Fresco di un passaggio recente
al dubbio di un disguido
risponde il villaggio verticale:
con discorsi di siepi
vaneggianti tra setole e velluti
scricchiolii di porte
appena schiuse rimpalli
d'echi gibigianne cucù.
Sul costone di fronte
un taglio di luce tra le rupi fa
di quattro sassi un'acropoli.
E' a un'ora di marcia
al sole dell'altra provincia
la forma desiderata.
(Villaggio verticale di Vittorio Sereni)
Pier Vincenzo Mengaldo in una introduzione a un testo di Sereni, scrive che l'amico poeta, un giorno, decise di accompagnare lui e sua moglie in giro per i luoghi che gli appartenevano. Luino, il lago Maggiore, le campagne nei dintorni. Sereni guidava in silenzio, ricorda Mengaldo, mentre la toponomastica del poeta sfilava fuori i finestrini. Infine, il laconico terzetto arriva al cimitero di Luino. Il poeta mostra la tomba di famiglia e, con un indimenticabile "gesto breve" dice Mengaldo, indica quello che un giorno diverrà il suo posto. Un cenno per Mengaldo che sa di intimità.
Oggi è la giornata del paesaggio, avrei dovuto scrivere dell'importanza della sua tutela, del mio albero capitozzato, dell'incuria e della raccolta differenziata.
Scrivo invece di amicizia, scrivo di silenzi. E scrivo di un grande poeta come Vittorio Sereni dentro il suo paesaggio che diventa la sua stessa poesia.
(paesaggio familiare) |
"Un grande amico che sorga alto su di me e
RispondiEliminatutto porti me nella sua luce
che largo rida ove io sorrida appena
e forte ami ove io accenni a
invaghirmi."
VITTORIO SERENI
Annunziata