invoca nubi gelide
spiriti di Roma
(Sono Uchida 1924)
Una poesia, una notizia e una foto per guardare alla realtà scandendola in tre momenti, come succede nel poco spazio di un haiku giapponese. Ogni giorno. La poesia è nelle cose di tutti i giorni. "Cuscino di pietra/accompagno/nuvole" (Santōka 1882-1940)
Si spalancano laghi di stupore
a sera nei tuoi occhi
fra lumi e suoni:
s’aprono lenti fiori di follia
sull’acqua dell’anima, a specchio
della gran cima coronata di nuvole…
Il tuo sangue che sogna le pietre
è nella stanza
un favoloso silenzio.
(Antonia Pozzi “A Emilio Comici”)
Troppa pioggia, non ce la faccio a raggiungere il rifugio Comici. Emilio Comici, il padre dell’alpinismo italiano era bello e invincibile (come il regime fascista prescriveva), e i suoi tormenti poteva vederli solo un poeta come Antonia Pozzi che dedica allo scalatore versi di cime e nuvole che lasciano attoniti, come quando si arriva a un ghiaione dopo tanto verde. Stupore e vertigine.
Li immagino arrampicarsi ancora, la lana inzuppata delle maglie, gli scarponi fatti di nulla, le corde legate in vita. E scendo giù a valle. Nel naso odore di muschio e in testa solo l’idea di ritornare e di immaginare ancora.