venerdì 6 novembre 2015

Soldi

Al bagno pubblico
qualcuno se n'è andato con i miei zoccoli
fredda è la notte
(Shiki 1867-1902)


Ma se il bagno era pure pubblico, perché si prendono i miei zoccoli?
Shiki mi perdonerà se lo trascino nelle miserie dell'evasione fiscale, del recupero di danaro, nelle differenze, sempre da ribadire, tra cosa pubblica e privato. Su questioni vecchie come il cucco come le tasse da pagare come obbligo anche morale...
Oggi la proposta contro la povertà di Tito Boeri è stata bocciata. L'economista, presidente dell'Inps, ha prodotto sedici articoli in cui pianificava la possibilità di recuperare un reddito minimo di 500 euro per gli over 55 grazie al recupero di denaro da 250mila pensioni e da 4mila vitalizi. Si studieranno aggiustamenti che gratifichino l'elettorato più fluido, gli "indecisi". E va bene.

Ma ripenso con struggente nostalgia a quell'attimo in cui abbiamo sognato la carta di credito obbligatoria per gli importi anche bassi. 


(prendere E lasciare)

giovedì 5 novembre 2015

Vaticano

Sulle ginocchia della mamma
il bimbo batte le mani 
mentre brucia l'incenso
(Issa 1763-1827)



Oggi profumo d'incenso. 
Dove ci troviamo? In una piccola cappella di campagna, in una chiesa di città oppure in un tempio buddista, scintoista? È il profumo di un'austera sinagoga o di una fiorita moschea ad avvolgere questa scenetta familiare di pia devozione che l'haiku suggerisce?
Siamo in Vaticano. Quello Stato dentro quell'altro dove le regole sono le stesse (notizia QUI). Le accuse, gli arresti, il dossier di 33 pagine - come gli anni di quellocomesichiamava - le indagini. La corruzione, i conti svizzeri come le guardie, i soldi riciclati per i soliti, banali attici ristrutturati... Uguale uguale uguale.
Incenso? No. Chanel n.5. 


(Madonna Povertà)

mercoledì 4 novembre 2015

Fiori

E' apparsa una barca da pesca
sospinta dai remi.
Sopra i fiori.
(Sugita Hisajo 1890-1946)



Ero nel dormiveglia stamattina, un orecchio al cuscino e l'altro alla radio ovviamente sintonizzata su Radio3. Tra tutte, colgo la notizia di un avvenimento lontanissimo nello spazio e nel tempo eppure accadeva qui, all'angolo del mondo. 
In Afghanistan hanno lapidato Rokshana, una ragazza di vent'anni promessa dai familiari a qualcuno per un matrimonio combinato, che cercava di fuggire tra le montagne.
La fuga fallisce, viene inseguita e acciuffata. Ieri, ripeto ieri, i talebani l'hanno lapidata fino ad ucciderla, pubblicamente, sulla piazza di Ghor. 
Provo a cercare questo villaggio su Google, la mappa me ne mostra le coordinate geografiche, wikipedia mi dice che il suo nome significa 'montagna' e che conta qualche migliaio di abitanti. Poche cose per qualche casa grigio fango laggiù, in un posto così vicino e così lontano.

Una barca piena di fiori, dice l'haiku. Fiori per le tante persone in fuga dall'inferno e che, cercando vita e amore, trovano la morte. E noi, sulla riva del mare, a pensare se quelli che vediamo riversi sulla battigia, sono profughi o meno.
Rokshana RIP

(Aldilà)

martedì 3 novembre 2015

Colpetti

Notte ventosa
suono di colpetti
sulla porta
(Santoka 1882-1940)



Notte ventosa. Novembrina? Forse qualcuno o qualcosa bussa alla porta. 
Negli haiku il processo artistico è per sottrazione. Si tolgono parole per fare emergere un nucleo segreto e gli spazi bianchi contribuiscono a costruire questa tensione interna.
La poesia racchiude il suo nucleo potente, pesante. 
Quando un lettore incrocia gli occhi di un poeta, di un artista o di uno scrittore, e ne segue lo sguardo cercando di capire dove si andrà a posare, ha qualcosa dell'innamoramento. 

La raccolta "Le giovani parole" di Mariangela Gualtieri l'ho letta subito, appena uscita, velocemente, ma ne scrivo dopo giorni. Ho lasciato decantare le parole, sedimentare alcune immagini poetiche, mi sono presa del tempo approfittando che questo spazio non è luogo di recensioni, né subisce assilli o scadenze. 
Volevo pensarci e ripensarci su. Scrivere di poesia è ad alto rischio. Si assume spesso un tono ieratico, romantico, fioriscono metafore (eccola, la metafora!) come gramigna (paragone "poetico". Aiuto!). 
Allora ho pensato di agire di sottrazione, di prendermi solo un'immagine racchiusa in questa raccolta: "i morti stavano in una scatolina".
Diventa mio il mantra laico della Gualtieri, fatto di aria, di diaframma e voce che nel tempo lei ha continuato a cucirsi addosso restituendo a quelle parole una forma altra, teatrale e intima. Estroflessa e introspettiva insieme. Sento i suoi respiri, colgo la scelta di quella parola, la precisione del suono interno ed esterno.
E anche io, Susanna che segue lo sguardo della Gualtieri, mi scopro in questo mio novembre, tutto mio, al mio tavolino, nella mia stanza, tra le mie cose certe a cercare quel respiro, quel vento fuori la mia porta, quelle parole scelte, i rimandi letterari, il suono poetico. 
E rimango qui aggrappata alla sua scatolina dei morti ora piena della mia tenerezza.


(Suono di colpetti)




lunedì 2 novembre 2015

PPP

E c'è una rosa
di carminio fiammante
- si chiama "Callas"
(Sono Uchida 1924)




Qualcuno-conosce-qualcuno-che-non-ha-mai-conosciuto Pasolini? 
O che non abbia mai scritto un libro su di lui? 
O che non abbia mai pronunciato la frase "Il pasoliniregista è meglio del pasoliniscrittore"?

In mezzo alla folla di vecchi e nuovi pasolinisti pronti all'intervista, ai piedi di una montagna di ricordi più o meno di prima mano, si aggirano molti programmisti radiofonici di mia conoscenza. 
In attesa di leggere un libro di ricette sul menù dell'ultima cena di PPP al "Biondo Tevere", alla montagna di testimonianze aggiungo anche il mio contributo in formato haiku dell'inconsapevole Sono Uchida.
Ecco. Ci mancava.



(Mamma Roma)