martedì 3 dicembre 2019

Giornata Internazionale delle persone con disabilità


Qua e là
ondeggia nel vento
una farfalla
(Shiki 1867-1902)

Un haiku per questo 3 dicembre, Giornata internazionale delle persone con disabilità, scritto da Shiki, il poeta zen vissuto alla fine dell'Ottocento, un giovane samurai malato ma che combatte ancora oggi, lo fa con i suoi versi. Il mondo poteva solo guardarlo dalla finestra, le condizioni fisiche gli permettevano pochi e faticosissimi spostamenti eppure ogni suo componimento ti tocca, riesce a turbare. Una farfalla, un kaki maturo, la primavera evocata da un ramo che pulsa nei germogli.
Amo Shiki, la forza temprata nell'acciaio mista alla fragilità che infonde negli haiku. Che il suo spirito arrivi a tutti i samurai che incontro per strada. Quando le ruote della carrozzina non ci passano, quando prendere un treno è un'avventura salgariana e fare pipì nel gabinetto dedicato significa la maggior parte delle volte guadare un pantano, aggrapparsi con le mani alla tavoletta, inzaccherata, e tirarsi su nel lerciume che i normodotati, egoisticamente incontinenti, hanno lasciato.

(Vite)

giovedì 28 novembre 2019

Luna a Radio3


Luna e fiori:
incomprensibile
questo mondo!
(Issa 1763-1827)

Se c'è una cosa che tenta di fare Radio3 è rendere un po' più comprensibile quello che ci circonda. 
E ieri sera ne ho avuto la prova quando, con un manipolo di colleghi, ho raggiunto la Sala M per vedere la luna.
Si teneva la registrazione di una puntata speciale di Radio3 Scienza con un grande ospite in studio, di riguardo totale, e di notevole caratura (circa tre etti): un pezzetto di luna. Una scaglia di infinito precipitata sul pianoforte (quello usato nelle Lezioni di Musica!) che materializzava il sogno romantico dell'umanità intera. Rossella e Paolo sorridevano squadernando i loro dati con professionalità e, sì, anche con amorevolezza. Cosa c'è di più irripetibile di poter guardare un sogno da così vicino, ci chiedevamo noi, romantici Marcovaldi lì convenuti con il cappotto in mano, mentre quella pepita lunare, che assomigliava tanto a un tocco di parmigiano terrestre un po' troppo stagionato, grigia e screziata di venature lattiginose, ci guardava fisso dalla sua teca di plexiglas. 
La luna poggiata sul pianoforte, quale migliore momento da vivere. Fugace e romantico come una sonata, una promessa d'amore o come un sogno che ci ha fatto tornare a casa un po' più contenti di vivere in questo mondo incomprensibile.


(Intervista)



martedì 26 novembre 2019

Alessandro Leogrande 1977-2017


Non può esistere crescita
senza il comunicarsi fiducioso
senza conoscersi profondamente –
senza sapere che l’amore cresce
quando ognuno vi cresce.
Sano è morire maturi – sincero
superare il timore di vedere,
fondendosi diversi.
La libertà è certo necessaria
ma non basta a creare un mondo nuovo.
("Se gli occhi fioriscono" di Danilo Dolci)



In memoria di Alessandro Leogrande, del suo impegno e della sua mitezza.
Sano è morire maturi – sincero superare il timore di vedere, fondendosi diversi.





Bibliografia:
Un mare nascosto, Napoli, L'ancora del Mediterraneo, 2000
Le male vite: storie di contrabbando e di multinazionali, Napoli, L'ancora del Mediterraneo, 2003 (poi, Roma, Fandango Libri, 2010)
Nel paese dei viceré: l'Italia tra pace e guerra, Napoli, L'ancora del Mediterraneo, 2006
Uomini e caporali: viaggio tra i nuovi schiavi nelle campagne del Sud, Milano, Mondadori, 2008; Premio Napoli (poi, Milano, Feltrinelli, 2016)
Il naufragio: morte nel Mediterraneo, Milano, Feltrinelli, 2011 
La frontiera, Milano, Feltrinelli, 2015


sabato 23 novembre 2019

Milano in versi



In questa calma di piena luce
che si allarga
così compatta che cederle quietamente
è forse necessario,
come indugiare senza significato
a fissare il catrame bollente
o intontirsi di giallo
con l’occhio immobile al sole sulle rotaie.
E’ ancora possibile
smorzarsi senza strappi
fino al margine della coscienza.
Legare il cervello alle vene nei polsi
e sfaldare il pensiero:
sfaldarlo prima del pomeriggio
ma con la pazienza orizzontale
delle strade sdraiate senza respiro
nella piana di sole
che scende su questa curva di piazza
e investe i tetti delle macchine
trovare il secondo.
(Milo De Angelis)

Cammino per Milano, sembro un cane allegro. Nella testa i miei poeti, le opache biciclette di Antonia Pozzi, il dopoguerra di Raboni che ancora si intravede su certe facciate, i condomini severi e grigi, i luoghi cari di mia madre piccola (le strane provviste di quegli anni, formaggio fuso, marmellata
senza zucchero, pane senza lievito,/ immagini della città oscura, della città sbranata/
così dolci, ricordo, al nostro cuore).
E quella giovinezza tutta nella luce di una città al tramonto di Vittorio Sereni. 
Godo della mia passeggiata milanese, l'occhio immobile al sole sulle rotaie.


(Uscendo dalla metro)





  

giovedì 21 novembre 2019

L'amore come piace a me


Ci son dei giorni smègi e lombidiosi
col cielo dagro e un fònzero gongruto
ci son meriggi gnàlidi e budriosi,
che plògidan sul mondo infrangelluto,

ma oggi è un giorno di zìmpagi e zirlecchi
un giorno tutto gnacchi e timparlini,
le nuvole buzzìllano, i bernecchi
ludèrchiano coi fèrnagi tra i pini;

è un giorno per le vànvere, un festicchio
un giorno carmidioso e prodigiero,
è il giorno a cantilegi, ad urlapicchio
in cui m'hai detto "t'amo per davvero"
("Il giorno ad urlapicchio" di Fosco Maraini)

Una poesia che canta l'amore che piace a me. Quello allegro, dove l'incanto di un giorno timparlino ti prende e non ti molla più, quando ci si può abbandonare a una melodia allegra, e quel campanellino che ci ha risvegliati fa muovere i piedi a ritmo di cantilegi. 
Dedicatela a chi vi piace, questa fànfola piena di vita dentro, che sbrilluccica ancora e per sempre, la fànfola di un genio come Fosco Maraini, esempio morale e intellettuale. 
Che se la reciti ad alta voce all'amato o all'amata la stanza si riempie di luccichini.     


(è passato Cupido)