi l'inchiesta), Roma investa... sulla tifoseria, dando la possibilità a qualcuno di edificare un nuovo-mega-stadio. Più grande del Colosseo, la cui grandiosità ieri ha colpito Obama, più grande dell'Olimpico, più grande di tutto.

E Roma, magggica, ci dorme su. Ma che ce frega? Ma che ce 'mporta? E annamo!

(H.19. Solito film del "non solo mio" ritorno a casa)

Sempre su Roma tags "Sono Uchida" e "Tevere". E sul traffico in archivio post "Auto-nobili".

martedì 25 marzo 2014

Perdere il treno

Sfolgorante cielo sopra di me
camminando
mendicando
(Santoka 1882-1940)



La notizia, l'avrete già letta in giro, è che l'amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti, si è detto pronto a lasciare il vertice delle FS se il governo Renzi taglierà il suo stipendio (850mila euro l'anno contro i 239.181 euro, al lordo delle tasse, che percepisce il Presidente della Repubblica. L'indennità è fissata da una legge che prevede ogni anno l'adeguamento automatico all'inflazione, ma dal 2010 Napolitano ha rinunciato a quest'aumento.Leggi QUI).

Lesta e dispettosa, affido il commento al più diseredato dei poeti zen che frequento in questo blog, il più solo e povero, colui che aveva sbagliato tante volte e che ha perso molti treni in vita sua: il mio amatissimo Taneda Santoka.
Senza quiete, camminava per chilometri e chilometri su e giù per il Giappone consumando i suoi tabi , i leggeri sandali in paglia dei monaci. Santoka viveva di elemosine e dormiva dove capitava. Al massimo si faceva un cicchetto di sakè per riprendersi dalla fatica. Osservatore delle piccole cose quotidiane come foglie, grilli, un pugno di riso, una mosca, una pozzanghera, le annotava in forma di haiku sul suo diario. 
Nel suo cammino esistenziale Santoka ci ha lasciato versi toccanti, trasparenti e universali.

Cosa lascerà Moretti alle Ferrovie dello Stato? Per saperlo basta prendere un treno. 


(Foto di Santoka. Non di Moretti)


Qualche notizia in più sulla vita di Santoka -vale la pena!- QUI e ANCHE QUI. Nel blog, i suoi haiku e altro su di lui basta cercarli con la tag "Santoka". 

Scoprirete un mondo, vi avviso...