venerdì 24 dicembre 2021


Natale -
là c’è la stalla
con un cavallo dentro

(Saitō Sanki 1900-1962)

Alla fine ci basta poco per stare bene, due o tre cose. Con il mio augurio di individuarle e godersele, torno a guardare il cavallo dell’eccentrico presepe dello haiku. Buon Natale!





martedì 14 dicembre 2021


Eccomi
dove il blu del mare
è infinito
(Santōka 1882-1940)

 "Vogliamo essere in prima linea in Europa con la legge sull'eutanasia: è una legge che dà la garanzia alle persone di scegliere consapevolmente come andarsene. Questo è fondamentale per chi, come me, ha vissuto la propria vita in mezzo al dolore, alla sofferenza e alla morte". 
Così affermava il medico Umberto Veronesi in appoggio alla proposta di legge depositata alla Camera il 13 settembre 2014.

Oggi che viene chiamato “dossier fine vita” (come fosse qualcosa di misterioso, da decifrare, qualcosa legato ai servizi deviati, ai poteri oscuri), guardiamo attoniti nel vuoto di un’aula parlamentare.

                                                                            
                                                                               (Aldilà)




venerdì 10 dicembre 2021

Sole e brina

Il sole del mattino -
scintillando si leva
su boschi di brina

(Dakotsu 1885-1962)

Uno haiku come piccola spinta a buttarci giù dal letto. Vedi? Il sole del mattino è ancora più bello se la notte è stata gelida! Se provassimo a guardare alle nostre vite come da una finestra spalancata, conosciuto il gelo di certi giorni, forse riusciremmo a vedere lo scintillio del momento. Forse.





 

venerdì 26 novembre 2021


Cammina nel cielo
tranquilla - una
luna sola
(Ogiwara Seisensui 1884-1976)

Maestro di Santōka, Seinsensui ci ha lasciato haiku, diari di viaggio e saggi. Amante del verso libero e della tradizione, leggeva Shiki e Bashō, e contribuì a far conoscere la forma poetica dello haiku anche attraverso alcune interviste radiofoniche (!). Uomo forte, dalla vita lunga ma dolorosa - sua moglie e sua figlia perirono in un terremoto -  conosce nomadismo e povertà. Scrisse tra gli altri anche questi versi che raccontano di una notturna solitudine. Ma, letti in filigrana, anche di una “tranquilla” consapevolezza, e di quella luce interna che, saputa cogliere, può illuminare i momenti più bui. Il mio omaggio alle donne vittime di soprusi e violenza, alla loro forza psicologica. 




sabato 6 novembre 2021


Ritto sulla tinozza -
Mi lavo il volto
Ombra d’autunno
(Natsume Sōseki 1867-1916)


Amava Bashō, Sōseki, al punto di intitolare il suo romanzo di formazione, “Guanciale d’erba”, con un verso del suo antico maestro.
Ma nei suoi entrano nevrosi e modernità, l’ideale di natura di Bashō occhieggia ancora ma in modo molto diverso, in filigrana. Come dimostra questo haiku che ho scelto, e che leggo come fosse una piccola scatola che sia apre sulle nostre insicurezze. Ecco il tempo che passa e l’autunno sul viso che si specchiano nell’acqua sul fondo della tinozza, ecco il quotidiano e lo sforzo che ci viene richiesto per affrontarlo, ecco le preoccupazioni che spengono la luce nel volto. Ma. Ma è il prenderne atto che riesce recuperare la consapevolezza che dopo l’autunno e l’inverno arrivano tepore e luce. E poi l’asciugamano, che qui non c’è e che immagino solo io, dove affondare per un momento il viso. Chiudere gli occhi per ritrovare lo slancio.



 

venerdì 29 ottobre 2021

Strade


Questa strada
nessuno che cammina -
sera d’autunno

(Bashō 1644-1694)

Perché ho scelto proprio questo haiku per “7” di oggi? Perché spinge ad andare avanti. La sera è autunnale, foglie secche, il brivido dell’inverno tra le spalle, e Bashō fotografa un momento di malinconia. Ma la strada è questa, è davanti ai nostri occhi. Bashō, il poeta viaggiatore, la osserva, pur sentendosi solo dentro e fuori di sé. 
Seguire un ideale, cercare un senso, aspettare di giungere a una svolta, a un incontro. Ci si prova. È la pratica zen del nostro quotidiano.






giovedì 28 ottobre 2021

Discriminazioni

 

All'ombra dei fiori,
sono insonne;
il futuro mi spaventa
(Issa 1763-1827)


Dedico questo tenero haiku di Issa a tutti coloro che non riescono a dormire, angosciati dalla violenza crudele della discriminazione. Una qualsiasi, quella nei confronti dei bassi, grassi, neri, gialli e marroncini, disabili, omosessuali, rom, migranti e non so quale altra demente classificazione.

                                                               (Angoscia della porta accanto)
                                 

venerdì 22 ottobre 2021

Fiori


Fiori di sera

anche quest’oggi

appartiene al passato

(Kobayashi Issa 1763-1828)


Issa in giapponese significa "tazza di tè" ed è il nome assunto da Kobayashi Yotaro quando diventa monaco buddista nel 1792. I suoi haiku raccontano la quotidianità attraverso cose modeste, al poeta bastano un fiore, un filo di fumo o un fiocco di neve per raggiungere un’idea cosmica dell’esistenza. 

Orfano di padre e di madre da piccolo, sposo e padre sfortunato (perse quattro figli per malattia) Issa fu segnato negli affetti e nella salute eppure eppure... sarinagara sarinagara, come scrive in uno haiku tra i suoi più famosi, la vita prorompe anche nella goccia di rugiada.


Lo haiku che ho scelto per il sommario di “7” di questa settimana, ha la funzione di un piccolo calendario. Come i fiori, le giornate appassiscono nella sera, e così le settimane, i mesi, gli anni, e il tempo appena vissuto, già così lontano… 

Issa invita a sentire il profumo di ogni fiore che ci tocca in sorte. Consiglio non facilissimo da seguire. Ci si prova.






giovedì 21 ottobre 2021


Cielo d’autunno 
quaggiù
San tō ka è felice con te
(Santōka 1882 - 1940)


Ancora un altro passo dentro l’autunno nello haiku che illumina, almeno per me, il sommario di “7” del Corriere. 

L’ ho scelto perché nei tre versi contiene tre movimenti, li vedete? No? Allora ve li indico:
con Cielo d’autunno lo sguardo è verso l’alto, l’infinito, il cosmo con la sua incomprensibile circolarità.
In Quaggiù ci siamo noi qui, sulla terra. Lo sguardo è come se scendesse fin sui nostri piedi ben saldi sul presente e si concentrasse sull’attimo che stiamo vivendo.
E infine l’ultimo, San tō ka è felice con te, dove l’autore indica se stesso nella sua essenza più profonda e lo fa scandendo il nome zen che si è scelto, San Tō ka, ovvero: alta cima fiammeggiante. La sua felicità è la nostra, e lo vedete anche voi, adesso, come il movimento diventi rotondo; è condivisione totale, perché siamo qui, insieme, con le nostre meschinità e la nostra bellezza, uniti dalla stessa tensione vitale. 
Al prossimo haiku su “7” e al prossimo dietro le quinte qui.





domenica 10 ottobre 2021

100 Zanzotto

Powder of lost battles
between blue and green
when skylines weight on grass


Polvere di passate perdute battaglie
tra blu e verde
quando gli orizzonti pesano sull’erba



I cento anni dalla nascita di Andrea Zanzotto li festeggio con un suo haiku. Una polvere che il poeta pensa in inglese e che traduce in italiano in un movimento circolare zanzottianamente zen. Bellissimo. Da perderci la testa. E poi festeggio la sua ironia che, come una punta di spillo, fora qui e là le pagine delle sue raccolte.




Il Colosseo
invoca nubi gelide
spiriti di Roma

(Sono Uchida 1924)

Uno haiku per guardare meglio quello che è successo a Roma ieri pomeriggio.

                                                                         (Green pass)

venerdì 8 ottobre 2021

La chiave di Shiki

Nel mio andarmene
nel tuo restare
due autunni
(Shiki 1867-1902)


La ragione evidente, la primissima, per cui ho scelto per il sommario di 7 del Corriere della Sera questo haiku di Shiki, è perché è bello e con un chiaro riferimento alla stagione. E perché, nel suo micro mistero narrativo, risulta immediato anche per chi non conosce molto degli haiku. Vuole essere una lucina sui giorni che viviamo. Oggi sono d’autunno, nel suo oro ecco le nostre vite.

Se scavo un po’, e mi confido, vi dirò che l’ho scelto perché è stato il primo haiku che ho letto. Il primo di una serie infinita che mi ha agganciato. Quel congegno nella struttura come uno schizzo sul taccuino, la sua sospensione emotiva. Che meraviglia! Chi saranno questi due amanti, mi chiedevo, cosa sarà mai successo? Un addio come un giorno d’autunno, pensavo leggendolo e rileggendolo, senza sapere che maneggiavo la chiave che mi avrebbe aperto un mondo.
È così, è da questo haiku che sono “entrata” nei tre versi. Ho iniziato a conoscere le regole che li sorreggono, individuando il ritmo nella trascrizione fonetica pur non sapendo una parola di giapponese, cercando i riferimenti alla stagione più nascosti, scoprendo l’equilibrio grafico del segno. Sono “entrata” anche nelle vite dei suoi autori, monaci zen, poeti raminghi così lontani dalla mia vita e dalla mia cultura eppure così vicini e amichevoli. 
E, con la chiave del mio primo haiku, le porte si aprivano una dopo l’altra. E ancora sorprese. Shiki, il samurai malato, non raccontava di un amore finito ma dello struggimento nel salutare qualcosa per sempre e, in quel “noi” mai pronunciato, racconta di sé continuando a toccarci. 
Questa pratica di lettura e rilettura, diventata costante nella mia vita, così lontana dallo zen ma in qualche modo strampalato apparentata, continua a insegnarmi sempre la stessa cosa: dietro ognuno di noi c’è sempre una storia, un dolore, un amore, una casa lasciata.







martedì 14 settembre 2021

Una libellula 
sul cappello.
Cammino
(Santōka 1882 -1940)

Haiku per le cose più belle che ci accadono, per gli attimi da cogliere, haiku per un regalo improvviso e inaspettato. Haiku sul tempo che hai in mano, no, sul cappello, quello da godersi tutto.
Se guardi bene in foto, la libellula in testa la vedi eccome!