venerdì 26 gennaio 2018

Giorno della Memoria


Gli uomini vanno e vengono per le strade della città.
comprano cibi e giornali, muovono a imprese diverse.
Hanno roseo il viso, le labbra vivide e piene.
Sollevasti il lenzuolo per guardare il suo viso,
ti chinasti a baciarlo con un gesto consueto.
Ma era l’ultima volta. Era il viso consueto,
solo un poco più stanco. E il vestito era quello di sempre.
E le scarpe eran quelle di sempre. E le mani erano quelle
che spezzavano il pane e versavano il vino.
Oggi ancora nel tempo che passa sollevi il lenzuolo
a guardare il suo viso per l’ultima volta.
Se cammini per strada nessuno ti è accanto.
Se hai paura nessuno ti prende la mano.
E non è tua la strada, non è tua la città.
Non è tua la città illuminata. La città illuminata è degli altri,
degli uomini che vanno e vengono, comprando cibi e giornali.
Puoi affacciarti un poco alla quieta finestra
e guardare in silenzio il giardino nel buio.
Allora quando piangevi c’era la sua voce serena.
Allora quando ridevi c’era il suo riso sommesso.
Ma il cancello che a sera s’apriva resterà chiuso per sempre:
è deserta la tua giovinezza, spento il fuoco, vuota la casa.


Il mio modo di pregare è fatto di vari modi di pregare. Fra questi uno è leggere con più attenzione possibile, con metodo, con cura, i nomi incisi sull'ottone delle pietre dell'inciampo sul marciapiede.
Li sillabo, quei cognomi, e le date e i luoghi di nascita, e poi di morte. I giorni conclusi in luoghi sinistri, passati lontano dal portone che vedo qui davanti, chissà se quel negozio c'era, all'epoca, penso, chissà. A un passo da me il portone che sa di casa, di calore e di affetti. Di abbracci, ancora adesso.

Ma era l’ultima volta. Era il viso consueto,
Solo un poco più stanco. E il vestito era quello di sempre.
E le scarpe eran quelle di sempre. E le mani erano quelle
Che spezzavano il pane e versavano il vino.

E' un modo di pregare, la sosta davanti a queste piccole lapidi dorate. Anche se vado di fretta ci spendo un momento, scanso un mozzicone, una foglia, tento di ricordare almeno un cognome per ripetermelo tra me e me per qualche passo ancora. 


1 commento:

  1. LA commozione e' un lavacro complesso dal quale si esce ripuliti da tutte le incrostazioni che rallentano la nostra andatura.
    la commozione nel prendere in mano il libro di PRIMO LEVI...e i nostri capillari riprendono a intrecciarsi con quel mondo , con la storia , in una trasfusione benedetta . M.L.
    CI SENTIAMO VICINI AL SOFFIO AL CUORE DEI NOSTRI FRATELLI EBREI MORTI , AI SOPRAVVISSUTI .
    Annunziata

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