martedì 30 settembre 2014

C'ero

C'ero soltanto.
C'ero. Intorno
cadeva la neve
(Issa 1763-1828)

Ieri passeggiavo per Trastevere verso le sette di sera, in quell'orario di quiete poco prima della movida dell'aperitivo.
Dalle vetrine dei negozi intravedevo proprietari e commessi con la faccia azzurro-schermo e il mouse in mano, tutti intenti ad "abitare" la loro vita. Vita "virtuale"? Non credo. O meglio, da ieri sera, non la definirei più così.

Osservando tutte queste persone concentrate, collegate e connesse a bacheche Facebook o alle notizie di TW,  linkate indissolubilmente a un sè più chattante e più socievole di quello che mi appare dall'altra parte della vetrina che ci divide, mi è venuta in mente la vecchia "Second Life".
Qualcuno di voi ricorda quel mondo virtuale elettronico on line, lanciato nella rete nel 2003 che durò per circa sei, sette anni? Quando apprendemmo il significato di "avatar" come altro da noi stessi, la possibilità di denaro spendibile virtualmente e, con un clic costruivamo case, fortune, amori, tutti virtuali? Il fenomeno suscitò interesse planetario - ovviamente alcune polemiche - e anche star e politici (reali) allignarono su Second Life nelle forme più fantasiose. Ora giace nel dimenticatoio della rete resistendo solo in forma di lemma su wikipedia. 
Me la immagino interrotta, questa Second Life, con le case abbandonate a metà, mezzi divani davanti a tavoli a due gambe, le discoteche, dove tutti ballavano, ora buie, gli avatar con una gamba sola. Nei mall di Second Life, negozi abbandonati con le insegne scritte a metà. Gli amori finiti, senza una mezza spiegazione. 


Second Life non ce l'ha fatta, perchè? Facile. Perchè la first life ha superato la second! 
E quelle faccette di Trastevere tutte uguali, concentrate e azzurrine in orario chiusura, sono le emotycons della vita che viviamo tutti i giorni in tutti i luoghi della terra. 
La nostra life. Quella dove si scaricano aggiornamenti non compatibili e lo IOS 8.02 ti schiaccia il sistema nervoso-operativo, realmente.
E intanto "Intorno cadeva la neve"...


(poi però una birretta ci stava proprio...)

























  









lunedì 29 settembre 2014

Elogio delle dimissioni

Tornando a casa -
Nella profonda quiete
polvere sulla scrivania
(Santoka 1882-1940)


Dopo l'elogio dell'inchino e quello che ho dedicato alla gentilezza, oggi mi cimenterei nell'elogio delle dimissioni.

La questione dell'ex magistrato De Magistris (notizia qui), che in questi giorni sembra non credere più nella Giustizia, mi ha fatto malinconicamente ripensare a un blob unico di decine di facce di persone abbarbicate al loro ruolo mentre tutto - i fatti accorsi, le azioni di loro stessi o di altri ad essi vicini - contribuisce a svuotarli della loro immagine istituzionale, politica, pubblica. 
Così, con l'aiuto di Santoka, elogio le dimissioni, ricordando quei pochi altri, tipo quel ministro X danese che per avere acquistato un gelato con i soldi del partito si è sciolto scomparendo per la vergogna o quel dirigente giapponese Y che riconsidera Mishima, o quell'anonimo dirigente locale Z che ha mollato la poltrona, pur accusato ingiustamente, così, solo aspettando che "la magistratura faccia il suo lavoro".  

"Tornando a casa" dice Santoka. Com'on! Oh baby don't you want to go gli risponde questa mitica canzone.


(Clicca QUI per questa "serenata" con un organico di un certo rispetto)








venerdì 26 settembre 2014

La felicità

Cielo d'autunno
quaggiù
San To Ka è felice con te
(Santoka 1882-1940)


La ricerca della felicità è diventata un business miliardario (vedi articolo e cifre QUI).
A proposito di felicità, avete notato l'incremento del numero di intellettuali, alcuni fino a questo momento stimabilissimi, che ora preferiscono surfare sull'onda della manualistica dei sentimenti?
Chi ti insegna ad amare (e ad esser felice), chi ad essere padre, chi madre, chi fratello, chi sorella. Felici.
Chi ti spiega, sornione, tutto sul tradimento e sul perdono. Sempre con lo stesso obiettivo: essere felice. 
Chi, dopo avere avuto una degna carriera accademica, si lancia in consigli sussurrati - sì, sì proprio a te - di strategia amorosa. 
Autori patinati e rassicuranti, stirati di fresco, che spesso prediligono il pubblico femminile al quale si rivolgono ammiccanti come per una seratina a lume di candela con finale, felicemente, a sorpresa. 
Dal retro del volume occhieggia sempre lui, l'autore, immortalato in foto con i soliti pollice, medio e indice in modalità "reggo testa pensosa", e che ci consiglia, banalmente inesorabile, di "metterci in ascolto" di noi stessi.

Evviva lo stropicciato e pulcioso San To Ka che con Kafka, Munro, Roth (e altri) non vogliono indicarci nessuna strada da percorrere e non hanno risposte da darci.



(Natale 1972)




La storia di San To Ka e il significato del nome del monaco zen che mi rende felice? QUI!














giovedì 25 settembre 2014

Miaoooo

Dal buio
salta nel buio -
l'amore dei gatti
(Issa 1763-1828)


Vorrei chiedere al fisico teorico più alla moda, l'americano di origine giapponese Michio Kaku - già dal nome un po' micesco! -  insigne studioso della teoria delle stringhe che, un paio di giorni fa, ha rilasciato un'intervista sulle nostre potenzialità cognitive (vi dico solo che avremo internet nelle lenti a contatto, leggi qui), ecco vorrei chiedergli: 
"Dottor Michio, i gattini resisteranno come moda-web... all'infinito?" 
A giudicare dal fatto che google sta allestendo qualcosa che mappi i gatti nel mondo, e che Michio non credo legga il DAILYHAIKU per potermi rispondere, azzarderei un sì. 
Ma è il perchè di tanta attenzione nei secoli che rimane un mistero. Il mistero. 
Senza scomodare fisici, etnoantropologi, streghe e maligno, anche noi, più modestamente, sappiamo che il gatto affascina. Da quello nelle tombe dei faraoni al micio in foto su FB, musicale (Cat Power o Cat Stevens), o letterario (Sōseki, Murakami, Kipling, Poe...), non esiste forma animale con più appeal e, quindi, con più likes

Se io ne subisco il fascino? 
Direi che i maneki neko (qui) sparsi nei negozi e ristoranti di tutto il mondo, che salutano imperterriti - e all'infinito - vicino alla cassa, sono i miei preferiti.
Miaooo...





mercoledì 24 settembre 2014

Carbone che brucia

Carbone che brucia:
anche gli anni
passano così
(Issa 1763-1827)

"Da uno studio fatto all' OCSE emerge che le riforme che hanno successo sono legate alla creazione del consenso." dice il Ministro Padoan nell'intervista di oggi che vi linko qui..
Ma i dirigenti del PD che in TV parlano sempre male del PD? Cosa vogliono comunicarci?  Non rimpiangendo nè l'immobilismo, nè la mancanza di dialogo all'interno di un partito, mi chiedo: le frasi a mezza bocca, le allusioni, le battute, questi rosicamenti, questi twitter compulsivi e pungenti tra loro e su di loro, a chi giovano?
Qui passa il tempo. Finiscono le trasmissioni.
E "anche gli anni passano così". 


(Diretta TV)



martedì 23 settembre 2014

Piccola buona notizia

Ah! Se tutti i giorni
mi sentissi così bene 
come dopo il bagno!
(Ryōkan 1758-1831)


I nostri poeti in cammino, primi cantori dei "nonluoghi", avrebbero sicuramente apprezzato l'iniziativa del gruppo Ferrovie Italiane che sta cedendo, gratuitamente, stazioni in disuso a chi le riqualifichi, restauri e progetti per esse attività socio-culturali (notizia QUI e QUI).
La notizia avrebbe fatto felici Issa, Santoka, Bashō e tutti i monaci zen che giravano su e giù per il Giappone (vedi le loro storie sul blog). Quanti haiku dedicati alle piccole soste, agli incontri casuali, alla solitudine di chi viaggia, al piacere di un po' di riposo o di un "bagno" caldo nelle stazioni termali giapponesi, annotati anche da Santoka o da Ryōkan! 

Piccola, ma buona notizia.

(Matera. Che dirvi? A me questo vecchio ponte ferroviario sul nulla...non mi dispiace affatto!)




A proposito di bagno, mi scopro avere dedicato a questo sacro luogo ben due post. Uno sulle terme giapponesi, gli onsen, con uno haiku di Santoka divertentissimo QUI , e il secondo sul "Saggio sul luogo tranquillo" di Peter Handke, che ancora vi consiglio, QUI

lunedì 22 settembre 2014

Croci in mare

Se chiudo gli occhi -
allora mi scaldo 
ad un amore antico
(Hino Sōjō 1901-1956)



Sono state ritrovate lettere d'amore nelle tasche di alcuni migranti morti nel tentativo di raggiungere la costa (leggi notizia). Lettere mai spedite, portate addosso, sigillate nella plastica di un pacchetto di sigarette o in una bottiglietta. Ci raccontano l'unicità irripetibile di quell'uomo, quella speranza, quella storia d'amore, quella donna. 
Parole dolcissime che urlano, nella nostra indifferenza, tutto il dolore del mondo.

                                                                              (Vite)

venerdì 19 settembre 2014

Pensieri

Petalo dopo petalo
cadono le rose gialle -
il rumore del torrente
(Bashō 1644-1694)


Pensavo... che il fascino di uno haiku risiede anche nel fatto che l' "io" non esiste e a come l'autore preferisce sottrarsi alla nostra vista preferendo una tensione, e visione, cosmica.
E pensavo anche a quando, al contrario, la sottrazione dell' "io" non ha nulla di poetico e a quando la degenerazione delle cellule cerebrali rende così opaco lo sguardo dei malati.
Tutto questo pensavo, rimuginando su un lancinante film di Kaufman visto circa un mese fa, con un gigantesco Philippe Seymour Hoffman (QUI), dove si racconta la dispersione dell'individuo negli altri, nell'umanità intera, e di queste piccole persone che finiscono per combaciare l'una con l'altra un po' come fanno i ricordi che si sovrappongono nella testa (ma hanno poi un luogo fisico dove stare, i ricordi?).

E pensavo... di farvi prendere un po' di tempo e di proporvi questa canzone, colonna sonora di  "Synecdoche New York" di Kaufman, film a cui pensavo, il cui testo è amaro e dolce come una filastrocca. E come la vita, "petalo dopo petalo". Ecco il link audio QUI. Ascoltatelo leggendo le parole del testo, vale la pena.


(Io)




giovedì 18 settembre 2014

Coming soon

Ma quella voce!
Mi volto a guardare 
il cielo che brucia.
(Yamaguchi Seishi 1901-1994)

"Fiamme di guerra" è il titolo dello spot in puro stile Hollywood che ISIS (leggi QUI) ha lanciato sulla rete con l'intento - sì, proprio quello - di farsi pubblicità. 
Montaggio serrato, miliziani con capelli al vento, esplosioni pazzesche, slow motion. Ecco, sugli effetti qualcuno proporrà una menzione speciale, se dovesse un giorno concorrere a qualche Oscar: nessuna controfigura e feriti tutti veri.
Spettatori di un mondo dove finzione e realtà non hanno più un confine, guardiamo attoniti questo "cielo che brucia" sul pc di casa.


(per il video clicca  QUI)

mercoledì 17 settembre 2014

Duello Giannini/Floris

Fatti l'uno per l'altro,
non litigate-
uccelli migratori.
(Issa 1763-1828)

Dopo aver migrato, l'uno dalla vice direzione di Repubblica l'altro dalla terza rete, Massimo Giannini e Giovanni Floris ieri sera hanno ufficialmente iniziato il duello televisivo degli ascolti.
Placido haiku, lenitivo come Lasonil, che dedico a chi stamattina si è svegliato con il pollice intorpidito dall'uso isterico del telecomando, nello strenuo tentativo di guardare le due trasmissioni insieme. Crozza e Benigni, sigle e studi televisivi, pizzetto e occhiali, Serracchiani e Prodi tutti mischiati nel delirio dello zapping. 
"Non litigate"! "Siete fatti l'uno per l'altro". 
Era così bello...


(Mentre a viale Mazzini contano i telespettatori)


E sull'umile Scalfari, meridiano tra meridiani e guarda caso ospite in studio -dove? quale? a che ora? non lo so!- leggi QUI!!!







martedì 16 settembre 2014

#secondogiornodiscuola

Tra i fiori del tè-
giocano a nascondino
i passerotti
(Issa 1763-1828)

Oggi festeggio il secondo giorno di scuola. Il meno fotografato, quello che non interessa a nessuno. Ma nel calendario del DAILYHAIKU è la festa della perseveranza, dedicata a coloro che vanno avanti a testa bassa nonostante stipendi magri, bagni senza carta igienica e moleste associazioni di genitori che tutelano a oltranza i "diritti" dei loro pargoli.
È il giorno più silenzioso, quello fuori i riflettori. Senza politici tra i banchi. Quello delle difficoltà dei primi rapporti con gli altri, degli amici del cuore, della ricreazione e del "facciamo che io ero...", delle litigate risolte da soli senza genitori petulanti, delle gite al museo, della strizza per l'interrogazione.
Quello di una scuola normale. 


(Roma. Classe I C. Banco occupato)

lunedì 15 settembre 2014

Miss Italia e MOMOKO KURODA

Per questa festa
dispongono le bambole
- ombre sul muro
(Momoko Kuroda 1938)


No. Ci siete cascati! Non sparerò su "Miss Italia", manifestazione che nonostante i suoi settantacinque anni imperversa come Sophia Loren. Non mi soffermerò su quelle lacrime o sugli annuali consigli di madrine del botox. Vi dirò, non mi sento neanche oltraggiata come donna, usata o strumentalizzata. Non mi interessa. Vi ripropongo questo haiku che, come kigo,  ha  le "bambole" dello hinamatsuri (qui) per poter parlare anche io di bellezza femminile. Anzi, vi parlerò proprio della mia miss di riferimento.


(Momoko Kuroda Un albero un'erba e fiori di ciliegio Ed.Empiria)

Momoko Kuroda nasce nel 1938 a Tokyo. A trent'anni, pur perfettamente inserita nella società giapponese - lavorava come pubblicitaria e caporedattrice di una rivista-  decide di mettersi in viaggio lungo tutto il Giappone alla ricerca di ciliegi nel momento esatto della loro massima fioritura (Hanami). Momoko nel fiore degli anni che si mette in viaggio in cerca dei ciliegi in fiore! In Giappone ci sono tante varietà di ciliegio ma quella veramente speciale che le interessa si chiama Yamazakura. Ogni pianta di questa specie puo' vivere centinaia d'anni e, caratteristica incredibile, invecchiando, mentre il tronco si svuota, i suoi rami continuano a fiorire stagione dopo stagione.
Un po' come la maturità che si acquisisce via via nel tempo o come il ricordo che lascia una persona cara che non c'è più.

Nel 1970 Kuroda diventa allieva del maestro di haiku  Yamaguchi Seishi (1901-1994) e
a cinquantotto anni ricomincia le sue peregrinazioni, da nord a sud, sempre alla ricerca delle piante amate sul cammino che fu di Basho. 
Per tutti i ciliegi che ha visto e letteralmente "visitato" negli anni, per i pellegrinaggi sui passi dei monaci zen suoi maestri, Momoko è chiamata haijin dei ciliegi (haijin =compositore di haiku).
Ma in questa seconda fase le interesserà il momento in cui i fiori iniziano ad appassire e i petali a cadere e gli haiku che compone restituiscono magicamente questa malinconica atmosfera di distacco.



Alle soglie della vecchiaia, Kuroda si rivolge ai fiori che stanno appassendo e vi ci rispecchia:


Volano i fiori
In cielo - ho cinquant'anni
son forse triste?
.......................

E nel tramonto
sembra il ciliegio pendulo
abbia più fiori

........................
Di quale valle
di quale albero
danzano i petali?

........................



Ed è per la sua delicatezza e forza, per la sua osservazione complessa sul quotidiano e per come ha raccontato, nella brevità degli haiku, tradizione e contemporaneità, e soprattutto momenti di forte unione tra uomini e donne (leggi QUESTO), che oggi la eleggo.

Signore e Signori, la "più bella" è: Momoko Kurodaaaaaaa!!!

venerdì 12 settembre 2014

Marm-occhi

Pulisco la lente 
degli occhiali anche dalla parte
dell'occhio cieco
(Hino Sojo 1901-1956)

Secondo questa notizia che vi linko qui, in Italia la percentuale di chi è costretto a far uso di occhiali è balzata in quarant'anni dal 13 al 25%. In evidente crescita il numero dei ragazzini occhialuti con al seguito truppe di esperti che mettono sotto accusa giochi su tablet e pc a manetta.
Piccoli marmocchi linkati, telefonìaci, uozzappàri ma non proprio linci, crescono.
Ma vuoi mettere con gli anni passati? 
Questa sarà una generazione più aperta della nostra e più lungimirante. Da vicino.


(Ischia. Ibiscus per miopi)



  

giovedì 11 settembre 2014

Buchi

Perfino
nel mio cappello di bambù
un buco
(Santoka 1882-1940)


Una quasi-buona notizia: il buco dell'ozono si sta restringendo. Non di tanto, ma gli scienziati sembrano più contenti (leggi qui notizia). Non festeggiate perché aumenta l'effetto serra.
Mi sembra di capire, a questo punto, che la Terra, a giudicare da discariche, gas, inquinamento sempre al di sopra dei livelli di allarme e il disinteresse generale, sarà costretta a fare un po' tutto da sola.
Come fa Santoka (QUI e QUI).



(Sto piantato qui, da un centinaio d'anni e più, a godermi il panorama di questi. Mah...)



mercoledì 10 settembre 2014

Attenzione!

 Chi vuole può seguire e commentare DAILYHAIKU,
ovvero la contemporaneità vista attraverso uno haiku tradizionale della poesia classica giapponese, anche su facebook o su Twitter!
Cercatemi come Susanna Tartaro DAILYHAIKU o come @susannatartaro! 
CIAO!  

Addio!

Uccelli migratori...
anche la casa dove sono nato
è oggi il tetto di una notte
(Mukai Kyorai 1651-1704)


Oggi ufficializzazione del divorzio  Marchionne - Montezemolo (notizia qui).
In "casa" Fiat, mestizia, imbarazzo, qualche briciola di alimenti.


(pio...pio...)


E, ora che ci penso, la nostra coppia inverte la tendenza su cui riflettevo QUI.








martedì 9 settembre 2014

Bentornata!

Nella mente vuota
solo un paio d'occhi
sbarrati
(Ōzaki Hōsai 1885-1926)

Perdonatemi la nota autobiografica. Torno a casa dopo circa una settimana da Mantova, dove sono stata per il festival letterario che molti di voi conoscono e seguono su Radio3, con in testa libri, incontri, scoperte... Un po' stanca, sognavo il divano dopo un bel po' di lavoro e tensione per tre ore di programma radiofonico al giorno a cui dare una linea interna, un senso, e non da riempire di cose a caso. Immaginerete come abbia vissuto questi pochi giorni: in una bolla, sospesa. Una vita altra dove gli argomenti erano la scrittura di Hemon o l'esperienza di Kurkov, le foto di Mario Dondero o le poesie di Pierluigi Cappello. 
Va bene, i libri non si vendono, lo so che leggiamo sempre meno... però alla fine quella condivisione è così piacevole!
Tornata a casa, accendo la tv. "Occhi sbarrati". E sperando che non pubblichino un carteggio amoroso, mi faccio da sola un "bentornata nella realtà"! Se ti va, clicca sulla didascalia.


(Buonasera e bentornata!)






lunedì 8 settembre 2014

SHIKI

Nel fresco dell'oscurità
sulla riva opposta
delle risa
(Shiki 1869-1902)


Dopo le storie di Matsuo Bashō, Issa e Santoka oggi quella di Masaoka Tsunemori. Si fa chiamare Shiki, cioè “cuculo”, l’uccello che, secondo la tradizione giapponese, canta finché muore. A undici anni scrive il suo primo poema e a quattordici fonda un gruppo poetico, in seguito si diploma, lascia gli studi universitari e rinuncia alla borsa di studio. La sua vita, retta dal rigore e dalla letteratura, è stata breve ma ha segnato tanti lettori. Gli ideali di sintonia e armonia con la natura canonizzati da Bashō, attraverso la moderna riforma poetica di Shiki sono da adesso superati. È un uomo colto e moderno, vive in una fase che vede il Giappone in contatto con il mondo occidentale e i suoi ideali artistici non possono non trovare che nuove ispirazioni, nuove svolte. In poesia ammetterà anche il verso libero, pur rimanendo nei suoi componimenti fedele allo schema 5-7-5, e il tema della natura, pur rimanendo centrale, assume toni nuovi. Non più sospensione nel tempo e nello spazio o l'armonia cosmica, con gli haiku di Shiki osserviamo malinconicamente quell'attimo, quella foglia, quella stanza, arrivando a vedere, chiara, la nostra imperfezione.

Di me scrivete
che ho amato i versi
e i kaki

Al contrario di Bashō, suo maestro e grande camminatore, e di Santoka, Shiki potrà camminare pochissimo. Nel 1894, già malato, è stato corrispondente per il suo giornale della guerra cino-giapponese. La sua breve esistenza – morì a trentacinque anni – può misurarsi in pochi tatami, quelli della stanza dove era costretto a letto.
E in quello spazio angusto, povero e solitario, compone in forma di haiku la sua lotta contro la malattia e la sua voglia di vivere. Misurava nel numero di kaki consumati, frutto di cui era ghiottissimo, il numero degli haiku composti. Un acquario, un paravento decorato o una foglia, per Il poeta costretto a letto, diventano orizzonti infiniti.

Giorno di primavera
si perde lo sguardo in un giardino
largo tre piedi

Forte e grintoso come un guerriero Shiki, che era figlio di un samurai, conosce la rinuncia e la solitudine.

Nel mio andarmene
nel tuo restare
due autunni

Quando ci sentiamo schiacciati dal pressappochismo o circondati dai furbi, quando il nostro mondo ci sembra retto solo da regole che sembrano fatte apposta per essere aggirate, quando ci sentiamo soli, quando le risa ci sembrano sempre "sulla riva opposta" e mai nostre, procuriamoci una raccolta di haiku di Shiki e ripensiamo alla sua tempra da poeta-samurai.

venerdì 5 settembre 2014

Tre

Ho del riso
dei libri
persino del tabacco
(Santoka 1883-1940)

Il saggio e sobrio Santoka ci indica queste tre cosette necessarie per vivere. 
Mi asterrò dai consigli di cucina, per il vostro bene, e il tabacco, per quanto mi riguarda, lo sostituirei con il cioccolato fondente. Ma sui libri ho le idee più chiare.

Non amo i libri che... non mi parlano. E detesto i libri che mi tranquillizzano. Detesto essere trasportata in mondi fantastici dove spazio e tempo sono opzionali, mondi esotici e fashion con vecchi saggi dalla barba bianca che guardano - sempre- lontano. Pagine dove le sete frusciano e dove la cultura è - guarda un po'! - millenaria e che sa - ma dai? - di spezie. 
I cacciatori di aquiloni, i mondi spiegati ai miei figli, gli ultrafantasysaghehorror, le separate insaziabili e i commissari piacioni o ancora peggio le folkloristiche storie regional-rurali, mi allappano. Sui giornalisti-scrittori poi, capitolo a parte (leggi QUI)
Nei festival letterari c'è veramente di tutto e scovare qualche cosa nel mucchio non è facile. E' esattamente come accade nelle librerie dove le pile di saghe e i cartonati di cuochi - scrittori nascondono allo sguardo cose ben più preziose!


(Dietro le quinte)

Se dovessi sintetizzare i miei quindici anni anni di lavoro al Festival di Mantova (come curatrice di Fahrenheit) in soli tre ricordi, tre come i tre ku di uno haiku, penserei subito alla chiacchiera seduti sugli scalini con Roberto Saviano prima del suo incubo, al saluto affettuoso, rubato, tra due "giganti" come John M. Coetzee e Toni Morrison nella hall di un albergo, e al grande poeta irlandese Seamus Heaney che, come un qualsiasi attempato turista accaldato, si rinfrancava con una bibita fresca seduto con la moglie a un tavolino di un bar prima del suo indimenticabile reading di poesie. 
Solo tre ku. Tre il numero perfetto. 
Allora buon ascolto e buone letture!


(Seamus Heaney 1939-2013. Foto mia. RIP)


  







giovedì 4 settembre 2014

Libro in valigia

Affaticato
alla ricerca di un tetto
i fiori di glicine
(Bashō 1644-1694)

Gli sbarchi, i razzismi e i territori contesi - ovvero le tragedie dei nostri giorni - sono stati spesso spunti per il Dailyhaiku. 
Oggi, con la luminosa premessa dello haiku di Bashō, vi propongo un libro.


"La vita davanti a sé" scritto da Romain Gary e premio Goncourt 1975, è stato pubblicato recentemente da Neri Pozza, e narra la storia di un bambino arabo, figlio di una prostituta e allevato da un'anziana ebrea scampata dal nazismo, Madame Rosa. La vicenda si svolge in uno strano asilo al sesto piano di una casa in una periferia nella Parigi degli anni settanta, piccolo e scalcagnato ricovero popolato da marmocchi figli di nessuno, parcheggiati lì da vecchie "amiche" di Madame Rosa. Un via vai formicolante di vita su sei piani di scale, salendo le quali il lettore incontra i piccoletti Banania e Moise, i forzuti fratelli Zaoum che portano polpette calde, il losco signor N'Da Amédée che "aveva sulla cravatta un diamante che luccicava", il dolce medico ebreo Katz, il nero signor Waloumba che mangiava il fuoco e dal Camerun "era venuto in Francia per spazzarla".
Su e giù, tra le gambe degli adulti, corre il bambino protagonista Momo, diminutivo di Mohamed, che ha il cruccio di non conoscere la sua età non essendo stato mai "datato". 
Ora, puó esistere una trama a più alto rischio stucchevolezza?




Ma "La vita davanti a sé" si segnala non per cosa, ma per come Gary racconta. È una lingua diretta verso chi legge, con dei dentro-fuori spiazzanti, senza scorciatoie e stereotipi melliflui e rassicuranti. E il parlare alla maniera di un bambino qui diventa squisitamente letterario, il registrare il gergo dei sobborghi non scade mai nel naif o nella retorica. E' pura costruzione stilistica, puro artificio.
Ma questo è anche un libro caldo, sul significato più intimo e anti convenzionale della famiglia, che esiste a dispetto di tutto, servizi sociali e regole compresi. Ed è ancora un libro sulla morte e sulla vita, sulla vecchiaia e sull'amore, sull'identità, sull'emarginazione e sull'uguaglianza. E tutto questo (ma quante cose!?) tenuto insieme ben saldo sulle fondamenta della letteratura. 


In queste ore di sbarchi e guerre vi consiglio questo breve romanzo, piccolo talismano per quando domani leggeremo ancora del conflitto israelo palestinese o di anonime storie di emarginazione o razzismo. E anche questa volta la letteratura seria, quella che sedimenta nella testa, quella che vede lontano e pone interrogativi, ci fa un utile regalo per poter andare avanti. 

A proposito di libri, appuntamento a domani da Mantova per gli amanti del DAILYHAIKU e di Radio3! 

  

mercoledì 3 settembre 2014

Come in and win!

Tornata ancora
al bicchiere di saké
la mosca annega
(Uejima Onitsura 1661-1738)


Ricerche effettuate sulla ludopatia evidenziano che: i giocatori dipendenti hanno circa cinquantanni, in prevalenza sono maschi e con licenza media. Altri studi più recenti rilevano che l'età si è fortemente abbassata e il numero degli adolescenti impelagati nelle scommesse è in forte crescita. Le slot dei bar sono in genere preferite subito dopo i grattaevinci (è possibile anche cambiare bar, no? Intanto una bella notizia dal Piemonte che linko qui).
Psicologicamente i giocatori dipendenti hanno i nervi a pezzi: programmare sempre nuove giocate provoca ansia e stress. E genera sicuramente angoscia ricorrere ad azioni illecite o disperate per trovare il denaro necessario per fare fronte ai debiti. Insomma si perdono affetti, famiglia, soldi e ci si gioca la salute. 
I soldi che girano sono palate, molti incrementano il malaffare e veramente pochi vanno nelle casse dello Stato (le cifre? qui).  Attraverso un'empirica ricerca personale sul campo, ovvero osservare chi esce dal bingo, ho rilevato che i frequentatori sono perlopiù grigi pensionati dall'aria scarmigliata e incarognita. 
Ma allora qui si bluffa! Qui qualcuno bara!
Le persone ritratte nell'insegna che ho fotografato non sono affatto simili all'identikit che gli studi sulla ludopatia hanno tracciato in questi ultimi anni! Qui non vedo mosche! Sono tutti belli, giovani, con abiti alla moda. Non un'ascella sudata o una carie, un pelo superfluo o un conto in rosso! Vedo invece un'incantevole galleria di persone levigate e realizzate, con sguardo professionale e fronte distesa, donne seducenti in compagnia di un uomo elegante e rassicurante. 
Tutto senza eccessi e possibile, un po' della "porta accanto", un po' da pastarelle domenicali magari dopo la messa.
Diabolico.


(Come in and win. Sicuro!)

martedì 2 settembre 2014

Sogni

Ammalato nel mio viaggio
il sogno percorre
pianure aride
(Bashō 1644-1694)

Merkel smentisce Putin: "È guerra con l'Ucraina!" si legge in prima de La Stampa oggi.
Putin ha un sogno egemonico. Sogna una nuova grande madre russia dove il controllo dell'Ucraina (leggi QUI) e dei piccoli "frammenti" appartenuti all'Unione Sovietica si ricompatti ad ogni costo.
Anche a costo di "pianure aride".


(Sogno ad occhi aperti ma dalla mia scrivania)




lunedì 1 settembre 2014

Buon viaggio!

Al suo termine, la strada
si avvicina al profumo -
biancospini in fiore.
(Yosa Buson 1716-1784)


Il Tribunale dei Minori di Roma ha riconosciuto l'adozione di una bimba a una coppia lesbica (notizia). 
La strada dei diritti è lunga, ma questa sentenza è un passo in avanti verso orizzonti nuovi e possibili (leggi QUI e QUI ). 

Allora buon viaggio a tutti verso "biancospini in fiore"!




A domani.