venerdì 1 aprile 2022

Fiorisce un pero


Fiorisce un pero -
sul luogo della battaglia
le rovine della casa
(Shiki 1867-1902)


Ecco lo haiku che parla per chi, come me, guarda al fiorire dei germogli tra le macerie di un campo di battaglia. Guarda alla pace, alla diplomazia, nel nome dei semi non violenti custoditi nel tempo nonostante la sopraffazione o l’ideologia dei nazionalismi e dell’identità (che concetto sopravvalutato, l’identità, nel nostro mondo in divenire!). Ecco Shiki, il monaco pensieroso e malato, chiuso nella stanza a osservare i cocci di una vita che avrebbe voluto diversa. Ma il suo sguardo va oltre posandosi su quel germoglio. Come la giornalista Marina Ovsyannikova col suo cartello scritto coi pennarelli, guardate qui, diceva al mondo, guardate! Ecco l’haiku che parla per me, fuori dai talk televisivi, eccolo qui. 



giovedì 10 marzo 2022

Dal 24 febbraio 2022


Luna d’inverno
sento i ciottoli
sotto le mie scarpe
(Yosa Buson 1715-1783)


Ieri le bombe sono cadute sull’ospedale pediatrico di Mariupol. Donne in travaglio e bambini malati, personale medico, infermieri. In tv l’immagine di un piccolo tracheotomizzato in braccio a un uomo, ballonzolava tutto, i tubi trasparenti che gli pendevano dal naso e dalla bocca. Gli occhi.

                                                                      (Bomba sotto le scarpe)

        





giovedì 3 marzo 2022

Dal 24 febbraio 2022


La campanella
appendo a misurare
la mia tristezza
(Momoko Kuroda 1938)

Haiku della quotidianità.

Dal 24 febbraio nella finestra del mondo globale sfilano immagini di guerra. Le fissiamo, cercando un appiglio qualsiasi che non ci faccia precipitare, la tavola da sparecchiare, una telefonata da fare, lo zucchero che manca da comprare, magari domani... Domani. 
L’hard disk del cervello ne sta salvando tante, anche la mano di un papà che cerca quella della sua bambina al di là di un finestrino. Il treno in partenza affretta quel saluto che sto ancora guardando.

                                                                              (Abbraccio)





martedì 1 marzo 2022

Un anno

Mi seggo tutto solo sul ciglio della strada,
guardo il misero mio angusto mondo
e carezzo con man che trema l'erba.
(da una poesia di Camillo Sbarbaro)


Cara Rossella,
oggi la nostra radio senza di te è più triste, più buia. Se ne vanno via anni spensierati, anni belli, che tra noi sono stati di avvicinamento continuo. Ci siamo studiate per tanto tempo noi due, così diverse e così libere entrambe, opposte in tutto eppure complementari. Quanto mi sarebbe piaciuto portare avanti un "nostro" progetto radiofonico, saremmo state super... Ci siamo "trovate" durante uno di quei viaggi in pullman, di quelli infiniti, con Steve che canta l'uomo ragno e gli scherzi e le risate; chilometri macinati da una classe di studenti attempati: la nostra radio in trasferta. 
Confidenza, questo è quello che ha caratterizzato l'amicizia tra noi. Rispetto. E solidarietà tra colleghe. E franchezza. Tu così composta, razionale, capace, a miei occhi, di dominare ogni situazione, ridevi del mio temperamento assai poco zen, dell'impeto mio di buttare per aria tutto, delle mie facce alle riunioni... Ti ho "trovata" al mio fianco durante lo spavento che mi presi quella volta. E mica mi mollavi, mi torna in mente ora che scrivo. Protettiva, rigorosa prima di tutto con te stessa. Ricordo il compiacimento per un acquisto frivolo, l'amore per tuo marito, il sorriso sotto un nuovo taglio di capelli. 
Passo davanti alla porta chiusa della tua redazione. 
Ci lasci affranti, Rossella, qui, in questa giornata lavorativa a cui dobbiamo dare un senso, calati in un periodo sospeso dove anche portare un fiore diventa un'impresa, ci guardiamo l'un l'altro senza voler capire.

                                                            (pensando a Rossella)
  
 


           

lunedì 28 febbraio 2022

Guerra

Prendete la luna"
dice il bambino,
piangendo.
(Issa Kobayashi 1763-1827)

Dovremmo prendergli la luna. Invece fissiamo gli schermi che inquadrano piccole manine operose, e pezzi di polistirolo da sbriciolare come fosse un gioco nuovo, e intorno bottiglie di vetro da riempire.
La luna.
                                                                   (Sotto la luna)











giovedì 6 gennaio 2022

Poesia della befana


Carbone che brucia:
anche gli anni
passano così
(Issa 1763-1827)

Ma esiste un befanone che ci restituisca questi due anni? Che lasci una calza con dentro le perse occasioni, gli amori impediti e i baci non dati, gli amici non visti e i nonni non visitati? E i viaggi non fatti e i compleanni non festeggiati… Esiste un rimborso, una restituzione o mi tocca solo carbone?


                                                                    (Abbracci non dati)

lunedì 3 gennaio 2022

Archiv- io

Spuntano i germogli
al tronco d'un grande albero
poggio l'orecchio
(Hosai 1885-1927)

Questa mattina sceglievo in archivio qualche frase da mandare in onda per l’omaggio a Gianni Celati che avevamo previsto in apertura di puntata. Rovistare nelle vecchie interviste è tra i compiti del mio lavoro ma la nota struggente di quello che trovo, che risuona diversamente dopo che chi ha  pronunciato quelle parole non è più, finisce per accompagnarmi nella giornata intera. È una strana sensazione, che riconosco ogni volta in cui sono intenta in questa operazione di ricerca, attiene alla cosiddetta professionalità ma ha molto della sfera intima, legata com’è, l’azione del riascolto, a una strana, sorprendente forma di autoanalisi. Ci si immerge in un’altra esistenza - che non è più - ma anche in un antico io (ero lì a Torino, il mio ricordo di Celati seduto con qualcuno, dietro le quinte, in attesa di essere intervistato, la sua distante gentilezza… ). E finisce che mi riascolto in parole altrui, perché quel momento che fino a poco prima era perso nella mia memoria, adesso porta la data d’archivio, scritta con i pixel della schermata. Scelgo le frasi più adatte da mandare in onda di lì a poco, un montaggio di cinque minuti che racconti qualcosa…

Celati ponderava le parole. E rispondeva con calma, pensandoci bene. Con mitezza e precisione. Ghirri aveva un’estetica “soffice”, dice a un certo punto Celati, e usa questo bell’aggettivo, “soffice”. Quanta precisione in una parola sola per definire la luce di una grande fotografo! E quanta intelligenza e cultura ci vuole per trovarla tra le mille possibili.


                                                                        (germogli nel caos)
                           

sabato 1 gennaio 2022

2022 Auguri


Rosse libellule -
passano, increspano
un cielo cremisi
(Miura Yuzuru 1961)

Qualcosa di rosso. Le libellule, un desiderio realizzato per ognuno che riesce a vederle, si librano nel cielo, anch’esso rosso fuoco. 
Tanti auguri a tutti gli affezionati lettori di questo micro posto del cuore! Rosso pure quello.
S.

                                                                               (Auguri)

sabato 25 dicembre 2021

Favola di Natale


Montagne remote
specchiate negli occhi
delle libellule
(Issa)


Qualche estate fa in un libro lessi di un gioco che facevano tra loro i personaggi della storia: tre domande per tre risposte e i due avrebbero scoperto quale fosse il loro animale totem. Replicai il gioco subito, neanche a dirlo. Mi sarei di sicuro rivelata in una farfalla, o in una libellula, comunque sarebbe stata una creatura lieve, lieve e colorata… Se poi dovesse venire evidenziata la mia eleganza, pensavo, vada per il gatto, oppure la tigre per quella nota esotica, vaga lussuria eternamente fashion… Alla fine, l’altro “io” mi sarebbe andato bene pure come cane - non sono una giocherellona adorabile? - o come tenero cerbiatto, volpe fulva e astuta, oppure aristocratica leonessa. Anche usignolo canterino, perché no, oppure un bel pinguino dall’alto senso di responsabilità. O cicala estiva, che almeno quel suo momento se lo gode tutto eccome…
Sono un rinoceronte, il gioco disse questo. 

E così, da quel lontano agosto, imparo a portare corno e mole con una certa disinvoltura. Perché ho capito se carico faccio il deserto e se mi gratto la schiena sradico un albero. Provare a tenere a bada zampe e muso, cercare di passare dalla porta senza restare incastrato negli infissi che sfondo è, giorno dopo giorno, la favola che vivo.




venerdì 24 dicembre 2021


Natale -
là c’è la stalla
con un cavallo dentro

(Saitō Sanki 1900-1962)

Alla fine ci basta poco per stare bene, due o tre cose. Con il mio augurio di individuarle e godersele, torno a guardare il cavallo dell’eccentrico presepe dello haiku. Buon Natale!





martedì 14 dicembre 2021


Eccomi
dove il blu del mare
è infinito
(Santōka 1882-1940)

 "Vogliamo essere in prima linea in Europa con la legge sull'eutanasia: è una legge che dà la garanzia alle persone di scegliere consapevolmente come andarsene. Questo è fondamentale per chi, come me, ha vissuto la propria vita in mezzo al dolore, alla sofferenza e alla morte". 
Così affermava il medico Umberto Veronesi in appoggio alla proposta di legge depositata alla Camera il 13 settembre 2014.

Oggi che viene chiamato “dossier fine vita” (come fosse qualcosa di misterioso, da decifrare, qualcosa legato ai servizi deviati, ai poteri oscuri), guardiamo attoniti nel vuoto di un’aula parlamentare.

                                                                            
                                                                               (Aldilà)




venerdì 10 dicembre 2021

Sole e brina

Il sole del mattino -
scintillando si leva
su boschi di brina

(Dakotsu 1885-1962)

Uno haiku come piccola spinta a buttarci giù dal letto. Vedi? Il sole del mattino è ancora più bello se la notte è stata gelida! Se provassimo a guardare alle nostre vite come da una finestra spalancata, conosciuto il gelo di certi giorni, forse riusciremmo a vedere lo scintillio del momento. Forse.





 

venerdì 26 novembre 2021


Cammina nel cielo
tranquilla - una
luna sola
(Ogiwara Seisensui 1884-1976)

Maestro di Santōka, Seinsensui ci ha lasciato haiku, diari di viaggio e saggi. Amante del verso libero e della tradizione, leggeva Shiki e Bashō, e contribuì a far conoscere la forma poetica dello haiku anche attraverso alcune interviste radiofoniche (!). Uomo forte, dalla vita lunga ma dolorosa - sua moglie e sua figlia perirono in un terremoto -  conosce nomadismo e povertà. Scrisse tra gli altri anche questi versi che raccontano di una notturna solitudine. Ma, letti in filigrana, anche di una “tranquilla” consapevolezza, e di quella luce interna che, saputa cogliere, può illuminare i momenti più bui. Il mio omaggio alle donne vittime di soprusi e violenza, alla loro forza psicologica.