martedì 14 settembre 2021

Una libellula 
sul cappello.
Cammino
(Santōka 1882 -1940)

Haiku per le cose più belle che ci accadono, per gli attimi da cogliere, haiku per un regalo improvviso e inaspettato. Haiku sul tempo che hai in mano, no, sul cappello, quello da godersi tutto.
Se guardi bene in foto, la libellula in testa la vedi eccome!







martedì 27 luglio 2021

Il clima ideale


Sotto un albero gigante
io e il cane 
inzuppati 
(Santōka 1882-1940)


Amo le estati tutte uguali. E amo le estati raggiungibili, quelle semplici, le estati a Cervia, Riccione, Pinarella… Con le bici e la piadina, gli alberghi allineati come soprammobili di dubbio gusto sullo scaffale del lungomare, c’è quello a forma di casetta nel bosco, il salvadanaio, la torta… Le discoteche, lo struscio, il gelato, e la parlata morbida e gentile. Il sogno. No ansia, no stress, no aggressività. Un paesino nell'interno si chiama Premilcuore, ci si va? 
Povera Emilia Romagna bersagliata da pallettoni di grandine, povere estati di fuoco e ghiaccio.

                                                                           (Protezione)

lunedì 26 luglio 2021

Fuoco e fiamme

Quale freschezza -
quel suono di gocce
notturne nel pozzo

(Issa 1763-1828)

Fuoco in Sardegna, focolai di covid nel Paese e noi che cerchiamo refrigerio dentro una goccia.
Mentre divampano boschi e discussioni politiche e da bar sui vaccini, aspetto orgogliosa il mio green pass, certificato di responsabilità e senso civico anche nei confronti di chi scende in piazza contro di me.


                                                                  (Green pass)


mercoledì 14 luglio 2021

 

Si spalancano laghi di stupore

a sera nei tuoi occhi

fra lumi e suoni:

 

s’aprono lenti fiori di follia

sull’acqua dell’anima, a specchio

della gran cima coronata di nuvole…

 

Il tuo sangue che sogna le pietre

è nella stanza

un favoloso silenzio.

(Antonia Pozzi “A Emilio Comici”)


Troppa pioggia, non ce la faccio a raggiungere il rifugio Comici. Emilio Comici, il padre dell’alpinismo italiano era bello e invincibile (come il regime fascista prescriveva), e i suoi tormenti poteva vederli solo un poeta come Antonia Pozzi che dedica allo scalatore versi di cime e nuvole che lasciano attoniti, come quando si arriva a un ghiaione dopo tanto verde. Stupore e vertigine.

Li immagino arrampicarsi ancora, la lana inzuppata delle maglie, gli scarponi fatti di nulla, le corde legate in vita. E scendo giù a valle. Nel naso odore di muschio e in testa solo l’idea di ritornare e di immaginare ancora. 


                                                                    (la gran cima coronata di nuvole)



martedì 6 luglio 2021

Raffaella Carrà


Spunta dalla radio
una canzone di quando
stavo diventando grande
(Santōka 1882-1940)

“È morta la Carrà!”, e alza lo sguardo dal telefonino. Dall’accento mi pare russa. La sento ripetere la notizia alla signora che le siede accanto, scandisce parola per parola nell’orecchio della vecchia ben pettinata e con l’abitino fresco in tinta con le scarpette che adesso sta sgranando gli occhi liquidini “la Carrà? Ma quanti anni mai aveva…” 
Risponde la vicina di sedia, allentandosi la maglietta di dosso, “Settantotto, era malata forse, non si sa…”. Questa volta l’accento è ispanico (quanto fa caldo nella sala d’aspetto del medico della mutua, fa sempre troppo caldo ) e continua a fissare il cellulare coi pendagli sulla cover.
“Povera!” fanno in coro la donna col numero dopo il mio e il bambino appeso al ginocchio, e l’uomo che sembrava sonnecchiare fino a quel momento, uno schiavo dei pasti a domicilio o forse un aiuto benzinaio, catapultato nella mia città chissà da dove, chissà da quando, giusto nel tempo di Raffaella. 
Eravamo tutti tristi ieri pomeriggio in quella sala d’aspetto di una palazzina qualsiasi a squagliarci nell’afa, e tutti un po’ parenti.

                                                               (la grande bellezza)






venerdì 2 luglio 2021

Nel tempo di un quasi


Il vecchio stagno -
la rana salta
tonfo nell'acqua
(Bashō 1644-1694)


Adesso che tutto è quasi possibile ricorro allo haiku degli haiku, il più famoso, il più semplice e il più indecifrabile. Sto per tuffarmi. Sono rana e stagno, sono corpo e acqua, sono i cerchi che la increspano.
Adesso che tutto è quasi possibile mi osservo con occhi di rana cercando di capire.

                                                                              (pluf)                                


venerdì 25 giugno 2021

Una garanzia


Ah, sotto l'elmo
un grillo 
che stride
(Bashō 1644-1694)

Sono un garante, non sono un coglione. Sono un garante, non sono un coglione. Sono un garante, non sono un coglione. Sono un garante, non sono un coglione. Sono un garante, non sono un coglione. Sono un garante, non sono un coglione. 

                                                                              (cri cri)

martedì 22 giugno 2021

Per una pelle perfetta


Verdi cipolle in fiore - 
per un istante d’oro
il Buddha è là

(Kawabata Bōsha 1900 - 1941)


Ma che meraviglia questo haiku, micro contenitore del tutto. La natura e l’essere umano, colti nell’attimo, e la scoperta di un buddha possibile ovunque.
Faccio mia questa filosofia di vita da quando sono piccola, è un ottimo antirughe.

                                                                       (Ruotismo)

domenica 20 giugno 2021

“Viaggiatore” voglio essere chiamato



“Viaggiatore” voglio essere chiamato
ora che cade
il primo scroscio di stagione
(Bashō 1644-1694)

Sono di nuovo a Fiumicino. È passato quanto, dall’ultima volta, non mi ricordo. 
Il parcheggio deserto restituisce all'aeroporto il suo disegno flessuoso, una struttura che non avevo mai notato prima, all’interno poche persone; anche quel basso continuo di voci in sottofondo è sparito, quel rumore di gomma non si sente più.
I controlli li sbrigo in un attimo. Sono quella con il trolley blu che procede tra le vetrine spente e le serrande abbassate. Per la prima volta tocco il tempo che vivo. Per la prima volta capisco il virus, ci sono dentro, nell'universo scoppiato e altamente igienizzato che sto attraversando.
Dal fondo una musica, una canzone qualsiasi, Zucchero, “come il sole all'improvviso” dicevano le parole, e un signore che la suona al piano. Allora ringrazio il genio che si è inventato il
pianoforte nelle sale d'attesa, e continuo a vagare nel mio samsarā da canzonetta.

                                                                (Come il sole all’improvviso)



giovedì 17 giugno 2021

Non un segno


Il canto delle cicale
non da’ segno 
del loro vicino morire
(Bashō 1644-1694)


Non sono un inquirente, non investigo e non ho bisogno di capire la cosiddetta dinamica dei fatti, non mi interessa. E quindi vorrei serbare la sacralità della morte, e sottrarre alle visualizzazioni gli ultimi istanti di vita e consegnare quel non visto al buco nero che è l’animo di ognuno. Proteggere la morte, sì vorrei proteggerla.

                                                                               (OFF)




martedì 1 giugno 2021

In bilico su giugno



Cinquanta volte giugno,
e sarei io l’anello?
L’anello è lui, questo tempo elicoidale
che torna su se stesso
sempre uguale e uguale mai,
mio giugno, anello solstiziale
di sangue, di nozze, di addio,
eterna vigilia di quella vacanza
che infine giungerà pura
nudissima luce definitiva,
mio sabato dell’anno, rompendo
finalmente l’anello sisifale.
(Valerio Magrelli, da “Il sangue amaro”

Valerio Magrelli in un mese della sua vita, in bilico, come capita a noi che guardiamo avanti e indietro cercando equilibrio nel tempo elicoidale che segna solo la poesia. È il rovello di questi giorni di caute uscite dal nido, equilibrio da cercare dentro la polpa acre delle nespole sull’albero condominiale. 

                                                                          (quasi estate)


venerdì 21 maggio 2021

Il barbiere che conosce la calma



Vasi di fiori
ben allineati
presso il barbiere
(Shiki 1867-1902)

Come ogni mattina, per costruire la puntata di Fahrenheit di oggi, sfoglio i giornali cercando lo spunto, la suggestione per un dialogo possibile, la notizia da rovesciare, la risposta da trasformare in domanda. Fubini ronza in sottofondo dentro la radio sempre accesa, moka bollente e biscotti sono con me.
C’è un barbiere che a Rovereto dedica tempo a tagliare i capelli agli autistici, è il ragazzone dall’aria simpatica che vedo fotografato sulla poltrona del suo negozio. Christian Plotegher riceve, in un tempo dedicato, bambini e ragazzi che hanno bisogno di uno shampo fatto con cura o di un taglio che sappia di calma. Non esiste fretta nel suo negozio, solo un tempo dedicato dove non esistono scatti o musica assordante. I clienti arrivano in negozio accompagnati da genitori che vorrei abbracciare, lì trovano un’ora di quiete. Mentre inzuppo il biscotto, mentre la giornata incomincia a rombare dietro la finestra, assaporo quella pace ricavata e la faccio mia.

                                                                          (Un posticino)