martedì 3 novembre 2015

Colpetti

Notte ventosa
suono di colpetti
sulla porta
(Santoka 1882-1940)



Notte ventosa. Novembrina? Forse qualcuno o qualcosa bussa alla porta. 
Negli haiku il processo artistico è per sottrazione. Si tolgono parole per fare emergere un nucleo segreto e gli spazi bianchi contribuiscono a costruire questa tensione interna.
La poesia racchiude il suo nucleo potente, pesante. 
Quando un lettore incrocia gli occhi di un poeta, di un artista o di uno scrittore, e ne segue lo sguardo cercando di capire dove si andrà a posare, ha qualcosa dell'innamoramento. 

La raccolta "Le giovani parole" di Mariangela Gualtieri l'ho letta subito, appena uscita, velocemente, ma ne scrivo dopo giorni. Ho lasciato decantare le parole, sedimentare alcune immagini poetiche, mi sono presa del tempo approfittando che questo spazio non è luogo di recensioni, né subisce assilli o scadenze. 
Volevo pensarci e ripensarci su. Scrivere di poesia è ad alto rischio. Si assume spesso un tono ieratico, romantico, fioriscono metafore (eccola, la metafora!) come gramigna (paragone "poetico". Aiuto!). 
Allora ho pensato di agire di sottrazione, di prendermi solo un'immagine racchiusa in questa raccolta: "i morti stavano in una scatolina".
Diventa mio il mantra laico della Gualtieri, fatto di aria, di diaframma e voce che nel tempo lei ha continuato a cucirsi addosso restituendo a quelle parole una forma altra, teatrale e intima. Estroflessa e introspettiva insieme. Sento i suoi respiri, colgo la scelta di quella parola, la precisione del suono interno ed esterno.
E anche io, Susanna che segue lo sguardo della Gualtieri, mi scopro in questo mio novembre, tutto mio, al mio tavolino, nella mia stanza, tra le mie cose certe a cercare quel respiro, quel vento fuori la mia porta, quelle parole scelte, i rimandi letterari, il suono poetico. 
E rimango qui aggrappata alla sua scatolina dei morti ora piena della mia tenerezza.


(Suono di colpetti)




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