martedì 16 giugno 2020

Giulio Giorello



Dell’uom la prima colpa e del vietato
arbor ferale il malgustato frutto,
che l’Eden ci rapì, che fu di morte
e d’ogni male apportator nel mondo,
finchè un Uomo divin l’alto racquisto
fa del seggio beato e a noi lo rende,
canta, o Musa del ciel; tu che del Sina
dell’Orebbe in sul romito giogo
inspirasti il pastor che primo instrusse
la stirpe eletta come i cieli e come
la terra in pria fuor del Caosse usciro
(Paradiso perduto, incipit, di John Milton)

- Di quale poeta desidera parlarci, professor Giorello?
- Di Milton e del suo "Paradise lost"!
E così, con aria ispirata, iniziò a declamare a memoria l'impervio poema dall'inglese aulico e ostile ma così musicale.
Giulio Giorello è stata un'altra delle mie fortune professionali, di quegli incontri che provocano altri incontri di tipo letterario, capaci di rendere un pomeriggio qualsiasi un pomeriggio indimenticato. E così, pur non avendo mai seguito una sua lezione, vorrei comunque considerarmi un'allieva nel coltivare almeno quel suo esempio di gentilezza e cordialità e far mia quella vena di brillante, folle, astrazione di quell'intervista.

(Filosofia della scienza)



    



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