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mercoledì 2 aprile 2014

Il Paese dei buchi

Il caldo, il sapore
zuppa di patate
è arrivato l'autunno.
(Santoka 1882-1940)

I rifiuti. Mentre i paesi civili guadagnano, e dico guadagnano, dai rifiuti, noi continuiamo a scavare in giro solo buchi dove poterceli ficcare. La soluzione che sappiamo trovare è solo un buco che inghiotta tutto.

Del resto l'Italia non è forse il "Paese dei buchi", buchi economici e buchi neri?
È di poche ora fa la notizia che inizierà il processo contro Manlio Cerroni, il boss dei rifiuti, detto "il Supremo". Anche lui gestiva buchi. Al massimo segnalati da gabbiani impazziti e da roghi qua è là.

Poi a cena, noi ci pappiamo una buona zuppa di patate coltivate in quella terra.

E' il "supremo" ciclo delle cose. 
È zen, no?


(allora...qui metto il vetro, lì la carta... mmmmh...e qui la plastica, già)


... e per altre buche clicca QUI

lunedì 10 febbraio 2014

Buche. Un avvertimento zen

Non scordare,
noi camminiamo sopra l'inferno,
guardando i fiori
(Issa Kobayashi 1763-1828)


Dopo le grandi piogge, le grandi buche.


(Foto dal motorino. Fermo)

Ecco il monito di Issa Kobayashi per chi cammina e per chi guida il motorino per le strade di Roma.

Issa, nella letteratura giapponese, è considerato uno dei più importanti poeti di haiku.
Come Matsuo Bashō (1644-1694) intraprese grandi viaggi per approfondire l'essere haijin, compositore di haiku, dedicando il suo interesse alla vita di tutti i giorni fatta di piccole cose, di animali, insetti, uccelli e fiori.
Nonostante il destino di Issa sia stato pieno di sofferenze, i suoi haiku (ventimila!!!) sono spesso pieni di umorismo e leggerezza.
Ma di Kobayashi Yotaro e del perchè, fattosi monaco buddista, volle chiamarsi Issa ne riparleremo presto e sempre qui.

Intanto, buona settimana a tutti i samurai in giro per le strade!
E riflessi d'acciaio, nella viabilità - chiamiamola così - romana.