martedì 1 marzo 2022

Un anno

Mi seggo tutto solo sul ciglio della strada,
guardo il misero mio angusto mondo
e carezzo con man che trema l'erba.
(da una poesia di Camillo Sbarbaro)


Cara Rossella,
oggi la nostra radio senza di te è più triste, più buia. Se ne vanno via anni spensierati, anni belli, che tra noi sono stati di avvicinamento continuo. Ci siamo studiate per tanto tempo noi due, così diverse e così libere entrambe, opposte in tutto eppure complementari. Quanto mi sarebbe piaciuto portare avanti un "nostro" progetto radiofonico, saremmo state super... Ci siamo "trovate" durante uno di quei viaggi in pullman, di quelli infiniti, con Steve che canta l'uomo ragno e gli scherzi e le risate; chilometri macinati da una classe di studenti attempati: la nostra radio in trasferta. 
Confidenza, questo è quello che ha caratterizzato l'amicizia tra noi. Rispetto. E solidarietà tra colleghe. E franchezza. Tu così composta, razionale, capace, a miei occhi, di dominare ogni situazione, ridevi del mio temperamento assai poco zen, dell'impeto mio di buttare per aria tutto, delle mie facce alle riunioni... Ti ho "trovata" al mio fianco durante lo spavento che mi presi quella volta. E mica mi mollavi, mi torna in mente ora che scrivo. Protettiva, rigorosa prima di tutto con te stessa. Ricordo il compiacimento per un acquisto frivolo, l'amore per tuo marito, il sorriso sotto un nuovo taglio di capelli. 
Passo davanti alla porta chiusa della tua redazione. 
Ci lasci affranti, Rossella, qui, in questa giornata lavorativa a cui dobbiamo dare un senso, calati in un periodo sospeso dove anche portare un fiore diventa un'impresa, ci guardiamo l'un l'altro senza voler capire.

                                                            (pensando a Rossella)
  
 


           

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