lunedì 3 gennaio 2022

Archiv- io

Spuntano i germogli
al tronco d'un grande albero
poggio l'orecchio
(Hosai 1885-1927)

Questa mattina sceglievo in archivio qualche frase da mandare in onda per l’omaggio a Gianni Celati che avevamo previsto in apertura di puntata. Rovistare nelle vecchie interviste è tra i compiti del mio lavoro ma la nota struggente di quello che trovo, che risuona diversamente dopo che chi ha  pronunciato quelle parole non è più, finisce per accompagnarmi nella giornata intera. È una strana sensazione, che riconosco ogni volta in cui sono intenta in questa operazione di ricerca, attiene alla cosiddetta professionalità ma ha molto della sfera intima, legata com’è, l’azione del riascolto, a una strana, sorprendente forma di autoanalisi. Ci si immerge in un’altra esistenza - che non è più - ma anche in un antico io (ero lì a Torino, il mio ricordo di Celati seduto con qualcuno, dietro le quinte, in attesa di essere intervistato, la sua distante gentilezza… ). E finisce che mi riascolto in parole altrui, perché quel momento che fino a poco prima era perso nella mia memoria, adesso porta la data d’archivio, scritta con i pixel della schermata. Scelgo le frasi più adatte da mandare in onda di lì a poco, un montaggio di cinque minuti che racconti qualcosa…

Celati ponderava le parole. E rispondeva con calma, pensandoci bene. Con mitezza e precisione. Ghirri aveva un’estetica “soffice”, dice a un certo punto Celati, e usa questo bell’aggettivo, “soffice”. Quanta precisione in una parola sola per definire la luce di una grande fotografo! E quanta intelligenza e cultura ci vuole per trovarla tra le mille possibili.


                                                                        (germogli nel caos)
                           

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