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lunedì 3 marzo 2014

Fuoco cammina con me

Nessun aiuto 
per quelli come me
vado a a camminare.
(Santoka 1882-1940)



Quando una domenica sera da Fazio ho visto che anche il grande regista David Linch parlava di meditazione mi è crollato il mondo addosso.
Proprio lui, il conturbante ideatore di Mulholland Drive e di Velluto blu, il Linch dal meraviglioso ciuffettone pulprock ora bianco, mi si è intrippato nei viaggi trascendentali come il più banale dei miliardari americani che fissa un pezzo di quarzo nel deserto!
E ne parla seriamente e mi fa pure lo schema (schema che poi ricorda molto i grafici dei guru americani per ritrovare l'autostima o per far dimagrire 60 chili step dopo step)!
Mi catapulto su Wikipedia, leggo che pratica da anni la meditazione trascendentale -lecito- ma soprattutto leggo questo che vi incollo:

Lynch sta lavorando alla creazione di sette "fabbriche della pace", ognuna con 8000 insegnanti delle tecniche avanzate di meditazione trascendentale. Ha stimato che il costo di questa operazione sia di 7 miliardi di dollari; al 2005 ha investito personalmente 400.000 $ e ha raccolto 1 milione di dollari in donazioni individuali e da parte di associazioni.[19] In Italia lancia il suo primo progetto "Scuola senza stress" iniziando con la sperimentazione in due scuole catanesi.

Tralascio alcuni punti: in Italia alcune aule sono spesso da film dell'orrore, il concetto -tutto da approfondire- delle 'fabbriche di pace' e quello di che penso veramente sulla meditazione prêt à porter.

Ma ecco la salvezza. Questo piccolo cartone animato dedicato a Santoka e che vi propongo con le mie istruzioni per la visione:
- se non la conoscete, date un'occhiata alla storia di questo monaco QUIQUI e QUI.
- mettetevi tranquilli  e concedetevi 6 minuti di calma totale
- staccate il telefonino
- trovate una posizione comoda al computer e regolate l'audio prima e non durante (!)

Ora siamo pronti per ascoltare il suono dei grilli, presenti spesso insieme alle pulci negli haiku di Santoka, e qui evocati in suo omaggio, a stordirci con il suo amato saké e a meditare su questo piccolo monaco zen sconosciuto a noi occidentali.

L'inizio è in giapponese e per la traduzione ho chiesto aiuto a Laura Imai Messina, che ringrazio tantissimo, autrice di un blog sulla sua esperienza decennale in Giappone e ora anche di un romanzo.
Ecco quanto la voce fuori campo di Santoka ci dice attraverso alcune frasi tratte dal suo diario:
                                                               
Io ho camminato,
ho continuato a camminare,
perché volevo camminare,
no, è perché dovevo camminare,
no, no è perché non potevo che camminare,
che ho camminato.
Poiché continuo a camminare.