Visualizzazione post con etichetta Ryōkan. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Ryōkan. Mostra tutti i post

mercoledì 7 dicembre 2016

TV rock

Questo mondo
è simile all'eco
che risuona
e poi svanisce
nell'atmosfera
(Ryōkan 1758-1831)

Se trasmetteva qualcosa che non gli andava a genio, Elvis Presley sparava alla tv. Succedeva laggiù a Graceland, Tennessee, nel suo salone dalla moquette pelosa chiamato "Jungle room". Bang, sparava. E l'apparecchio, forato al centro come nei migliori cartoon, è devotamente conservato nel museo dedicato al divo del rock.
Non ho né il ciuffo né porto d'armi, ho solo il telecomando.

E schivo bersani-travaglio-damilano-travaglio-salvini-travaglio-gelmini (ripeto) gelmini- carfagna (sì) carfagna-d'alema-floris-formigli-vespa-travaglio-grillinivari-gasparri-scaaansi- gasparri-gasparri-travaglio-scaaaansi che fanno, con autorevolezza, sensibilità e amor di patria, il punto della situazione. Telecomando in mano, cambio.

E mi butto così su Mika che pare abbia una casa dove vanno un sacco di persone amikedimika, micamie, ma ci trovo anche io un'amica: Patrizia Cavalli la poetessa. Che come sempre volava e rimava, lieve e salda sulla terra, con la giacca verde e il suo foulard di seta.
Eleganza, bellezza. Poesia.
Però finisce, mika può durare tutta la sera, mi dico, e cambio canale.
E mi attacco ai canali di tipo istruttivo (foche, leoni, quanti, biografie, guerre) e becco la storia dei Clash e del suo leader Joe Strummer. Una volta, racconta lui stesso, vide in tv, in un servizio del telegiornale ben inquadrata, sulla bomba pronta a sganciarsi sull'Iraq, la scritta "Rock the casbah", titolo della sua canzone più famosa. E pianse. E svalvolò. Moltissimo, come raccontava il documentario di ieri.
L'ho capito ancora una volta. Amo il rock. Le canzoni, come il mondo per Ryōkan, son come fiori che poi svaniscono.


(Piccolo spazio pubblicità)









venerdì 13 febbraio 2015

Amore zen

Senza cipria
che candore ha il tuo viso
giovane sposa
(Ryōkan 1758-1831)



Si sta chiudendo la settimana più stucchevole dell'anno quella che a ranghi serrati va da Sanremo a San Valentino. Cuore e amore non sono proprio parole tipiche degli haiku ma... anche Ryōkan sa cantare l'amore. E nel modo più zen che esista!

Ryōkan nasce ricco e in una famiglia colta. Primo di sette fratelli, lascia la sua bella famiglia - suo padre era un poeta che preferì le lettere alla vita del feudatario - per iniziare un cammino errabondo al seguito di un monaco zen con il quale perfezionerà il cinese, la calligrafia e la poesia.
Dopo la morte del suo maestro è assalito da una crisi profonda e vive per qualche anno come unsui, nuvola e acqua - mica male potere essere per qualche tempo nuvola e acqua! - ovvero come un sacerdote errante. 
Decide di tornare sui suoi passi dopo un'ulteriore luttuosa notizia. Il suicidio del padre lo vedrà sistemarsi in un eremo nei paraggi del villaggio natale, un posto minuscolo ma isolato quanto basta per poter scendere ogni tanto tra gli altri. Solo ma con gli altri. Al villaggio, i contadini si vedevano comparire Ryokan, il monaco che amava danzare e giocare a palla con i bambini. E che beveva e mangiava qualcosa di caldo nella taverna.

Ryōkan non distingue tra uomini e cose. Conosce satori e meditazione. Una pulce, un albero, un bambino provocano in lui stupore e ispirazione. Maestro delle cose semplici, abitante del mondo. Questi due haiku non possono anche ricordarci l'atmosfera di luminosa povertà che fu di Charlot in "Tempi moderni"?

Lavo il paiolo
e il rumore si unisce
a quello delle ranocchie verdi
...

Ah! Se tutti i giorni
mi sentissi così bene
come dopo il bagno!
  
E Ryōkan si innamorerà! Di una ragazza bellissima, la sua discepola prediletta di ventinove anni di nome Teishin. Amante, allieva, segretaria adorata e devota, colei che gli rimarrà accanto fino all'ultimo giorno di vita, che contribuì a sollecitarlo nella scrittura e a cui dobbiamo la raccolta e pubblicazione dei suoi scritti. 

Ma soprattutto ispiratrice di una serie haiku "innamorati" e così profondamente zen. Come lo fu la vita di quest'uomo coltissimo, ridente e ispirato, mite e semplice. 
Forse il monaco zen più monaco zen che io abbia mai...conosciuto.  


(Amore di un'estate)




giovedì 29 maggio 2014

ISTAT e sardine

Sudato, ansimante
sopraggiunge fin quassù
il venditore di sardine.
(Ryōkan 1758-1831)


Tutti fermi! Oggi una "bella" fotografia dell'Italia. 
Non il verde paesaggio con monumenti e piazze, ma quella dei numeri dei dati ISTAT (leggi QUI). Bassi il welfare e pil, e minimo storico per la natalità. Sempre ai vertici il totale dei disoccupati con più di 6 milioni di persone senza lavoro. E ovviamente pochi consumi e tanto indebitamento.


Fatta! Ora possiamo muoverci. Già. Cerchiamo di venderle queste sardine, dicono che siamo fuori dalla recessione...


(Roma Villaggio Olimpico. Bassa natalità)


















martedì 27 maggio 2014

Sogno o son desto?

A vetri schiusi
m'assale il passato -
sogno reale!
(Ryōkan 1758-1831)


Aiuto! Qui letteralmente ci "assale il passato"!
Ora, che il compagno Ciriaco De Mita, alla primaverile età di 86 anni, abbia conseguito l'ennesimo risultato della sua sterminata carriera diventando ieri sindaco di Nusco, è un fatto che non so se mi sconforta o mi sgomenta (la notizia QUI).
In certe circostanze è difficile tenere a freno l'istinto rottamatore! Meglio prendersi una bella camomilla, tornare a dormire e chiudere la finestra...


(Poi c'era un bicchiere, un sapone gigante, un pettinone su un letto minuscolo, De Mita  con la fascia da sindaco...).









lunedì 5 maggio 2014

Stadio d'assedio

Tutti i giorni, senza eccezione,
vado a giocare con i bambini.
Porto due o tre palle nelle mie tasche;
sono un uomo inutile, ma felice,
in questa pace primaverile.
(Ryōkan 1758-1831)



Quando la tua città è messa sotto scacco dai tifosi e il tuo Paese non trova la soluzione per fronteggiarli, non rimane molto da fare. L'unica è rileggermi questo waka di Ryōkan e fare qui un elogio della mitezza. Qualunquismo in formato zen? No. Unica via percorribile.


(1 a 0. Partitella sulla spiaggia di Fregene. Li amo.)


PS
Il post "aneto e ricordi" lo rimando a domani. Vi aspetto!

martedì 29 aprile 2014

Vip-victims

Le mosche
sopravvissute
mi riconoscono
(Santoka 1882-1940)


Oggi è una bella giornata di sole e ho voglia di distrarmi dalle ultime solite notizie per raccontarvi...

...è una bella serata primaverile, decido di fare due passi a villa Borghese e incrocio, giuro, Flavio Briatore.
Tenuta sportiva e, al seguito, nell'ordine: fitness-Gregoraci, frugoletto, colf filippina d'ordinanza. Mi ripeto che non sono né a Porto Rotondo, né in Kenia, né su "Vanity fair".
Capisco che non si tratta di un sogno perché una donna, un po' rubizza, infagottata di stracci uno sull'altro, alzandosi dal suo cartone e venendomi incontro, mi chiede qualcosa in elemosina.
Non avendo quasi nulla in tasca, le dico a voce alta, anzi altissima, che mi si senta: "Chieda, chieda a lui!"
E cosa fa lei? Lo riconosce e...mi si intimidisce! E non gli chiede neanche mezzo euro!!!
I Briatore profumatissimi, ci superano, lasciandoci alle loro toniche spalle.
La guardo e muovo la mano per dirle: 'Mbè?"
E lei, intimidita, mi guarda con una faccetta del tipo: "Non c'è l'ho fatta...è un vip. È un vero, vero super vip!"

Ma guarda te, le vip-victims si nascondono ovunque!
Beh, l'euro te lo do la prossima volta. E volo via...


(Billionaire, al centro tavolo riservato Dailyhaiku.)

E se a "clochard", "invisibili", "barboni" preferite la parola "visibili" leggete QUI e fatemi sapere.

giovedì 27 marzo 2014

Il Ventennio (di Berlusconi)

(Incubo di Mark Ryden. Riconoscibile Olgettina e il suo "meat show")

                                                             
A vetri schiusi
m'assale il passato -
Sogno reale.
(Ryōkan 1758-1831)

Sogno o son desto? Il 27 marzo del 1994 le prime elezioni vinte da Silvio Berlusconi con la sua coalizione di centro-destra formata da Forza Italia, Alleanza Nazionale, Lega Nord, CCD e UDC.

Iniziò oggi un ventennio. Da incubo.


(L'EUR come Milano2) *

*
se zoomate la foto del Palazzo dei Congressi che ho fatto in una giornata dicembrina fredda   e tersa, potete notare, a destra, un uccellino minuscolo. Volevo dare anche a lui un po' di notorietà mediatica. Ciao!  



giovedì 20 marzo 2014

I 20 allenatori più pagati

Il genere di notizia che di solito salto sono le classifiche dei più belli/ricchi/racchi/cornuti/grassi/rifatti ecc... Questa però mi si è aperta quasi da sola sul telefonino - grazie a un movimento inconsulto delle dita - e mi si è palesata davanti, così, senza potermi sottrarre. E allora ve la giro: si tratta degli allenatori di calcio più pagati al mondo. Su venti, nove sono italiani. Venti...nove...stra-pagati...italiani...nel mondo. 
Non è una notizia particolarmente grave, mi sembra solo un po' squallida.
La notizia è tratta da "Il Post" e, se vi va, potete anche leggerla QUI.  



Allora io voglio Ryokan in squadra:

Tutti i giorni, senza eccezione
vado a giocare con i bambini.
Porto due o tre palle nelle mie tasche;
sono un uomo inutile, ma felice,
in questa pace primaverile.*
(Ryokan 1758-1831)


E anche Nanni Moretti. "Pallaaaa!!!"

(Nanni Moretti. La Messa è finita. 1985)




* Oggi ho fatto un'eccezione. Questo breve testo di Ryokan non è uno haiku ma un waka (QUI). 

lunedì 10 marzo 2014

Aiuto, qui sono tutti masterchef!

Riso per domani
nella ciotola di ferro -
freschezza serale.
(Ryokan 1758-1831)

Non sono una sociologa ma una cosa è certa: nel periodo di crisi economica più buio ci si è buttati sulla cucina esattamente come un disperato si butta sul cibo. 
Come spiegarci altrimenti lo share stellare di programmi ai fornelli con cuochi maestri di vita e di pensiero?
Del resto, se in tv i vecchi pippibaudi e albepariette sono stati sostituiti dai politici, perchè gli chef non possono avere spazio ed essere imitati, corteggiati, adulati e venerati? 
Ecco sfilare la nuova parata di foodblogger e di food designer, i master in cakedesign e in food lifestyle, la food photography che impazza sui social, i corsi, le riviste, i canali specializzati, nigelle e cracchi a go go.

Se volete disintossicarvi, se non capite chi è il tizio che imita Crozza, se il vostro amico vi guarda con aria sapiente scaraffando o impiattando - come ora dice lui -, se la vostra amica vi bombarda di macarons... leggete quanto Roland Barthes scriveva sulla zuppa giapponese rispetto alla minestra nostrana.
Puro godimento, puro godimento!

Da noi, una minestra chiara è una minestra povera; ma qui, la leggerezza del brodo, fluido come acqua, il pulviscolo di soia o di fagioli che vi galleggia, la scarsità delle due o tre cose solide (fili d'erba, filamenti di legume, particelle di pesce) che solcano fluttuando questa piccola quantità d'acqua, dànno come l'idea di una densità chiara, d'una nutrizione senza grassi, d'un elisir tanto più corroborante quanto è più puro: qualcosa d'acquatico, più che non d'acquoso, di delicatamente marino che suscita un'immagine di sorgente, di vitalità profonda.

da "L'impero dei segni" di Roland Barthes (Einaudi)