mercoledì 9 gennaio 2019

Prima le donne e bambini


Da me a quell'ombra in bilico tra fiume e mare
solo una striscia di esistenza
in controluce dalla foce.
Quell'uomo.
Rammenda reti, ritinteggia uno scafo.
Cose che io non so fare. Nominarle appena.
Da me a lui nient'altro: una fissità.
Ogni eccedenza andata altrove. O spenta.
("Fissità" di Vittorio Sereni)

Perché "prima donne e bambini", perché? Forse un essere umano vale più di un altro a seconda del genere o dell'anagrafia? Quindi Quell'uomo, che tra l'altro fa pure cose che non so fare, meglio che lo si lasci lì dove sta, che sia uno scoglio, un gommone bucato, una città in fiamme. La società civile ripete il suo motto che fa tanto umano, prima le donne e bambini, prima le donne e bambini prima le donne e bambini prima le donne e bambini, e se lo scrive pure addosso, twittandoselo bene.


(Decreto legge)

2 commenti:

  1. Questa fotografia è emblematica del periodo che stiamo vivendo, in quanto contiene due messaggi l'uno in contraddizione con l'altro. Uno ci da un'indicazione, quindi un messaggio propositivo; l'altro ci intima un divieto, e l'informazione è negativa. Fra questi segni, e segnali, irrazionali e incongrui dovremmo districarci noi oggi: chi può indicare la vera strada?

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  2. Nessuno dimentichi chi propose vagoni differenziati della metro di Milano per gli immigrati.
    "Parole che si ripetono, stesse frasi "ruminate"
    Purtroppo scavano gallerie profonde nella mente di persone che non comprendono il rischio del naufragio della loro anima.

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