martedì 8 luglio 2014

Un appello

Più numerose le primavere
più lunghi i dì
recano lacrime e lamenti
(Issa 1773-1828)

Un appello. Anche alla luce delle polemiche sui post di FB che portano soldi a Mark Zuckerberg e i test sulle emozioni più o meno subliminali ((notizia qui), aboliamo la frase: "ecco le immagini che hanno commosso il web"!
E anche il fermo di:  bambini nati dopo tre giorni di gestazione, i resti di un orso mangiato da uno scoiattolo, il cane che fa le fusa, il gatto (immancabile) che fa l'autostop, una coppia di lemuri che stanno insieme da venticinque anni, una mosca vedova. La suora rifatta, il prete barman, il pargolo che suona mozart con i denti, il padre che filma senza mani, la madre con tre tette, la nonna con le branchie. E ancora l'obeso incastrato, l'anoressica pentita, l'ultima torta, l'ultimo viaggio, l'ultima pedalata. Il torero pentito, il pescatore pescato, il cacciatore sparato. Il bimbo pedofilo, il pensionato satanista, la disoccupata che canta, suo marito che balla.   

Basta non cliccare su quel triangolino. Non animarli. Non condividere, non mettere "mi piace".

Riprendiamoci le lacrime vere. Salate. Al massimo quelle con la cipolla ma di Marina Abramovic.


(E che lacrime!!!)