venerdì 2 giugno 2017

Festa


Sera primaverile.
Seguo un profumo
che sta per spegnersi
(Yosa Buson 1716-1783)



Un haiku per una festa di mezza primavera, un haiku per il ponte costruito sul calendario. Stabilito, atteso e incastrato due giugno! 
Per chi lavora è la dolcezza di un giorno tranquillo. I pochi colleghi rimasti sorridono, un'auto, per strada, cede addirittura la precedenza. La città è quieta, va a passo lento. Le sue vetrine sono buie, poche le saracinesche schiuse bordo strada, un cane spiscetta allegro al guinzaglio del suo padrone. Oggi escono i giornali, forse domani no?
Prove tecniche di un agosto prossimo.
La festa intanto procede, arriverà la sera e il sabato e poi la domenica. E intorno a me profumo di ozio e di cose da fare e da annusare.

(Ponte)






giovedì 1 giugno 2017

Sgt. Peppers

Fugu* nella pentola
incollato sulla parete
un grande John Lennon
(Momoko Kuroda 1938)
Oggi, 1 giugno 1967, usciva lo storico "Sgt. Peppers" e per un pezzo di mondo fu una specie di Natale. 
L'album inizia con un brusio di sottofondo (che geni!), si apre a libro e sulla copertina un collage pazzo dove, in assetto bandistico, si affacciano, un tantino perplessi, tra gli altri, Edagar Allan Poe, Nietzsche, Stockhausen, Fred Astaire, Dylan Thomas, Karl Marx, Jung, Freud, Stanlio e Ollio. Un coro psichedelico, un olimpo di riferimento, una bibbia laica e per nulla punitiva.
Ma poi c'è l'altro pezzo di mondo, benpensante, quello che non ha mai ascoltato bene bene il Sgt.Peppers, quello che non conosce i testi a memoria nè fa tap tap col piede quando attacca una canzone. 
Forse è quello che un giorno se ne sbatterà degli accordi sul clima, continuerà a utilizzare la religione come un manganello, tollererà razzismo e omofobia e, torturare qualcuno, alla fine, gli apparirà solo come una tra le risorse possibili. Forse...

(Quasi Beatles)


* il fugu è un tipo di pesce



mercoledì 31 maggio 2017

Fratelli d'Italia


- Giovanettin dalla pupilla nera,
qual è il colore della tua bandiera?
- Se una rosa vermiglia e un gelsomino
a una foglia d'allor metti vicino,
i tre colori avrai più cari e belli
a noi che in quei ci conosciam fratelli
(da "Sono italiano" di Domenico Carbone)


Cari fratelli (d'Italia), la tanto attesa nuova legge elettorale è bella pronta e mutuata dalla Germania (notizia QUI)
Solo che noi non siamo tedeschi. Siamo quelli che non si mettono d'accordo, abbiamo da cavillare, recriminare, ribattere. Noi interrompiamo, facciamo battute, siamo brillantoni e vogliamo la scena, strappare il sorriso e fare pure la passerella. Per noi non c'è mai domani, perché noi siamo grandi filosofi e neanche dell'oggi, ma dell'istante. Buona fortuna a tutti.


(Res publica)



martedì 30 maggio 2017

Firma copie


Parole – vetri
che infedelmente
rispecchiate il mio cielo –
di voi pensai
dopo il tramonto
in una oscura strada
quando sui ciotoli una vetrata cadde
ed i frantumi a lungo
sparsero in terra lume –
(Riflessi di Antonia Pozzi)



La penna sarà pure da qualche parte e le persone in fila sorridono. Finalmente a tu per tu con lo scrittore preferito. 
Sulla prima pagina, quella bianca, scriverà la data con il luogo dove si trovano adesso. Distogliere lo sguardo. Il resto sarà meglio leggerlo più tardi, da soli. 
Volano particelle luminose di trepidazione, di imbarazzo, come piccole dichiarazioni di amore, nell'attimo in cui il libro ritorna tra le mani di chi lo ha scritto.
Leggo il labiale: "Sa, il suo libro è bellissimo", "Mi ha molto aiutato in un periodo difficile", "Anch'io so bene di cosa parla nel suo romanzo". 
Leggo l'orgoglio e il il pudore.
Intorno, i ragazzi con la maglietta "staff" si affannano a far sgombrare la sala, i tecnici arrotolano i cavi dell'audio, due bambini giocano a rincorrersi tra le sedie ormai libere. 
Ma il gruppetto firma-copie resiste, sembra proteggere il suo scrittore.
Non sento quello che dicono, sono troppo lontana. 
Raccolgo i minuscoli frantumi di vite lasciati sparsi, che luccicano ancora per aria. E li conservo.


(un salone del libro)




lunedì 29 maggio 2017

Totti uguali


Tutti i giorni, senza eccezione
vado a giocare con i bambini.
Porto due o tre palle nelle mie tasche;
sono un uomo inutile, ma felice,
in questa pace primaverile.
(Ryōkan 1758-1831)


"Evvaievvaffffanculooooooeddajjjjjealimortaccivostraaaaa!"
Crepuscolo. Totti sta tirando il suo ultimo calcio al pallone e qualcuno urla sotto le mie finestre.
Chi mai fenderà l'aria in questa pace primaverile, solitariocon la sua giaculatoria da orco gridata a voce arrochita. Immagino quel grugno, la testa rasata. Le braccia tatuate in corsivo inglese - coi nomi de mamma e de mi fijia, lll'uniche certezze - e il gladio acuminato, lucente tra le rose, roteare in aria. Il gesto dei pugni verso l'alto, le vene che pompano, ll'occhi de fori.
"Evaffanculoooooooooo!!!"
Un romanista orfano del suo capitano o un laziale a cui è partita la valvola per il rosicamento? "Malimortaccievaffanculoooooo".
poche centinaia di metri, nello stadio Olimpico, si concludeva la cerimonia dell'addio con la lettura dell'ultima lettera dell'apostolo alla tifoseria in lacrime. 
Al di qua degli spalti, sotto casa mia, il piccolo rito sonoro del degrado umano.


(Giallo rosso al tramonto)






venerdì 26 maggio 2017

Carta d'identità


Essere nati, non solo essere nati,
ma anche in una data, proprio in quel giorno
precisamente nati
(Patrizia Cavalli)

Il carosello della piccola bambina paffutella iniziò nel 1966. Anche il mio.


(e vabbè!)

giovedì 25 maggio 2017

My everything


Ho pianto tante lacrime fino
a vederci dentro il mio riflesso.
Era chiaro,
non lo nego, mi manca.
Mi sbagliavo,
tu non sai quello che hai finché non l'hai perso.
Il dolore è solo una conseguenza dell'amore.
Sto dicendo che mi dispiace per il nostro amore.
Lui non era il mio tutto
Finché non eravamo niente
E mi ci vuole tanto per dirlo.
Ora che se n'è andato, il mio cuore sente qualcosa che manca
quindi è tempo di cacciare via l'orgoglio.

Perché tu sei, sei
Sei il mio tutto
("My everything" canzone di Ariana Grande)



Dalla galassia del pop catapultata sugli smartphone di mezzo mondo. Mentre si fanno i compiti, a cena con il cellulare sotto il sedere, le sue fotine su instagram da commentare con faccette innamorate, i testi della canzoni a memoria anche se in inglese vai malissimo, piccole pillole di saggezza da calarsi in cameretta, o da cantare, riprendendosi nei micro video da inviare a manetta su uoazzap. My everything. Testi semplici "mi manchi e "orgoglio ferito" e "senza di te la vita è niente". Certezze piccole. Un "mio tutto" a cui aggrapparsi come a un gancio d'acciaio, resistente in mezzo alla furia del big bang delle emozioni, delle prime esperienze che ti aspettano fuori la tua cameretta.  

Da Manchester alla Libia, base di partenza per i migranti e palestra di kamikaze dell'Isis, una sola canzone.  

So it's time to push my pride away
'Cause you are, you are, you are my everything
You are, you are, you are my everything
I know you’re not far, but I still can't handle all the distance

You're traveling with my heart,

Tu sei, tu sei Sei il mio tutto, per me cantava Ariana sul suo palco (ascolta QUI).
Per me che sono qui con i miei pochi anni e non ci capisco niente. Dai peli sotto le ascelle alla bomba al concerto.

(effetti speciali)