Quando ascolto le testimonianze dei partigiani quei vecchi corpi diventano legno vigoroso, si coprono di foglie verdi, le braccia rami fronzuti sotto cui ripararmi.
(Partigiano)Una poesia, una notizia e una foto per guardare alla realtà scandendola in tre momenti, come succede nel poco spazio di un haiku giapponese. Ogni giorno. La poesia è nelle cose di tutti i giorni. "Cuscino di pietra/accompagno/nuvole" (Santōka 1882-1940)
lunedì 25 aprile 2022
lunedì 3 gennaio 2022
Archiv- io
Questa mattina sceglievo in archivio qualche frase da mandare in onda per l’omaggio a Gianni Celati che avevamo previsto in apertura di puntata. Rovistare nelle vecchie interviste è tra i compiti del mio lavoro ma la nota struggente di quello che trovo, che risuona diversamente dopo che chi ha pronunciato quelle parole non è più, finisce per accompagnarmi nella giornata intera. È una strana sensazione, che riconosco ogni volta in cui sono intenta in questa operazione di ricerca, attiene alla cosiddetta professionalità ma ha molto della sfera intima, legata com’è, l’azione del riascolto, a una strana, sorprendente forma di autoanalisi. Ci si immerge in un’altra esistenza - che non è più - ma anche in un antico io (ero lì a Torino, il mio ricordo di Celati seduto con qualcuno, dietro le quinte, in attesa di essere intervistato, la sua distante gentilezza… ). E finisce che mi riascolto in parole altrui, perché quel momento che fino a poco prima era perso nella mia memoria, adesso porta la data d’archivio, scritta con i pixel della schermata. Scelgo le frasi più adatte da mandare in onda di lì a poco, un montaggio di cinque minuti che racconti qualcosa…
Celati ponderava le parole. E rispondeva con calma, pensandoci bene. Con mitezza e precisione. Ghirri aveva un’estetica “soffice”, dice a un certo punto Celati, e usa questo bell’aggettivo, “soffice”. Quanta precisione in una parola sola per definire la luce di una grande fotografo! E quanta intelligenza e cultura ci vuole per trovarla tra le mille possibili.
sabato 25 dicembre 2021
Favola di Natale
martedì 27 luglio 2021
Il clima ideale
Sotto un albero gigante
io e il cane
inzuppati
(Santōka 1882-1940)
Amo le estati tutte uguali. E amo le estati raggiungibili, quelle semplici, le estati a Cervia, Riccione, Pinarella… Con le bici e la piadina, gli alberghi allineati come soprammobili di dubbio gusto sullo scaffale del lungomare, c’è quello a forma di casetta nel bosco, il salvadanaio, la torta… Le discoteche, lo struscio, il gelato, e la parlata morbida e gentile. Il sogno. No ansia, no stress, no aggressività. Un paesino nell'interno si chiama Premilcuore, ci si va?
Povera Emilia Romagna bersagliata da pallettoni di grandine, povere estati di fuoco e ghiaccio.
martedì 1 giugno 2021
In bilico su giugno
che torna su se stesso
sempre uguale e uguale mai,
mio giugno, anello solstiziale
di sangue, di nozze, di addio,
eterna vigilia di quella vacanza
che infine giungerà pura
nudissima luce definitiva,
mio sabato dell’anno, rompendo
finalmente l’anello sisifale.
lunedì 23 novembre 2020
Paul Celan
martedì 24 dicembre 2019
Sorpresa di Natale
Natale -
là c'è la stalla
con un cavallo dentro
(Saito Sanki 1900-1962)
Se pensavate che non esistessero haiku natalizi, ecco una sorpresa. L'atmosfera del Natale occidentale nel rigore enigmatico e tutto orientale di uno haiku.
Allora sotto il mio albero strano posso mettere un pacchetto con un'altra sorpresa dentro: l'assoluzione di Marco Cappato. Gli auguri sul biglietto vanno a lui, che scelta civile e dolorosa si è voluto assumere in nome di una società civile, e a tutti coloro che, come DJ Fabo, amavano e amano così tanto la vita.
(Il mio albero di Natale) |
domenica 15 settembre 2019
Il mio libro
Ed ecco il testo per chi l'avesse perso:
Ho sempre amato la radio. Da bambina puntavo la sveglia alle 5.45 per ascoltare il bollettino del mare dalla mia radietta a forma di scatola che tenevo sotto il cuscino. Immaginavo un capitano vero, con tanto di barba, cappello e timone che, ritto sulla tolda della nave, leggeva agli ascoltatori le sue misteriose informazioni: Libeccio, Forza 8, Stretto di Sicilia, 10 nodi, Mar Libico. In quel limbo tra sogno e realtà bastava solo aspettare sotto le coperte: mamma e papà si sarebbero svegliati, avrei fatto colazione e infilato la cartella, pronta per affrontare una nuova giornata. Magari il famoso libeccio avrebbe soffiato proprio quel giorno, chissà.
("Ascoltatori. Le vite di chi ama la radio" edizioni add) |
venerdì 9 agosto 2019
La casa di un attimo
Il sogno segreto
Un attimo di pura felicità.
(dal treno) |
venerdì 14 giugno 2019
Zanzotto e il clima
mercoledì 24 aprile 2019
Presenze
C'è come un dolore nella stanza, ed
è superato in parte: ma vince il peso
degli oggetti, il loro significare
peso e perdita.
C'è come un rosso nell'albero, ma è
l'arancione della base della lampada
comprata in luoghi che non voglio ricordare
perché anch'essi pesano.
Come nulla posso sapere della tua fame
precise nel volere
sono le stilizzate fontane
può ben situarsi un rovescio d'un destino
di uomini separati per obliquo rumore.
(da "Documenti" di Amelia Rosselli)
Mi piace la luce del frigo, l'anta liscia di un armadio, quando attacco la lavastoviglie mi piace il suo gorgoglio. I mobili e gli elettrodomestici per me sono amici, non proprio amici amici, rassicuranti presenze? Amelia Rosselli che sentiva le voci nei cassetti o dietro un divano, temeva gli oggetti. Io, poetessa banale, vorrei almeno qui, per una volta, oggi, ringraziarli.
(luce quotidiana) |
mercoledì 3 aprile 2019
Clima
(Nello stesso viaggio) |
giovedì 28 febbraio 2019
Bei pensieri
Vedo il fiume sotto di me scorrere lento, in questa mezza terra di nessuno. Un gabbiano ha puntato il solito cassonetto ancora da svuotare, un albero caduto ancora in mezzo alla strada, un autobus cigola dietro di me come il vecchio carrozzone che siamo diventati.
(manovra economica) |
venerdì 22 febbraio 2019
Sms a Radio3
Spuntano i germogli
poggio l'orecchio
(Hosai 1885-1927)
Loredana Lipperini scriveva ieri sera su FB "la platea dell'odio si allarga" per alcuni messaggi antisemiti arrivati come schizzi di fango anche sui nostri pomeriggi in onda. Capivo la sua frustrazione, lo sgomento che leggevo negli spazi bianchi tra le sue parole del post era anche il mio.
Ma continuo a pensare che Radio3 contribuisca non solo a raccontare il mondo ma anche ad ascoltarlo, nel suo rumore e nei suoi silenzi. E che l'ascoltatore di Radio3, come accade in questo haiku, poggi il suo orecchio per "sentire" germogliare qualcosa. A quanto ci si assomigli, di qua e di là del microfono, a quanta responsabilità abbiamo noi che la facciamo, a dove sia possibile un confronto sulle cose se non in quell’universo della radio dove lavoro, e in quale posto il rapporto con il pubblico è concreto e costruttivo come sulle nostre frequenze.
Non so, a me messaggi di quel tipo, - sono pochi rispetto alla mole degli altri - lo ammetto, mi turbano ma non mi sorprendono. Li considero "fisiologici" poichè noi, di Radio3 intendo, noi tutti, chi la fa e chi la ascolta, abitiamo questo mondo qui, dove tutti dicono e ripetono tutto, senza freni o consapevolezza, con aggressiva ottusità. Il mondo dei porti chiusi, di maestri razzisti, dove si vota con un clik e si dicono cose a caso, e orgogliosamente, col cipiglio dell'incompetenza. Quindi, alla fine, e purtroppo, non sono sorpresa più di tanto. E Radio3, con i suoi ascoltatori, mi sembra ancora il migliore dei mondi possibili.
(Abraham Yehoshua in ascolto) |
lunedì 24 dicembre 2018
Regali di Natale
a G.
Per Natale ti faccio i seguenti regali due punti
caramelle svizzere per quando hai la tosse forte da far paura
che non mangerai mai
filtri per quando fumi che butterai dalla finestra
un bicchiere piccolo per bere di meno figuriamoci
dei gettoni per telefonarmi una sera da un bar
una bugia di terracotta per quando avremo buio
una piccola spada perché sei il mio amore pericoloso
e poi anche un pezzetto di me quale vuoi?
("Regali di Natale" di Vivian Lamarque)
Ecco il nostro tavolo, l'ultimo libero sotto il fungo incandescente. Nonostante il freddo gli avventori non mancano, uno spritz con le patatine, in piazza, a dicembre, è come esprimere un desiderio.
Sedute ci sono tre ragazze, il cagnone nero di una di loro sfiora col muso gli stivali della padrona e ogni tanto muove la coda come a voler spazzolare un po' il mondo, come a togliergli un pelucchio. Una zingarella si aggira tra i tavoli, chiede qualcosa da mangiare così, come a caso, a chi le capita a tiro, con la solita aria tra il supplice e lo strafottente. La ragazza, quella del cane, sento che le dice "scegli quello che vuoi". E si alza dalla sedia - il cane intanto ha sollevato un orecchio - il tagliere in una mano, e nell'altra la sigaretta, glielo offre. Poi attende che lei si scelga qualcosa, senza fretta, quello che più le piace. Immaginate la scena: non le ha dato del cibo, ha fatto di meglio, glielo ha offerto, e con un gesto franco, orizzontale, da me a te, come disegnando nell'aria una linea dritta. La mendicante prende qualcosa e sparisce, il cane sbadiglia, la ragazza si sceglie un panino fra quelli rimasti, alza il bicchiere verso le amiche e sorride. Fine della mia carola di Natale.
Morale? A me piace la bontà, vorrei tornasse di moda.
(Albero di Natale) |
venerdì 23 novembre 2018
Parole come petali
La complessità, l'analisi, le differenze contano meno di zero. Pancia e viscere vincono su cervello e ragionamento. La competenza, annullata. Sarebbe utile prendere questo haiku e farne esercizio zen, di quale valle di quale albero, da dove provengono tutte queste parole? Meglio della palestra.
(resistenza) |
mercoledì 14 novembre 2018
Sotto il baobab
Sotto un albero gigante
io e il cane
inzuppati
(Santōka 1882-1940)
(per strada) |
martedì 14 agosto 2018
Può capitare
Può capitare e mi è capitato proprio questa mattina. In motorino, verso la redazione, lungo la solita strada e mi è successo: tutti i semafori segnavano il verde. Come un saluto, come un viale alberato, come una doppia fila di ballerini al passaggio della diva.
Sono sfilata beatamente come se tutto fosse possibile. Ero lì.
La strada è muta.
(rosso verde giallo) |