lunedì 15 settembre 2014

Miss Italia e MOMOKO KURODA

Per questa festa
dispongono le bambole
- ombre sul muro
(Momoko Kuroda 1938)


No. Ci siete cascati! Non sparerò su "Miss Italia", manifestazione che nonostante i suoi settantacinque anni imperversa come Sophia Loren. Non mi soffermerò su quelle lacrime o sugli annuali consigli di madrine del botox. Vi dirò, non mi sento neanche oltraggiata come donna, usata o strumentalizzata. Non mi interessa. Vi ripropongo questo haiku che, come kigo,  ha  le "bambole" dello hinamatsuri (qui) per poter parlare anche io di bellezza femminile. Anzi, vi parlerò proprio della mia miss di riferimento.


(Momoko Kuroda Un albero un'erba e fiori di ciliegio Ed.Empiria)

Momoko Kuroda nasce nel 1938 a Tokyo. A trent'anni, pur perfettamente inserita nella società giapponese - lavorava come pubblicitaria e caporedattrice di una rivista-  decide di mettersi in viaggio lungo tutto il Giappone alla ricerca di ciliegi nel momento esatto della loro massima fioritura (Hanami). Momoko nel fiore degli anni che si mette in viaggio in cerca dei ciliegi in fiore! In Giappone ci sono tante varietà di ciliegio ma quella veramente speciale che le interessa si chiama Yamazakura. Ogni pianta di questa specie puo' vivere centinaia d'anni e, caratteristica incredibile, invecchiando, mentre il tronco si svuota, i suoi rami continuano a fiorire stagione dopo stagione.
Un po' come la maturità che si acquisisce via via nel tempo o come il ricordo che lascia una persona cara che non c'è più.

Nel 1970 Kuroda diventa allieva del maestro di haiku  Yamaguchi Seishi (1901-1994) e
a cinquantotto anni ricomincia le sue peregrinazioni, da nord a sud, sempre alla ricerca delle piante amate sul cammino che fu di Basho. 
Per tutti i ciliegi che ha visto e letteralmente "visitato" negli anni, per i pellegrinaggi sui passi dei monaci zen suoi maestri, Momoko è chiamata haijin dei ciliegi (haijin =compositore di haiku).
Ma in questa seconda fase le interesserà il momento in cui i fiori iniziano ad appassire e i petali a cadere e gli haiku che compone restituiscono magicamente questa malinconica atmosfera di distacco.



Alle soglie della vecchiaia, Kuroda si rivolge ai fiori che stanno appassendo e vi ci rispecchia:


Volano i fiori
In cielo - ho cinquant'anni
son forse triste?
.......................

E nel tramonto
sembra il ciliegio pendulo
abbia più fiori

........................
Di quale valle
di quale albero
danzano i petali?

........................



Ed è per la sua delicatezza e forza, per la sua osservazione complessa sul quotidiano e per come ha raccontato, nella brevità degli haiku, tradizione e contemporaneità, e soprattutto momenti di forte unione tra uomini e donne (leggi QUESTO), che oggi la eleggo.

Signore e Signori, la "più bella" è: Momoko Kurodaaaaaaa!!!