lunedì 29 maggio 2017

Totti uguali


Tutti i giorni, senza eccezione
vado a giocare con i bambini.
Porto due o tre palle nelle mie tasche;
sono un uomo inutile, ma felice,
in questa pace primaverile.
(Ryōkan 1758-1831)


"Evvaievvaffffanculooooooeddajjjjjealimortaccivostraaaaa!"
Crepuscolo. Totti sta tirando il suo ultimo calcio al pallone e qualcuno urla sotto le mie finestre.
Chi mai fenderà l'aria in questa pace primaverile, solitariocon la sua giaculatoria da orco gridata a voce arrochita. Immagino quel grugno, la testa rasata. Le braccia tatuate in corsivo inglese - coi nomi de mamma e de mi fijia, lll'uniche certezze - e il gladio acuminato, lucente tra le rose, roteare in aria. Il gesto dei pugni verso l'alto, le vene che pompano, ll'occhi de fori.
"Evaffanculoooooooooo!!!"
Un romanista orfano del suo capitano o un laziale a cui è partita la valvola per il rosicamento? "Malimortaccievaffanculoooooo".
poche centinaia di metri, nello stadio Olimpico, si concludeva la cerimonia dell'addio con la lettura dell'ultima lettera dell'apostolo alla tifoseria in lacrime. 
Al di qua degli spalti, sotto casa mia, il piccolo rito sonoro del degrado umano.


(Giallo rosso al tramonto)






venerdì 26 maggio 2017

Carta d'identità


Essere nati, non solo essere nati,
ma anche in una data, proprio in quel giorno
precisamente nati
(Patrizia Cavalli)

Il carosello della piccola bambina paffutella iniziò nel 1966. Anche il mio.


(e vabbè!)

giovedì 25 maggio 2017

My everything


Ho pianto tante lacrime fino
a vederci dentro il mio riflesso.
Era chiaro,
non lo nego, mi manca.
Mi sbagliavo,
tu non sai quello che hai finché non l'hai perso.
Il dolore è solo una conseguenza dell'amore.
Sto dicendo che mi dispiace per il nostro amore.
Lui non era il mio tutto
Finché non eravamo niente
E mi ci vuole tanto per dirlo.
Ora che se n'è andato, il mio cuore sente qualcosa che manca
quindi è tempo di cacciare via l'orgoglio.

Perché tu sei, sei
Sei il mio tutto
("My everything" canzone di Ariana Grande)



Dalla galassia del pop catapultata sugli smartphone di mezzo mondo. Mentre si fanno i compiti, a cena con il cellulare sotto il sedere, le sue fotine su instagram da commentare con faccette innamorate, i testi della canzoni a memoria anche se in inglese vai malissimo, piccole pillole di saggezza da calarsi in cameretta, o da cantare, riprendendosi nei micro video da inviare a manetta su uoazzap. My everything. Testi semplici "mi manchi e "orgoglio ferito" e "senza di te la vita è niente". Certezze piccole. Un "mio tutto" a cui aggrapparsi come a un gancio d'acciaio, resistente in mezzo alla furia del big bang delle emozioni, delle prime esperienze che ti aspettano fuori la tua cameretta.  

Da Manchester alla Libia, base di partenza per i migranti e palestra di kamikaze dell'Isis, una sola canzone.  

So it's time to push my pride away
'Cause you are, you are, you are my everything
You are, you are, you are my everything
I know you’re not far, but I still can't handle all the distance

You're traveling with my heart,

Tu sei, tu sei Sei il mio tutto, per me cantava Ariana sul suo palco (ascolta QUI).
Per me che sono qui con i miei pochi anni e non ci capisco niente. Dai peli sotto le ascelle alla bomba al concerto.

(effetti speciali)







mercoledì 24 maggio 2017

Poesia nelle cose


Corro da voi, con le tasche piene di poesie.
Seleziono: questa poesia vi aiuterà a superare l'esame. 
Eccone una che non è di alcun aiuto,
ma è bella; prendetela.
(...)
E possa la poesia essere per voi
proprio quel numero telefonico nell'universo 
che stavate cercando, e possa essere
per voi la chiave smarrita
del vostro più grande bisogno.
("Trovando poesie per i miei studenti" di Mohja Kahf)


Questa poesia è come se mi fosse arrivata da sola. Come fosse una dedica per il mio compleanno, un messaggio nella bottiglia, come un ciao ciao da lontano.
Nella redazione torinese, ricavata nel retro palco e incasinata di libri e persone, sulla piccola cassettiera in fondo, sotto i resti di una merenda smangiucchiata e mezzo nascosta da fogli e la giacca di qualcuno, una raccolta di poesie dalla copertina azzurra.
"È di qualcuno questo libro? Chi lo ha dimenticato?"
"E-mail da Shahrazad" di Mohja Kahaf, edizione Aguaplano, leggo. Poi lo apro, sfogliandolo un po' a caso, nel trambusto.
È quel numero telefonico nell'universo che continuo a cercare.


(indicazione poetica)


       

martedì 23 maggio 2017

Manchester


La raganella rifugiata
sotto il banano
tremava
(Takarai Kikaku 1661-1707)


Tra le macerie di una serata che doveva essere solo divertente trovo questa foto (clicca QUI) Due orecchie di peluche attaccate a un cerchietto incorniciano occhi sgomenti, lo sbrilluccichio delle strobo finito dentro l'oro delle coperte termiche.  

(in memoriam)