lunedì 5 marzo 2018

Ringraziamenti


Senza appoggio di sponda, affidarsi
non al mare, ma al vento
(René Char)

Mentre il pensiero corre al Presidente della Repubblica - che immagino come alle prese con un gigantesco cubo di Rubik - uno speciale ringraziamento ai telegiornalisti che negli ultimi mesi mai hanno staccato le telecamere da Salvini. E un applauso alla sinistra tutta che, almeno in questo misero post, vedo unita nella responsabilità di un prossimo governo gravato dal peso di destre populiste.


(svolta  a destra)




   

venerdì 2 marzo 2018

Elettori




Come la spia rossa che
si accende sul cruscotto
e segnala al conducente,
che la benzina è alla fine,
così, anche il sentimento
che nutrivo per te
è ormai in riserva.
(Semiotica di Valentino Zeichen)

E dire che mi è sempre piaciuto stare tra le persone, considerare la spesa al supermercato un'occasione di rifornimento frigo ma anche possibilità di piccole sorprese d'umanità.
Eppure, l'ultima fila fatta alla cassa la considero emblematica di quello che siamo. E che saremo nel segreto dell'urna elettorale di domenica.

così, anche il sentimento
che nutrivo per te
è ormai in riserva.


Davanti a me una signora indaffarata con il suo carrello stra colmo. Tra barattoli, scatolette e verdura, la piccola figlietta, al massimo tre anni, gioca accovacciata con un pezzo di formaggio in mano, garrula e sicura di sé. Una piccola imperatrice.
Quasi arrivata alla cassa, la mamma si accorge di essersi dimenticata qualcosa e si guarda in giro. Capisco il suo impaccio. Il supermercato è affollatissimo, tornare sui suoi passi, spingere carrello con dentro la figlia, significava fare la fila una seconda volta, e poi erano quasi le otto e di sicuro la piccola aveva un timer che se fosse partito erano guai per tutti.
"Stai buona qui, non dare retta a nessuno che arrivo subito!"
"Non si preoccupi signora" faccio con sguardo d'intesa "Ci sono qui io, darò volentieri un occhio alla bambina..."
Mi guarda, non dice nulla, e corre alla ricerca del barattolo di non so che caspita. Poi torna e, senza dirmi grazie, ciao, arrivederci, che gentile, buona sera, riprende il suo carrello, il suo posto, paga e se ne va. Così senza un nulla che assomigli a una qualche forma di cortesia, di complicità fra esseri umani. Zero.
E così è arrivato il mio turno, già era stata una giornata faticosa, la cena era da preparare e fuori faceva un freddo becco. Tutto mi è di colpo sembrato così evidente nel suo grigiume.  
"Non dare retta a nessuno!". Nell'aria ancora quell'insegnamento un po' ottuso che domenica guiderà lei, e molti egoisti come la mamma della fila alla cassa, nella scelta del voto. 


(riflessione)



mercoledì 28 febbraio 2018

Gelo in campagna (elettorale)



Il giorno schietto
d’inverno inasprisce le carraie,
aguzza il taglio della pietra,
sopra i poggi pelati
brucia i pochi fili d’erba.

Chi affastella legna, chi sciorina
panni s’affretta; sgretola la crosta
con le scarpe chiodate, con gli zoccoli,
spranga l’uscio di casa.

È un tempo che fa bruschi i conciliaboli,
ruvide le parole ed i commiati.
…Antenne
e nervature d’alberi, di rovi
graffiano i venti del tramonto…



Chi affastella legna si è già fatto la sua bella lista e si è avviato lesto lesto a presentarla, dritto alla meta, in nome di una trasparenza che però, su fascismo e migranti, si opacizza. La destra, in tutte le sue forme, e formazioni, più variegate e mostruose  
sgretola la crosta
con le scarpe chiodate, con gli zoccoli,
spranga l’uscio di casa.

Io sento freddo, mi tiro fin sotto il naso il plaid e continuo a guardare fuori la finestra.
…Antenne
e nervature d’alberi, di rovi
graffiano i venti del tramonto…

(Italia ibernata)






lunedì 26 febbraio 2018

Il re della neve


Anche la neve
può non essere buona neve.
Fumo dalle fattorie.
(Santōka 1882-1940)


E' vero quello che dice Santōka, la neve è oggettivamente un po' una rogna, a Roma poi non ne parliamo, ma oggi lo contraddico, mi scuserà. 
La passeggiata a piedi di questa mattina, i cagnetti increduli e i bambini felici lungo la strada ovattata e senza traffico. E i sorrisi agli sconosciuti come quelli che si fanno a chi si incontra sul sentiero in montagna tipo: ciao, come va? vedi anche tu quant'è bello tutto questo, vero? E i tetti col cappello bianco, i tergicristallo dritti, gli indomiti in motorino comunque, il vicino che scatta foto e sorride, l'altro che ramazza ma sembra contento, una palla di neve, il moccio che cola. 
Di questo indimenticabile 26 febbraio di neve romana, su tutto, fisso nella mente il mio albero capitozzato, amatissimo nonostante sia stecchito da mesi. Il suo lampo di eleganza - a dispetto della sorte e della nostra malinconia -, e la grazia dei ghiaccioli che stamattina lo facevano rifulgere magico, maestoso. Tutta la bellezza che è stato, ancora per qualche ora, e di nuovo, per noi due che lo amavamo tanto.


(il re della neve)

Senza l'albero



venerdì 23 febbraio 2018

"non abbiamo più nulla per te".


"non abbiamo più nulla per te".
Ci siamo spogliati di tutto.
Anche la parola tra poco svanirà
nella conca nebbiosa 
che abbiamo qui di fronte.

Solo con la tua poca fantasia
potrai, se lo vorrai, 
immaginarci ancora.
Non darle però troppo credito
e non spingerti a vedere
ciò che non c'è.
(da Ablativo di Enrico Testa)


Se c'è una cosa che mi piace è camminare a piedi per le strade di Roma. Non importa se il percorso lo conosco, anzi. Meglio. Sono l'agrimensora, urbana, sì è così che mi sento, del mio quartiere. Lo misuro, lo perimetro, come una ronda pacifica controllo i caseggiati, gli alberi, se ci riesco i salotti illuminati delle case. Quella lampada del terzo piano sempre lì, accesa con le sue tra palle di opaline, che pende sopra al pavimento che ogni volta non riesco a vedere.
Piccole fitte i negozi spariti, qui c'era questo, qui quello, commerci che precisavano la fisionomia delle mie strade. 
"non abbiamo più nulla per te".
Ogni chiusura definitiva, ogni cartello svendo tutto, il mio lutto da annotare.


(incastri)