venerdì 31 luglio 2015

Vota la rana!

Immobile,
la rana contempla
il vagar delle nuvole
(Yosa Buson 1716-1783)


Lo so, lo so, lo so. Non è proprio zen quello che sto per scrivere, ma...

Ma se vi piace il DAILYHAIKU perché non lo votate a questo concorso il cui link, con scheda da compilare, vi appare cliccando qui a destra? Lì, proprio dove vedete la mia prima foto, in alto.
Fino a domenica 23 agosto 2015 è possibile esprimere la candidatura per il #MIA15 e, in base alle segnalazioni ottenute, verranno proposti dieci-candidati-dieci per ogni categoria. 
Metti che ci riesco anche io?
Convogliamo allora i voti nella stessa fascia di preferenze ovvero quella del punto 19 che recita: "miglior sito letterario", qualcuno di voi lo ha già fatto e ancora lo ringrazio. 
Ditelo in giro, condividete, spammate qua e là.
Ovviamente non esiste premio in denaro, solo una possibile gratificazione per questo mio viaggio che ho intrapreso per il secondo anno consecutivo. In cammino giorno dopo giorno, il Dailyhaiku archivia notizie, foto, nessi, dettagli e ovviamente haiku classici che spesso traduco dall'inglese. 
Di zen, a parte il mondo che suggeriscono i versi, questo blog forse non avrà molto, ma la lente di osservazione di un haiku crea riverberi luminosi sulla realtà che stupiscono anche me che li trovo. Sono un po' come la rana che, immobile, contempla. E come non condividere quello che vedo?
Ciao, amici del DAILYHAIKU (e della rana)!


(punto di vista)
  

giovedì 30 luglio 2015

Mela

Luna estiva -
sul tavolo, una mela
marcisce.
(Hōsai 1885-1927)


Caso Azzollini. Con 189 voti contrari l'aula non ha autorizzato la richiesta della procura di Trani sul senatore di NCD accusato di associazione a delinquere (QUI)
Il Pd, consegnando ai poveri elettori la solita immagine bipolare e litigiosa, salva dall'arresto uno dei protagonisti delle mille magagne italiane. Azzollini è accusato di associazione a delinquere, bancarotta fraudolenta (un classico del made in Italy) intorno a una Onlus che si occupa dell’assistenza delle persone con problemi psichiatrici. Per la stessa vicenda sono state arrestate altre persone, comprese due suore. 
Mele marce, sul tavolo. 
Ma non pensavamo tutti che bastava un sospetto, un'ombra, per dover fare un passo indietro da qualsiasi carica istituzionale? E che significato hanno oggi parole come "maggioranza" e "garantismo"?

Nel Paese così governato, dove è possibile tutto e il suo contrario, che va a fuoco a comando e che tollera scioperi bianchi nel settore trasporti, in questo nostro Paese, precisamente a Parma, per un solo posto da infermiere, stamane si sono presentati in settemila.


(Manca l'aria)

Nota.
Sul significato di "garantismo" vi linko quanto scrive Luigi Manconi (QUI)

mercoledì 29 luglio 2015

Femminismi

Solo oggi
desiderando di essere più alta.
Spolverando
(Chyo-Jo 1701-1775)



Chi mi legge sa che del mio lavoro tendo a parlarne poco. Ma questa volta merita proprio. 
Non vi racconterò di un'intervista particolarmente riuscita, di un incontro, di un libro letto o di un autore. Niente di tutto questo. Oggi un puro dietro le quinte.
Veloce notarella introduttiva: questo haiku lo ha scritto una monaca zen. 



Allora, chi segue Fahrenheit sa che recentemente abbiamo avuto ospite Laura Boldrini con un'intervista sul suo libro e sul suo lavoro. 
Appuntamento per la diretta per lo spazio delle 15 quindi veloce controllo sulla situazione all'ingresso (ci mancava anche la grezza che ci dimenticavamo il pass), aria delle grandi occasioni quindi tutti, ma proprio tutti, in modalità seria e professionale. 
Ho iniziato ad ascoltare l'inizio della trasmissione alla radietta che ho sulla scrivania. E' il mio metodo, controllo che tutto vada per il verso giusto ma aspetto che decanti un pochino la tensione, per poi raggiungere finalmente lo studio. Colgo in onda un accenno alla questione dell'urgenza di declinare al femminile cariche e qualifiche, finalmente ricoperte anche da donne, e passare all'uso definitivo di "cancelliera" o "ministra". 
Ascolto le riflessioni sulla questione migranti, su quanto si potrebbe fare di meglio e sui numeri che smentiscono ogni demagogia. Insomma, gli argomenti di Laura Boldrini, cose che conosce molto bene.

"Ministra, cancelliera, chirurga, assessora, sindaca..." bofonchiavo tra me e me. Scendo tre piani e raggiungo lo studio della diretta "ma è così urgente,poi? Un problema alla fine marginale, un non-problema..." 
Sempre rimuginando, raggiungo lo studio. In regia alcune persone dello staff, qualche redattore al telefono per i messaggi e le mail, al di là del vetro Lipperini con la sua ospite.
Faccio capolino, saluto un po' tutti. Mi metto in ascolto vicino alla regista di Fahrenheit.
"Regista" dico scherzando a Benedetta "Tu sei già a posto. Regist-a! Ha già il suono femminile, ora dovrebbero prendersela i maschi'"
"Lascia stare" mi risponde Benedetta, un occhio al vetro, uno al tecnico e orecchie all'amplificatore "Ma lo sai che succede? Che succede qui, eh, in regia!". E, si sposta un po' con la sedia, verso di me, e la assesta in una posizione che le permetta di seguire la diretta, senza distrarre Loredana, e contemporaneamente parlarmi.  
"Mmm..dimmi, dimmi!" bisbiglio.
"Succede spesso, anzi quasi sempre, che quando arrivano gli ospiti della diretta, ospiti uomini parlo, ecco, prima di andare in onda, succede che sostino in regia." 
E fin qui, penso io, tutto normale.
"Io rimango alla consolle" continua "e sento che chiacchierano con qualcuno dei redattori sul divanetto. La maggior parte delle volte intuisco che si sono già incontrati, insomma che si conoscono. Battute, cordialità, pacche sulla spalla. Ammiccamenti, chiacchiere su premistrega, ultimi libri letti o recensiti, cose così. E poi sai che succede, Susanna? Arriva il momento che devono entrare in studio per essere intervistati, quello annunciato dalla musica per intendersi. E allora faccio loro cenno che ci siamo e li precedo in studio. Li presento al conduttore, indico loro il microfono e la postazione adatta. E in quel preciso istante, non prima, eh? non a Carlo o a Giosuè, bada bene, ma a me e solo a me, l'inevitabile: «Scusa, mi porteresti un bicchiere d'acqua? »"

Sgrano gli occhi. Benedetta, come sempre mite e ferma (doti essenziali per il suo lavoro alla regia) mi sorride. 
Quanto ci vorrà a sradicare tutto questo? 
E parliamo di intellettuali, di crema della società, di persone che pensano di combattere per i diritti, e li combattono, e che sono e si dichiarano pubblicamente per la parità.


Sui migranti non avevo dubbi, Laura Boldrini mi ha sempre convinta. Ovviamente sulla battaglia ministra/cancelliera, sulla sua importanza, sul suo senso e sulla sua profondità, ho cambiato totalmente opinione.
Saluto Benedetta, ringrazio la presidentessa e mi rifaccio i miei tre piani verso la redazione.
Chi è l'ospite di domani? E' tempo di spolver... pensarci!


(quota rosa)







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martedì 28 luglio 2015

Nebbia

Nebbia o fumo?
Questo giorno comincia
nascondendo la stazione
(Kaneko Tōta 1919)



Gioco mentalmente a ricordare a casaccio i nomi delle stazioni della metropolitana romana: Cinecittà, Battistini, Tiburtina, Termini, Numidio Quadrato, Re di Roma, Furio Camillo, Lepanto, Ostiense e poi Rebibbia, Eur Magliana... nomi che sanno di scrittori, di imperi, di fiumi, di cinema, di battaglie, di galere. Di archeologia e modernità.
Linea A e Linea B. Il rosso che si confonde con il blu, andare su o andare giù, sinistra, poi girare a destra. Scalini, uscite, suonatori ambulanti. Sbuffi di calore che si alternano a quelli umani, sudore che si mischia agli sfiati. 
Le capitali si misurano sul funzionamento dei trasporti e le nazioni sono rappresentate dalle loro capitali.

Oggi Ignazio Marino annuncerà il nuovo staff che governerà la mia adorata città che recentemente si è "guadagnata" la prima pagina del New York Times. 

Pensiero: mi sembra un uomo solo questo sindaco che paga, sempre da solo, anni di malaffare e degrado. Il suo gradimento? Misurato più con criteri televisivi che sui fatti. Mi sta simpatico? Pollice recto. Mi sta antipatico? Pollice verso. Non è certo un battutaro, Ignazio Marino ma a noi ce piasce scherzà. Sì è onesto, però che pppalle! E pure 'ste pedonalizzazioni...

La cittadinanza romana, intanto, sta svalvolando. C'è chi fa le foto a marciapiedi rotti ricoperti dal pattume e le invia compulsivamente ai quotidiani, chi fa campagne contro il traffico dopo esserla presa, mesi fa, con una panda rossa (clicca QUI). C'è chi propone un pendolare nel cda dell'Atac, chi organizza un "Ramazza day" per pulire la città, chi un sit-in per questo o per quello, chi posta su FB Romasparita e Romacom'è, chi (la maggioranza) pensa di poter fare il sindaco meglio di un chirurgo.  

Nebbia o fumo? 
Fino a quando per l'italiano medio l'idea di controllo sarà sinonimo di gestapo e fino a quando esisteranno persone che per non essere soggette, appunto, al controllo, nel caso specifico un badge, armano questo caos travestendolo da battaglia per i diritti del lavoratore (QUI), mi chiedo, ma dove, dove crediamo di andare? 
Scendo alla prossima.  


(Verso il fondo)








lunedì 27 luglio 2015

Anni

Volano i fiori 
in cielo - ho cinquant'anni
son forse triste?
(Momoko Kuroda 1938)



Kuroda, poetessa della quotidianità e dei sentimenti, con i suoi haiku "ferma" il tempo. Haijin dei ciliegi, come è stata soprannominata questa poetessa di haiku (leggi QUI), ha difatti seguito quel cammino che secoli prima fu di Bashō sulle tracce degli alberi di ciliegio. I fiori sakura, osservati in stagioni diverse, offrono a Kuroda l'ispirazione per analizzare la caducità del tempo, il suo scorrere e il nostro cambiare. Attraverso haiku che fotografano e cristallizzano istanti, i petali dei fiori di ciliegio di Kuroda ci parlano degli anni che passano e che non tornano più.




Coetanea di Kuroda è Annie Ernaux, scrittrice francese che un anno fa ho scoperto con "Il posto", è l'autrice di questo "Gli anni" edito sempre da L'Orma.
Se la sua scrittura, in quanto a sobrietà e nitidezza, aveva un elemento zen che ritrovavo in quella sottrazione stilistica che mi hanno immediatamente folgorata, ne "Gli anni", questo suo sguardo semplicemente fisso sulle cose, questo suo inesorabile cercare "un posto" nel mondo, diventano qualcosa di nuovo. 
"Gli anni" di Annie Ernaux è un libro-istallazione. È un poetico, lancinante tentativo di mettere ordine nel caos per poter ricordare, per sottrarre alle tenaglie dell'oblio le cose vissute e passate. Le cose finite e morte.
Con meticolosità ed efferatezza rare anche Ernaux, come la sua collega dei ciliegi, tenta di raccogliere istanti per offrirli al lettore uno per uno, come fossero fogli sparsi di un calendario che ora appositamente ricostruisce.
L'espediente narrativo è l'alternanza della descrizione di una vecchia foto, che sembra che le capiti quasi per caso tra le mani, come estratta da un mucchio disordinato, all'elencazione degli episodi storici e micro storici che "vivevano" intorno a quella stessa foto. 
Un elenco freddo, lungo, preciso. Fatti, date, persone e avvenimenti sono lo sfondo di Annie Ernaux bambina, adolescente, vecchia. Una donna che guarda l'obiettivo e che si guarda. E si guarda mentre si mette in posa per chi la guarderà. 
E che riesce anche ad allargare il campo ampliando la visuale per noi. 
Vedete lettori? C'è il suo piccolo mondo, con le sue aspirazioni e con le sue frustrazioni, poi la società, poi c'è la Storia. Un infinito gioco di specchi.
Come solo gli artisti riescono a fare Ernaux, nella sua istallazione-romanzo offre una visione e un sentire universali. Quello che descrive mi appartiene anche se non le sono vicina per esperienze o per generazione, tutta quella vita che respira e palpita intorno a quelle foto, è anche mia. 
Volano fiori come volano gli anni, io li osservo. Ed è struggente e meraviglioso insieme.