Una poesia, una notizia e una foto per guardare alla realtà scandendola in tre momenti, come succede nel poco spazio di un haiku giapponese. Ogni giorno. La poesia è nelle cose di tutti i giorni. "Cuscino di pietra/accompagno/nuvole" (Santōka 1882-1940)
lunedì 1 marzo 2021
Cara Rossella
mercoledì 24 febbraio 2021
Lawrence Ferlinghetti
martedì 23 febbraio 2021
Nel ricordo di Luca Attanasio
mercoledì 27 gennaio 2021
Il Giorno della Memoria
Fratelli umani a cui è lungo un anno,
un secolo un venerando traguardo,
affaticati per il vostro pane,
stanchi, iracondi, illusi, malati, persi;
udite, e vi sia consolazione e scherno:
venti miliardi d’anni prima d’ora,
splendido, librato nello spazio e nel tempo,
era un globo di fiamma, solitario, eterno,
nostro padre comune e nostro carnefice,
ed esplose, ed ogni mutamento prese inizio.
Ancora, di quest’una catastrofe rovescia
l’eco tenue risuona dagli ultimi confini.
Da quell’unico spasimo tutto è nato:
lo stesso abisso che ci avvolge e ci sfida,
lo stesso tempo che ci partorisce e travolge,
ogni cosa che ognuno ha pensato,
gli occhi di ogni donna che abbiamo amato,
e mille e mille soli, e questa
mano che scrive.
(Primo Levi, “Nel principio”, 1970)
Incastonate nell’asfalto di un marciapiede del mio quartiere due pietre d’inciampo. Mi fa piacere che ci siano, vivo meglio sapendo della loro presenza.
Gli occhi di donna che abbiamo amato.
giovedì 21 gennaio 2021
We’ve braved the belly of the beast.
We’ve learned that quiet isn’t always peace,
and the norms and notions of what “just” is isn’t always justice.
And yet, the dawn is ours before we knew it.
Somehow we do it.
Somehow we’ve weathered and witnessed a nation that isn’t broken,
but simply unfinished.
We, the successors of a country and a time where a skinny Black girl descended from slaves and raised by a single mother can dream of becoming president, only to find herself reciting for one.
Quando arriva il giorno, ci chiediamo dove possiamo trovare una luce in quest’ombra senza fine?
La perdita che portiamo sulle spalle è un mare che dobbiamo guadare.
Noi abbiamo sfidato la pancia della bestia.
Noi abbiamo imparato che la quiete non è sempre pace,
e le norme e le nozioni di quel che «semplicemente» è non sono sempre giustizia.
Eppure, l’alba è nostra, prima ancora che ci sia dato accorgersene.
In qualche modo, ce l’abbiamo fatta.
In qualche modo, abbiamo resistito e siamo stati testimoni di come questa nazione non sia rotta, ma, semplicemente, incompiuta.
Noi, gli eredi di un Paese e di un’epoca in cui una magra ragazza afroamericana, discendente dagli schiavi e cresciuta da una madre single, può sognare di diventare presidente, per sorprendersi poi a recitare all’insediamento di un altro.
Un giuramento sospirato, nelle vibranti note di un grande musical finalmente allestito, dopo immagini violente da film di cassetta, tutte muscoli e sparatorie dagli effetti speciali.
Saggezza e mitezza brillano tra le bandiere che garriscono al vento, e le canzoni, i doni, gli occhi umidi. È bello poter assaporare di nuovo il sapore della speranza, la sua dolcezza rende immemori, almeno il tempo di una ballata o di una poesia, lontani da quello che è successo poco prima. È un tempo salvifico, vivificante. Un godimento. E Trump, il bambino caratteriale che vuole giocare per forza e che quasi la bucava la palla, adesso, almeno in queste ore, chi se lo ricorda più?
(L’alba è nostra)
giovedì 14 gennaio 2021
Il tempo delle frullecchie
gli artèdoni liriavano in finiera metàrcopi e sindrèfani rodiosi...
- Io invece vissi ai tempi laccheroni degli ùzzeri bagiosi e guazzacagni; s’andava lornogorno a brencoloni
tra làlleri, gaglioppe e trucidagni; d’inverno si zurcavano le precchie cazzando lorigucci e naderlini,
a maggio si correvan le frullecchie sfoncando con urlacci i mogherini.
(“Dialogo celeste” di Fosco Maraini in Gnosi delle Fanfole)
Ecco cosa risponderei in un ipotetico dialogo celeste.
Vissi il tempo laccherone della pandemia, quella che attaccava i polmoni e li riduceva a ùzzeri bagiosi, che deprimeva gli animi degli adolescenti e dei vecchi e di quelli della mia età, e pure l’economia, mentre dall’America in giù, fino a casa, Andali ludiati si sovreccitavano e complicavano le vite dei cittadini.
E i debiti da pagare? mi chiedeva quello, e le risorse, sì, i soldi, come li avete spesi? Fruttarono? Furono impiegati al meglio? E a maggio, cosa è successo a maggio?
Abbiamo continuato con le frullecchie.
giovedì 7 gennaio 2021
Trump ovvero un vicino di casa
martedì 5 gennaio 2021
Franco Loi
giovedì 31 dicembre 2020
Auguri dal DailyHaiku
Perfino così tardi avviene:
l’amore che arriva, la luce che viene.
Ti svegli e le candele si sono accese forse da sé,
le stelle accorrono, i sogni entrano a fiotti nel cuscino,
sprigionano caldi bouquet d’aria.
Perfino così tardi gli ossi del corpo splendono
e la polvere del domani s’incendia in respiro.
(Mark Strand, trd di Damiano Abeni)
martedì 29 dicembre 2020
Novità da Pompei
mercoledì 23 dicembre 2020
Buon Natale 2020
Natale, credo, scada il bollino blu
del motorino, il canone URAR TV,
poi l’ICI e in più il secondo
acconto IRPEF – o era INRI ?
La password, il codice utente, PIN e PUK
sono le nostre dolcissime metastasi.
Ciò è bene, perché io amo i contributi,
l’anestesia, l’anagrafe telematica,
ma sento che qualcosa è andato perso
e insieme che il dolore mi è rimasto
mentre mi prende acuta nostalgia
per una forma di vita estinta: la mia.
(Valerio Magrelli)
giovedì 17 dicembre 2020
Su quella riva ad aspettare
lunedì 14 dicembre 2020
Louise Glück