I pontili deserti scavalcano le ondate,
anche il lupo di mare si fa cupo.
Che fai? Aggiungo olio alla lucerna,
tengo desta la stanza in cui mi trovo
all’oscuro di te e dei tuoi cari.
La brigata dispersa si raccoglie,
si conta dopo queste mareggiate.
Tu dove sei? Ti spero in qualche porto...
L’uomo del faro esce con la barca,
scruta, perlustra, va verso l’aperto.
Il tempo e il mare hanno di queste pause.
(“Sulla riva” di Mario Luzi)
Si può ipotizzare che il tempo della poesia è il tempo dove le cose accadono veramente. Che realmente l’atmosfera si rischiara dopo la mareggiata. Con versi come quelli di Luzi può succedere, e noi lettori guardiamo il mare con gli occhi dei pescatori di Mazara appena liberati.
È finalmente calmo, paterno, quello che abbiamo di fronte è un mare dai porti accoglienti come abbracci.
(a casa)
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