lunedì 3 luglio 2017

La poesia di Fantozzi


Un ciliegio grande e bello
disse a un piccolo alberello:
"Sì, sei bravo, hai messo i fiori
coi lor petali a colori,
ma cambiare i fiori in frutti
alberello, non saprai"



Il resto lo conosciamo. Mariangela, come finisce di recitare la sua poesia di Natale (dedicata alla primavera!) al cospetto dei mega direttori galattici che tra loro, e solo tra loro, si erano appena scambiati doni natalizi come panettoni d'oro e pietre preziose, viene derisa e chiamata "Cita" (video qui)Suo padre, l'impiegato Fantozzi, in un rigurgito di dignità tenterà qualcosa che finirà, come sempre, malissimo. 
Paolo Villaggio, con Luciano Salce, ha descritto una Roma grigio cemento, amara e malmostosa, e davanti a quei palazzoni dell'Eur muovono piccoli personaggi che ci sono diventati parenti.
E se grazie a queste figurine noi italiani ci vediamo per quello che siamo, compressi tra burocrazia e soprusi, grazie proprio a noi, i film di Fantozzi, non sentono affatto il tempo che passa, anche dopo quaranta anni.
Riusciamo a rinverdirli ogni giorno a forza, purtroppo, della nostra fantozziana statura.



("Fantozzi in paradiso")













1 commento:

  1. Altissimo momento della nostra cinematografia , un ritratto graffiante e sarcastico della società italiana

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