Tsuio no yo wa
tsuio no yo nagara
sarinagara
***
È di rugiada
è un mondo di rugiada
eppure eppure
(Issa 1723-1828)
Issa in giapponese significa "tazza di tè" ed è il nome assunto da Kobayashi Yotaro quando diventa monaco buddista nel 1792. I suoi haiku raccontano di cose apparentemente modeste come il salice e il fumo oppure di pulci, neve, foglie, lumache, rane.
Orfano di padre e di madre da piccolissimo, sposo e padre sfortunato (perse quattro
figli per malattia) Issa fu segnato negli affetti e nella salute eppure, eppure...
come scrive meravigliosamente Philippe Forest nel suo "Sarinagara"
(titolo tratto dall'ultimo ku di uno haiku di Issa che
significa "eppure") il poeta guarda la vita frontalmente e con
ironia. Mentre lo scrittore francese, che perse una figlia piccola per una di quelle malattie atroci, ha fatto di quel dolore il suo timone poetico e, leggere i suoi romanzi, è come calarsi nell'abisso della mancanza, Issa sembra voler "rimediare" alla sua dolorosa biografia con il dominio della mitezza.
Issa, tazza di tè, simbolo di armonia e comunione con la natura. Una vera e propria "cerimonia" del quotidiano.
Sarà questa visione del mondo, tragica e diremmo leopardiana, questo "irrimediabile" in cui ci specchiamo, questo sopravvivere a dispetto della vita stessa su cui ragiona Issa, che ha interessato Philippe Forest?
Amore alle labbra era un tocco
("Stringendosi alla terra" di Robert Frost)
Anche la vita di Robert Frost fu costellata da tragedie e, un po' come Issa, anche il poeta americano sembra volerci restituire immagini piene di speranza dove l'elemento naturale appare come il solo appiglio possibile.
Il dolore e la letteratura.
Issa, tazza di tè, simbolo di armonia e comunione con la natura. Una vera e propria "cerimonia" del quotidiano.
Sarà questa visione del mondo, tragica e diremmo leopardiana, questo "irrimediabile" in cui ci specchiamo, questo sopravvivere a dispetto della vita stessa su cui ragiona Issa, che ha interessato Philippe Forest?
Amore alle labbra era un tocco
Dolce quanto reggevo;
E parve una volta troppo;
Io dell’aria vivevo
Che a fiotti da dolci cose
M’investiva… profumo di muschio
Da giovani vigne nascoste
In fondo a un poggio al crepuscolo?
Dolente io ero e stordito
Da fiori di caprifogli
Che scuotono quando li cogli
Una rugiada alle dita.
(...)
Il dolore e la letteratura.
Il mondo di rugiada di Issa-tazza di té e la brina di Frost, (frost è brina in inglese) dialogano a distanza scintillando sulle cose piccole. Philippe Forest sceglie di restare nella cupezza della sua foresta, sondando tutto quel buio.
(amando la vita) |
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