lunedì 10 dicembre 2018

Smalto nero


Di brutti pensieri riempivo la stanza
Poi con gli sforzi di una vita intera
Giro l'Italia riempiendo i locali
Mentre questi a casa parlano di Sfera

Non ho mai chiesto niente a nessuno, mai a nessuno
No, lo giuro, mai a nessuno
Dentro questo tran tran, fra', colpo grosso
Tu invece sei sopra a un tapis roulant, corri sul posto

Quindi corri, corri, corri, corri, corri
Parla meno, pensa a farne molti, molti
Quattro in mate', ma ora faccio i conti, conti
Apro conti, fra', divento un conte, con te, wooh
("Tran Tran" di Sfera Ebbasta)

Non penso alla musica del male, istigatrice di chissà che bassi istinti, e questo testo rappresenta una generazione, nulla di più, e le uscite di sicurezza diventano piccole quando la gente diventa calca. Successe in un cinema di Torino, ero ragazzina, ricordo i servizi del tg sulle vittime, sessantaquattro, stavano passando un bel pomeriggio e anche lì le via di fuga non erano adatte a far defluire così tante persone terrorizzate dal fuoco. Mi scioccò.
Di brutti pensieri riempivo la stanza
La cosa inconcepibile è quando la morte ti sorprende mentre ti stai divertendo, un concerto, un film, una partita, una passeggiata sul lungomare al tramonto. Le luci strobo non possono essere la scenografia giusta per morire, arriviamo, se ci riusciamo, a pensare a un ospedale o a una casa bombardata al massimo, ma le luci colorate cosa c'entrano? 
Rimangono i video sul cellulare, i selfie con la felpa giusta, lo smalto nero che lacca unghie piccole.


(ragazzini)







    

1 commento:

  1. C'è una canzone di Sfera Ebbasta, "Ricchi per sempre", che si trova su Youtube cantata da un gruppo rock, i Seveso Casino Palace, che riascoltata oggi sembra proprio l'inno struggente di questa generazione.

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