martedì 27 agosto 2019

Cuscino di nuvole


Cuscino di pietra
accompagno 
nuvole
(Santōka 1882-1940)


"Posto e mi vesto" ho detto ancora sgranocchiando la fetta biscottata e riponendo la tazza nel lavello. Briciole in giro, per terra. Pulirò dopo.
Posto e mi vesto. 
Ma l'unica cosa che mi viene in mente è il mio haiku preferito che mai, come ora, sembra scritto apposta per la mia testa pesante, per i miei piedi, che tiro via da sotto il tavolo della colazione come scrollando un cane che non vuole muoversi.
Ode a tutto quello che morde come pulci il sistema nervoso - mettere in ordine le bollette, ritirare quelle analisi, prendere quell'appuntamento, faxare il documento (sì, alcuni lo usano ancora), risolvere il mistero del telefono fisso che non squilla dopo la trappola della fibra, incontrare di sicuro quella persona, tornare in ufficio con la sabbia ancora nei sandali... - canto in tre versi di chi vorrebbe starsene a letto.
E, steso, da lì accompagnare le nuvole e indovinarle (è un cane, un cappello di cuoco, no, ora è una barca enorme!) come quella volta, lontanissima negli anni, quando ancora non poteva conoscere le mille forme che una pietra sul cuore può assumere.

(dal treno)


venerdì 23 agosto 2019

Fratello mare


Ed ecco ce ne andiamo come siamo venuti
arrivederci fratello mare
mi porto un po' della tua ghiaia
un po' del tuo sale azzurro
un po' della tua infinità
e un pochino della tua luce
e della tua infelicità.

Ci hai saputo dir molte cose
sul tuo destino mare
eccoci con un po' più di speranza
eccoci con un po' più di saggezza
e ce ne andiamo come siamo venuti
arrivederci fratello mare.
("Arrivederci fratello mare" di Nazim Hikmet)

Che bella questa poesia mandatami da Gianfranco dopo qualche giorno passato insieme al mare e che bello l'aperitivo sulla stuoia, gli amici sono belli, e il tramonto e i capelli che diventano dorati poi scuri, le onde del mare che di sera si placano e non rumoreggiano più. Vacanza, lasso di tempo sospeso, e vacuo, nel resto dei giorni.
Gli italiani in vacanza, il governo vacante. Ed ecco ce ne andiamo come siamo venuti...
Abbronzati, chi dalla sdraio chi dal parlamento, guardiamo tutti allo stesso programma, figurine che si agitano, protagonisti social nel talent della politica, e fissiamo la maratona mediatica di quello che siamo.

(Prima del voto)

mercoledì 21 agosto 2019

Il clima è mite


Il clima è mite a Izu
passo la notte in un campo
suono d'onde.
(Santōka 1882-1940)

Ognuno di noi ha un luogo, un posto dove sta bene anche se non risponde ai canoni estetici  di istagram. Barcola non ha spiagge bianche e nessuno suona l'ukulele. Ma è un po' Izu, posto del cuore, dove non fare nulla è l'unica cosa da fare.
Il lungomare di Trieste, Barcola, è una vacanza comoda, popolare e raggiungibile. E con acqua verde pino - la recessione siderurgica ha i suoi lati positivi. I cosiddetti "topolini" sono spazi pubblici, spartani e puliti, serviti di bagni, docce, spogliatoi e solarium. Tutto funziona così da generazioni e funziona a pochi metri dalla zuccherosa Piazza dell'Unità.
Barcola la si abita, popolandola con l'intera famiglia, nonna compresa; la si arreda con lettini, sedili e ombrelloni (sono ammessi anche quelli per la pioggia); la si ritrova ogni giorno auto-assegnandosi il posto, sempre quello; la si percorre su e giù con la passeggiata postprandiale lungo i tre chilometri di mare, pini, facce e corpi; la si gode sia a pochi mesi che a ottanta anni grazie alle discesine con corrimano che permettono a tutti un bagno comodo; la si raggiunge in pausa pranzo tirando fuori, al volo, costume e asciugamano come fa Claudio Magris. 
Alle 13 scocca l'ora X: le carte da gioco sui tavolinetti scompaiono in fretta, le tovagliette sventolano, le borse frigo si liberano dai ganci, i coperchi tupperware schioccano. 
"Il clima è mite a Izu" dice Santōka, e poi oggi mi sembra una giornata ancora più tersa. E al mare, quel mare con le barche, i gommoni e le ciambelle di gomma fluo, almeno per oggi, guardo senza vergognarmi. 

(Izu)




venerdì 16 agosto 2019

Agosto, verso le sette


Se non dovessi tornare,
sappiate che non sono mai
partito.
Il mio viaggiare
È stato tutto un restare
qua, dove non fui mai.
(da Il franco cacciatore, di Giorgio Caproni)


È agosto e sono in motorino che giro per Roma. Il ponte sul fiume, respiro. Attraversarlo mi carica e mi scarica, inspiro, espiro, ed è come se dall’asfalto si sprigionassero scintille, energia che assorbo e rilascio. Io sono parte dell'aria che fendo, parte di questo momento perfetto.


(open arms)

giovedì 15 agosto 2019

Firmamento, ferragosto


Firmamento, ferragosto,
che luci sbisciano in fila, che festa
da che girarrosto lassù meraviglia
anche noi sordi, nella notte soli
con le averle in foia, i becchi a chi piglia, piglia pe strozzar le prede,
sugli stecchi fissarle, le mosche,
i topolini, le nostre pupillle in perle
di pianto e verrà l'inverno
e la carestia; chi or ora vede
nei voli ciò che torna, non torna di stelle
e dell'eterno
la scia di gioia.
(da "Sempre altrove" di Federico Hindermann)

Ho conosciuto le poesie di Hindermann seguendo una scia poetica fatta di punti di luce trasparente che si chiamano Fabio Pusterla, Giorgio Orelli e Vittorio Sereni. Non mi serve un telescopio per guardare, da quaggiù dove sono, lontano lontano fino a lassù. Mi bastano i loro libri.


(ferragosto a Roma nord)