Fiori di sera
anche quest’oggi
appartiene al passato
(Kobayashi Issa 1763-1828)
Issa in giapponese significa "tazza di tè" ed è il nome assunto da Kobayashi Yotaro quando diventa monaco buddista nel 1792. I suoi haiku raccontano la quotidianità attraverso cose modeste, al poeta bastano un fiore, un filo di fumo o un fiocco di neve per raggiungere un’idea cosmica dell’esistenza.
Orfano di padre e di madre da piccolo, sposo e padre sfortunato (perse quattro figli per malattia) Issa fu segnato negli affetti e nella salute eppure eppure... sarinagara sarinagara, come scrive in uno haiku tra i suoi più famosi, la vita prorompe anche nella goccia di rugiada.
Lo haiku che ho scelto per il sommario di “7” di questa settimana, ha la funzione di un piccolo calendario. Come i fiori, le giornate appassiscono nella sera, e così le settimane, i mesi, gli anni, e il tempo appena vissuto, già così lontano…
Issa invita a sentire il profumo di ogni fiore che ci tocca in sorte. Consiglio non facilissimo da seguire. Ci si prova.
È la stagione giusta, ricordiamo Shiki il mangiatore di cachi:
RispondiEliminaI loti fioriti
Della piccola stazione
Solitudine
E anche:
RispondiEliminaUna raccolta di poemi
Due cachi
Tardi nella notte d'inverno
"Sotto gli alberi di ciliegio nessuno è straniero"
RispondiEliminaHaiku del poeta giapponese Kobayashi Issa 1763-1828)
HANAMI
Si attenua il gesto in armonia
costante, sospeso al roseo moto
di petali indugianti.
Cicli vegetali dismettono
il loro ansimo e, caduchi
acclamano il rito del ritorno.
Transiti digiuni al canto dell'inverno
dilatano a impermanente mistero
sino a giungere all'aurea sezione.
Stato di presenza dubitante
se l'essere vita denoti sommessi
infiniti o, in bellezza, non attenui
suo splendore in armonie costanti
accese fiaccole sospese a fuochi fatui.
Ad appartenenza generica sillabano
il proprio nome sino a disperdersi
multipli di sè stessi, nell'aria
nè umana nè divina, indistinto velo
prossimo al Vuoto.
Marina Petrillo