Una poesia, una notizia e una foto per guardare alla realtà scandendola in tre momenti, come succede nel poco spazio dei tre versi di un haiku giapponese. La poesia è nelle cose di tutti i giorni. "Cuscino di pietra/accompagno/nuvole" (Santōka 1882-1940)
giovedì 12 settembre 2019
Primo giorno di scuola
Se anche mio figlio, ieri, col libro di grammatica
greca aperto sul tavolo, sorridendo confuso tra il desiderio
di non dispiacermi e il pragma
della cosidetta realtà, chiede "A che serve?"
io dico a voi, ragazzi: la bellezza
è gratuità del gesto,
come quando vi amate,
è il momento preciso in cui un essere umano
si stacca da terra,
s'inginocchia e disegna
un toro
sulla parete
della sua grotta,
a Lascaux. Così,
senza motivo.
O ha scoperto il modo
per non essere solo
- e ha scoperto il modo
per non morire.
("Risposta per Arturo" di Maria Grazia Calandrone)
Mi sarebbe piaciuto avere una maestra come Maria Grazia Calandrone. Avrebbe fatto lezione con serietà, usato le parole giuste, pacate, per far capire alla classe quel toro sulla parete, e nessuno le avrebbe ridacchiato dietro o tirato fuori il telefonino, sì lo so non c'erano telefonini quando andavo a scuola io, ma non importa, nessuno le avrebbe sparato sulla schiena palline di carta da una Bic-cerbottana.
Settembre sa di progetti e di matite temperate e questa poesia vuole essere il regalo di un buon inizio per chi torna a scuola come alunno o come insegnante. E se la poesia civile riesce a fondersi con versi d'amore come in questo suo libro, allora, ogni settembre della vita sarà più dolce.
venerdì 6 settembre 2019
Al Festival
E io, alla vigilia di svanire,
teatro di parole ritrovate
nel buio delle ossa,
sì, io, a supplicarlo di apparire
tra voci vigliaccamente inventate...
Che cosa può che un altro in me non possa?
Oh presto allora il poco che rimane,
cane delle mie ossa, ossa di cane!
(Patrizia Valduga da "Lezione d'amore")
Quella di ieri è stata la prima di quattro puntate al Festival di Mantova. È andato tutto bene, secondo lo schema classico: gli ospiti - grandi, piccoli, famosi o sconosciuti e tutti con il loro breve spazio assegnato da riempire di parole - e gli incastri sulla scalette tra gli incontri e l'orario stabilito, gli applausi del pubblico, e gli sguardi d'intesa tra noi. E poi è arrivata Patrizia Valduga.
(Lezione d'amore) |
mercoledì 4 settembre 2019
Ascoltatori
Dammi da mangiare
dalla tua voce
un pane di parole intese
dentro le misure del silenzio
(da Le giovani parole di Mariangela Gualtieri)
Ho voluto dedicare un libro agli ascoltatori, questa comunità di persone invisibile e ricchissima e ho compiuto un gesto realmente social: sono andata a conoscere di persona dieci di loro. E tra le loro cose, i loro affetti, ascoltandoli, ho capito quanto ci si assomiglia. Quanto si sta bene insieme.
Amo la radio, nel suono e nei silenzi. Amo i programmi, le voci, i colleghi amici, la musica, amo anche il segnale orario. Anche quella breve sospensione tecnica tra un programma e l'altro che genera, in chi la percepisce, un trasalimento. In quella micro pausa resiste una pace segreta, una perdita di contatto piena di vita dentro, basta solo farci attenzione. Assicuro che si tratta di un vuoto abitato, almeno dieci teste, almeno dieci esseri umani vivono dentro quell'attimo sospeso che respira nelle zone mute del palinsesto. Nel mio libro ho provato a raccontare questo, un'azione così bella e poetica, ascoltare, e tutta la vita che c'è dentro.
(da parte mia) |
venerdì 30 agosto 2019
File d'anime
La notte lava la mente.
Poco dopo si è qui come sai bene,
file d'anime lungo la cornice,
chi pronto al balzo, chi quasi in catene.
Qualcuno sulla pagina del mare
traccia un segno di vita, figge un punto.
Raramente qualche gabbiano appare.
("La notte lava la mente" di Mario Luzi)
L'ondata dei migranti vincerà comunque, chi pronto al balzo, chi quasi in catene.
Vince per la forza vitale che porta, gambe muscolose capaci di scavalcare il mare, vita che cerca vita. I bambini piangono ma non hanno paura e vanno avanti, le giovani donne sotto turbanti colorati vanno veloci, i grembi fertili. Giovani uomini, ragazzi belli, fieri, lo sguardo lontano procedono a grandi falcate.
Sbarcheranno comunque questi atleti della sopravvivenza, questi campioni mondiali di voglia di vivere.
Ad attenderli ci siamo noi flaccidi vecchi pieni di pregiudizi. Ci spalmiamo le creme sulle panze rosicando d'invidia mentre quest'onda splendente di giovinezza ha già deciso per noi.
L'ondata dei migranti vincerà comunque, chi pronto al balzo, chi quasi in catene.
Vince per la forza vitale che porta, gambe muscolose capaci di scavalcare il mare, vita che cerca vita. I bambini piangono ma non hanno paura e vanno avanti, le giovani donne sotto turbanti colorati vanno veloci, i grembi fertili. Giovani uomini, ragazzi belli, fieri, lo sguardo lontano procedono a grandi falcate.
Sbarcheranno comunque questi atleti della sopravvivenza, questi campioni mondiali di voglia di vivere.
Ad attenderli ci siamo noi flaccidi vecchi pieni di pregiudizi. Ci spalmiamo le creme sulle panze rosicando d'invidia mentre quest'onda splendente di giovinezza ha già deciso per noi.
(casa) |
giovedì 29 agosto 2019
Sentieri
Camminare sulla tua via,
o sei tu, sentiero, che cammini dentro di me,
o sei tu la creatura
e io un cammino, una via.
Perché tu, come sei intero,
come sei fatto bene, e formato
in tutte le tue parti.
E quando ti incontro, mi sembri vivo
ché ti fai incontro a me, felice,
o quando ti batte la pioggia, e stai immoto
come le mucche, senza cercare un riparo,
e già chiacchiera l’acqua
e diventi un ruscello.
(Claudio Damiani)
Sono già tornata dalle mie vacanze saltellanti, un po' di tempo qui, una settimana là, ma questi ultimi giorni di agosto sanno ancora di vacanza, di natura, di tramonti e passeggiate. Meno male che ho una piscina vicino casa, qualche vasca sotto i pini romani, così poco distante dal cupolone, che mi addolcisce l'arrivo di settembre (la testa sott'acqua. L'unico modo per non farmi raggiungere dalle maratone sul totoministri). E meno male che ci sono le poesie con i loro spazi bianchi tra i versi dove puoi metterci quello che vuoi, quello che sei.
Che immagine perfetta quella del sentiero che ci cammina dentro! Conferma il potere icastico della poesia e la forza del verso nel ribaltare il senso delle cose - quello che siamo e anche quello che saremo, noi come un sentiero. Come sei fatto bene, gli dice il poeta.
E i classici, l'oriente delle stagioni e lo stupore francescano, come un fruscìo di foglie in sottofondo a questi versi.
Che immagine perfetta quella del sentiero che ci cammina dentro! Conferma il potere icastico della poesia e la forza del verso nel ribaltare il senso delle cose - quello che siamo e anche quello che saremo, noi come un sentiero. Come sei fatto bene, gli dice il poeta.
E i classici, l'oriente delle stagioni e lo stupore francescano, come un fruscìo di foglie in sottofondo a questi versi.
(bosco sotto casa) |
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