Quando ascolto le testimonianze dei partigiani quei vecchi corpi diventano legno vigoroso, si coprono di foglie verdi, le braccia rami fronzuti sotto cui ripararmi.
(Partigiano)Una poesia, una notizia e una foto per guardare alla realtà scandendola in tre momenti, come succede nel poco spazio di un haiku giapponese. Ogni giorno. La poesia è nelle cose di tutti i giorni. "Cuscino di pietra/accompagno/nuvole" (Santōka 1882-1940)
lunedì 25 aprile 2022
venerdì 22 aprile 2022
in veranda
forbici e peonie
(Sōseki 1867-1916)
Cerco questo in giro. Da sotto il casco, cerco la quiete altrui per farla mia. Al semaforo tiro su lo sguardo verso un terrazzino curato, la fila dei vasi fioriti, l’incannucciata di foglie, il tavolino. Mi si attacca un pezzetto di quiete addosso in questa Roma spettinata da un vento afoso, e un altro ancora, magari alla prossima sosta dopo il viadotto, risalendo la collina di palazzine. Le cerco anche camminando le terrazze quiete, pensando ad altro mi scopro nella mia investigazione segreta. Che qualcuno si affacci e incroci il mio sguardo. Il sorriso di chi non conosco vale una peonia.
sabato 16 aprile 2022
Buona Pasqua
Tra qui e la campana
i rintocchi
giovedì 14 aprile 2022
Giorno lungo
Le mani che si erano incontrate
Restano unite
(Hino Sōjō 1901-1956)
Guardo la tv, la guardo ormai senza ascoltare più quello che dicono sulla guerra. Non mi interessano quelle fazioni armate di parole degli approfondimenti, mi fisso sulle immagini che passano, morti, scarpe, trolley, cercando di guardare ciò che non vedo, di capire. La mia preghiera laica.
venerdì 1 aprile 2022
Fiorisce un pero
sul luogo della battaglia
le rovine della casa
(Shiki 1867-1902)
Ecco lo haiku che parla per chi, come me, guarda al fiorire dei germogli tra le macerie di un campo di battaglia. Guarda alla pace, alla diplomazia, nel nome dei semi non violenti custoditi nel tempo nonostante la sopraffazione o l’ideologia dei nazionalismi e dell’identità (che concetto sopravvalutato, l’identità, nel nostro mondo in divenire!). Ecco Shiki, il monaco pensieroso e malato, chiuso nella stanza a osservare i cocci di una vita che avrebbe voluto diversa. Ma il suo sguardo va oltre posandosi su quel germoglio. Come la giornalista Marina Ovsyannikova col suo cartello scritto coi pennarelli, guardate qui, diceva al mondo, guardate! Ecco l’haiku che parla per me, fuori dai talk televisivi, eccolo qui.
giovedì 10 marzo 2022
Dal 24 febbraio 2022
sotto le mie scarpe
(Yosa Buson 1715-1783)
Ieri le bombe sono cadute sull’ospedale pediatrico di Mariupol. Donne in travaglio e bambini malati, personale medico, infermieri. In tv l’immagine di un piccolo tracheotomizzato in braccio a un uomo, ballonzolava tutto, i tubi trasparenti che gli pendevano dal naso e dalla bocca. Gli occhi.
(Bomba sotto le scarpe)
giovedì 3 marzo 2022
Dal 24 febbraio 2022
appendo a misurare
la mia tristezza
(Momoko Kuroda 1938)
martedì 1 marzo 2022
Un anno
lunedì 28 febbraio 2022
Guerra
dice il bambino,
piangendo.
(Issa Kobayashi 1763-1827)
giovedì 6 gennaio 2022
Poesia della befana
anche gli anni
passano così
(Issa 1763-1827)
lunedì 3 gennaio 2022
Archiv- io
Questa mattina sceglievo in archivio qualche frase da mandare in onda per l’omaggio a Gianni Celati che avevamo previsto in apertura di puntata. Rovistare nelle vecchie interviste è tra i compiti del mio lavoro ma la nota struggente di quello che trovo, che risuona diversamente dopo che chi ha pronunciato quelle parole non è più, finisce per accompagnarmi nella giornata intera. È una strana sensazione, che riconosco ogni volta in cui sono intenta in questa operazione di ricerca, attiene alla cosiddetta professionalità ma ha molto della sfera intima, legata com’è, l’azione del riascolto, a una strana, sorprendente forma di autoanalisi. Ci si immerge in un’altra esistenza - che non è più - ma anche in un antico io (ero lì a Torino, il mio ricordo di Celati seduto con qualcuno, dietro le quinte, in attesa di essere intervistato, la sua distante gentilezza… ). E finisce che mi riascolto in parole altrui, perché quel momento che fino a poco prima era perso nella mia memoria, adesso porta la data d’archivio, scritta con i pixel della schermata. Scelgo le frasi più adatte da mandare in onda di lì a poco, un montaggio di cinque minuti che racconti qualcosa…
Celati ponderava le parole. E rispondeva con calma, pensandoci bene. Con mitezza e precisione. Ghirri aveva un’estetica “soffice”, dice a un certo punto Celati, e usa questo bell’aggettivo, “soffice”. Quanta precisione in una parola sola per definire la luce di una grande fotografo! E quanta intelligenza e cultura ci vuole per trovarla tra le mille possibili.
sabato 1 gennaio 2022
2022 Auguri
passano, increspano
un cielo cremisi
(Miura Yuzuru 1961)