Il giorno schietto
d’inverno inasprisce le carraie,
aguzza il taglio della pietra,
sopra i poggi pelati
brucia i pochi fili d’erba.
Chi affastella legna, chi sciorina
panni s’affretta; sgretola la crosta
con le scarpe chiodate, con gli zoccoli,
spranga l’uscio di casa.
È un tempo che fa bruschi i conciliaboli,
ruvide le parole ed i commiati.
…Antenne
e nervature d’alberi, di rovi
graffiano i venti del tramonto…
Chi affastella legna si è già fatto la sua bella lista e si è avviato lesto lesto a presentarla, dritto alla meta, in nome di una trasparenza che però, su fascismo e migranti, si opacizza. La destra, in tutte le sue forme, e formazioni, più variegate e mostruose
sgretola la crosta
con le scarpe chiodate, con gli zoccoli,
spranga l’uscio di casa.
Io sento freddo, mi tiro fin sotto il naso il plaid e continuo a guardare fuori la finestra.
…Antenne
e nervature d’alberi, di rovi
graffiano i venti del tramonto…
(Italia ibernata) |