così breve
ai posteri promessi
se almeno sulla carta
le date
di nascita e morte
non fossero unite
da un corto trattino
di vita.
Adesso scherziamo prendendo in giro
la cinghia graduata attorno alla vita
che la fibbia anagrafica svari liberamente
lungo quei stretti margini.
All'oscuro, in quale occhiello
ed a quanti scatti disti
il nostro necrologio.
("Stringi la cinghia" di Valentino Zeichen, 1979)
Nella riunione di redazione di ieri mattina, dicevo di quanto mi aveva colpito un pezzo (QUI) dove si leggeva di alcuni nazisti che, nel tempo, hanno fatto del loro sapere perverso (tortura, armi e tecnologie) una vera e seconda vita alternativa. Come quel Alois Brunner, responsabile dello sterminio di 135mila ebrei e, per questo, formatore, blasonato, di torturatori a Damasco fino al 2001, anno della sua morte.
Il mio pensiero, che è a volte troppo, troppo volatile e si muove per nessi soprattutto durante una riunione di redazione, mi è poi andato alle torture subite da Giulio Regeni - quanti giorni di dolore, dolore fisico vero, per quel povero ragazzo? - e alla puntata che gli dedicheremo il prossimo 25.
Un trattino dice Zeichen, un trattino che qualcuno decide al posto della natura o del destino, e le parole del bizzarro poeta "romano di Fiume" che sanno sempre di brusca durezza (quegli scatti) e un po' di presa per i fondelli. Il mio ricordo in forma di haiku se clicchi QUI.
A decidere di mettere quel corto trattino tra la data di nascita e di morte di Stefano Cucchi non è stata la fame e la sete, non è stato un improvviso attacco epilettico ma, anche qui, qualcuno con un nome e un cognome.
Stefano Cucchi è stato ammazzato.
Otto anni dopo, un verdetto di omicidio preterintenzionale e abuso di autorità (notizia QUI).
(Luce tra la polvere) |
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