martedì 2 ottobre 2018

Charles Aznavour


Spesso la sventura si rivale
con un'afflizione più grande
(René Char)

Fu con una canzone di Aznavour che scoprii l'afflizione. L'orchestra suonava note tristi, lui interpretava accorato, il filo di barba della mattina, la cravatta allentata sul colletto sbottonato, la giacca appesa all'indice se ne andava su e giù per lo studio televisivo in bianco e nero. Ai buoni e ai cattivi - a dieci anni il mondo lo dividi solo in buoni e cattivi - fu così che aggiunsi la categoria degli afflitti, che magari pure li conoscevo ma non ci avevo mai fatto caso prima di quella canzone lì. Io tra di voi, cantava nel mio salotto Aznavour, con la voce vibrante e l'orgoglio ferito che ad ogni inquadratura gli lampeggiava negli occhi e arrivava fino ai miei di allora, io che iniziavo a capire a malapena qualcosa, a capire che un amore poteva finire. Sostenevo quel suo sguardo e spiavo i miei genitori, che non soffrissero mai così come lui, pregavo. E canticchiavo per darmi un tono.

(Bianco e nero)

Nessun commento:

Posta un commento