giovedì 19 gennaio 2017

Scossa di terremoto

Aspettando il prossimo tuono
incontro per caso
bellissimi occhi
(Saitō Sanki 1900-1962)


Quando la notizia da commentare riguarda eventi sovrumani come una nuova scossa di terremoto non posso, per trovare qualcosa su cui riflettere, che andare a scartabellare tra gli haiku. E' tale, lì dentro, il dominio di sé e la tensione verso un ascolto del mondo, che mi sembra l'unica cosa da leggere in giornate di paura.
E' un momento, è l'attesa trepidante, è lo sguardo dell'altro.

Ieri la prima scossa mi ha sorpreso a casa, la seconda e la terza e la quarta in redazione.
Sono rimasta inebetita per un po', seduta dove mi trovavo, alla scrivania. Poi mi è scattata una strana logorrea da paura, l'aria si è fatta elettrica, avevo bisogno degli altri. Di essere umani, non volevo stare sola. 
Ogni foglia dalla finestra, ogni attaccapanni diventava un sismografo. 
Poi la testa e quello che contiene si è calmata, i pensieri si sedimentavano uno su l'altro, con lentezza, come succede nelle palle di vetro con dentro la neve di porporina, e sono tornata nella mia stanza. 

A chi lo vive tutti i giorni da mesi e che ora è sotto la neve vera, questo piccolo haiku che conta così poco. 


(sotto lo stesso cielo)

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