martedì 9 ottobre 2018

Sogno ricorrente


Svegliatomi da un sogno
trasalisco per il buio -
sera d'autunno.
(Mizuhara Shūōshi 1892-1981)


Sarà il periodo. Sarà che l'ultima immagine che l'iride registra prima di chiudere gli occhi è quella televisiva, la solita, un esponente del governo che digrigna i denti mentre parla. E i toni sprezzanti, l'aggressività, la manovra economica impugnata come un grimaldello. I mercati. Le tabelle con i numeri. I "sovranisti". Buonanotte cara, buonanotte caro. E va in onda l'inconscio.

Stanotte ho sognato che non riuscivo a usare lo smartphone. Le dita sulla tastiera bloccata, non riuscivo a digitare, non beccavo l'icona giusta. Ovviamente la telefonata che dovevo fare mi avrebbe salvata da qualcosa di orribile che, ovviamente, non ricordo.
Trasalisco per il buio
Mi torna in mente mio padre più giovane, mio coetaneo di oggi, che mi spiegava il significato dell'espressione "sogni ricorrenti". Come esempio portava un suo sogno dove lui non riusciva a comporre il numero sulla rotella del telefono, con le dita che scivolavano  e si impicciavano tra quei fori. 
Ero ragazzina, non avevo ancora grandi esempi da fare, lo ascoltavo.
Oggi che sogno le stesse cose che sognava lui penso ai supporti cambiati e alle noste medesime angosce.


(Selfie dell'inconscio)



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