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giovedì 2 giugno 2016

2 giugno

Donne, uomini
le loro ombre
danzanti
(Santōka 1882-1940)

Lo sapevo! Lo sapevo che per festeggiare la Festa della Repubblica dovevo chiedere a Santoka. Un haiku danzante come proposta alternativa alle parate militari che proprio oggi due giugno mi appaiono un po' fuori tema
E allora? Festeggiamo la Repubblica, semplicemente, e smettiamola di dire che "siamo in una dittatura", ad esempio, che poi uno ci crede. Godiamoci la libertà di parola, il voto, ricordiamoci la storia di lungimiranza e coraggio di chi ha combattuto per questi diritti. Diritti civili. Riprendiamoci i colori della bandiera italiana, appannaggio di forze destrorse di torvi gazebo elettorali.
E via con le danze!


(Bianco Rosso e Verde)














venerdì 27 maggio 2016

Favour

Luccica nel calore
un cesto di vimini
sotto l'albero di susine
(Akutagawa 1892-1927)


Aspettate! Aspettate, gruppo dei sette economisti più importanti della Terra, per gli amici "G7", aspettate!!! (notizia QUI) Inventatevi qualcosa, fate qualche intervista, un paio di foto ancora - Obama, Merkel, Renzi: cheese! -  una telefonata lunga, prendetevi ancora qualche minuto! Una tartina, qualcosa da bere? Sta arrivando!
Eccola qui, finalmente Favour ce l'ha fatta! Dal suo cesto di vimini, saluta tutti, sorride.
I suoi occhi a stellina cercano quelli degli altri suoi colleghi di G7, luccicano e cercano, luccicano e cercano.
"Piccola Favour, grazie di essere arrivata fin qui! Grazie, dacci una mano tu a risolvere questa questione, la tua esperienza è importante per noi, ci serve tutta! Lui è Obama, vedi? Io sono Renzi, questo è Junker e questa signora che ti tiene in braccio si chiama Angela" "No, brava, lascia stare il naso di Cameron. Piacere Favour, piccolo meraviglioso Favore per tutti, benarrivata! Loro si chiamano Trusk e Trudeau, grazie di essere arrivata qui al G7 dopo tanta fatica! Grazie a nome del mondo!".
Shinzo Abe, padrone di casa, fa uno strappo alla regola (forse l'unico della sua carriera di diplomatico giapponese!), nessun tavolo di lavoro, via tutto, via queste scartoffie che non tutti gli ospiti riescono a capire perchè non sanno ancora leggere, via le sedie, troppo alte. 
Si rimarrà lì, sul prato, ad altezza cesto di vimini. Chi vuole può sedersi sotto l'albero di susine, chi vuole può prenderla in braccio, cambiare il pannolino a Favour. Oppure rimanere in silenzio con lei, all'ombra. 
È sbarcata da poco ma non è stanca, è pura vita luccicante, non ne vuole sapere di dormire.
Sta raccontando la sua storia a tutti, il G7 è diventato G8, la vita irrompe e noi ci inchiniamo a questo regalo.


(Il regalo più bello)









martedì 24 maggio 2016

Austria

Il sole del mattino -
scintillando si leva
su boschi di brina
(Iida Dakotsu 1885-1962)



Oggi una grande vittoria verde in Austria, vince il professore ecologista Van Der Bellen!
L'Austria torna nella lista dei Paesi dove posso di nuovo, e serenamente, recarmi in vacanza un giorno, ed esce di diritto dall'elenco dei Paesidovenonvado.
Non ho intenzione di recarmi in Turchia o in Ungheria, esempi di paesidovenonvado, ovvero quelli che hanno fatto passi indietro in materia di diritti civili come l'Egitto (e pazienza per le piramidi che non ho mai visto), o quelli ghetto, con i resort attaccati a slum dove sniffano colla. No, non ci vado. La Svizzera con le sue banche confortevoli come centri estetici può stare dove sta e se vince Trump guarderò solo i film. Quella dei Paesidovenonvado è una strana lista, in fieri, si entra e si esce, basta un piccolo segnale di cambiamento, di apertura e cambia l'elenco.

Quindi oggi festa! Grandi passeggiate per boschi di brina austriaci, alte montagne, wurstel e birra! 

L'Austria. Il suo "ordine" e la sua "vivibilità" tornano valori e non più obiettivi per reazionari coi bicipiti tatuati con svastiche, e quei pantaloncini di cuoio e le stelle alpine di latta, mi appaiono, oggi, anche tollerabili.
E allora grande festa! Invitati Freud, Klimt e poi Schnitzler, Musil, Bachman,Werfel, Handke, Rilke... Per la musica? Mozart!


(Felicità verde)

giovedì 19 maggio 2016

Pannella RIP

Tramonto.
Il gatto torna a casa
tra le piante di tabacco
(Murakami Kijo 1865-1938) 



Marco Pannella è mancato poche ore fa. Se ne è andato. Elegante, così imprevedibile e forastico, dalla zampata improvvisamente aggressiva e sguardo penetrante, sì, aveva qualcosa del gatto. 

Con lui se ne va un pezzo di Italia, quella laica, quella che non si sottrae, anche fisicamente, alla responsabilità di vigilare sui diritti delle minoranze, alcune battaglie sono ancora qui davanti ai nostri occhi e sono tutte ancora da combattere.
I suoi maglioni a girocollo tra i politici con la cravatta, la cicca tra le labbra, l'aria da capo indiano che non teme nulla, il vocabolario forbito, la voce di velluto, i colpi di scena dispettosi anche per i suoi elettori. Il mangia preti, l'antimilitarista, l'antiproibizionista, il gandhiano. Aveva qualcosa di candido e di astuto, di ragazzino e di vecchio, di pudico e spudorato. 

Bello che ci sia stata una visione tale della laicità, bello averne approfittato come cittadina, essere stata tutelata da quelle battaglie vinte. Bello che non si sia arricchito, che non si sia mai detta una parola sulla sua sobrietà ed onestà. E che pur nell'Italia magnacciona sia comunque riuscito a restituire l'antico valore simbolico, mistico e altamente politico al concetto di "digiuno"
Ciao.


(RIP)