Fratelli umani a cui è lungo un anno,
un secolo un venerando traguardo,
affaticati per il vostro pane,
stanchi, iracondi, illusi, malati, persi;
udite, e vi sia consolazione e scherno:
venti miliardi d’anni prima d’ora,
splendido, librato nello spazio e nel tempo,
era un globo di fiamma, solitario, eterno,
nostro padre comune e nostro carnefice,
ed esplose, ed ogni mutamento prese inizio.
Ancora, di quest’una catastrofe rovescia
l’eco tenue risuona dagli ultimi confini.
Da quell’unico spasimo tutto è nato:
lo stesso abisso che ci avvolge e ci sfida,
lo stesso tempo che ci partorisce e travolge,
ogni cosa che ognuno ha pensato,
gli occhi di ogni donna che abbiamo amato,
e mille e mille soli, e questa
mano che scrive.
(Primo Levi, “Nel principio”, 1970)
Incastonate nell’asfalto di un marciapiede del mio quartiere due pietre d’inciampo. Mi fa piacere che ci siano, vivo meglio sapendo della loro presenza.
Gli occhi di donna che abbiamo amato.
Senza memoria siamo niente.
RispondiEliminaGrata a Guntur Demming
"Non credo più che si possa migliorare qualcosa nel mondo esterno senza aver prima fatto la nostra parte dentro di noi"
Etty Hillesum
"Sopravvivono in noi grazie alle loro testimonianze"
Ieri, come tutti i 27 gennaio, ho camminato al ghetto. È il mio modo per ricordare, per onorare tanto dolore,anche quello patito dalla mia famiglia. Via della Reginella aveva una rosa su ogni pietra d"inciampo.
RispondiEliminaMondo di sofferenza
RispondiEliminaEppure i ciliegi sono in fiore
(Issa)
Susanna...ci manchi