mercoledì 29 luglio 2015

Femminismi

Solo oggi
desiderando di essere più alta.
Spolverando
(Chyo-Jo 1701-1775)



Chi mi legge sa che del mio lavoro tendo a parlarne poco. Ma questa volta merita proprio. 
Non vi racconterò di un'intervista particolarmente riuscita, di un incontro, di un libro letto o di un autore. Niente di tutto questo. Oggi un puro dietro le quinte.
Veloce notarella introduttiva: questo haiku lo ha scritto una monaca zen. 



Allora, chi segue Fahrenheit sa che recentemente abbiamo avuto ospite Laura Boldrini con un'intervista sul suo libro e sul suo lavoro. 
Appuntamento per la diretta per lo spazio delle 15 quindi veloce controllo sulla situazione all'ingresso (ci mancava anche la grezza che ci dimenticavamo il pass), aria delle grandi occasioni quindi tutti, ma proprio tutti, in modalità seria e professionale. 
Ho iniziato ad ascoltare l'inizio della trasmissione alla radietta che ho sulla scrivania. E' il mio metodo, controllo che tutto vada per il verso giusto ma aspetto che decanti un pochino la tensione, per poi raggiungere finalmente lo studio. Colgo in onda un accenno alla questione dell'urgenza di declinare al femminile cariche e qualifiche, finalmente ricoperte anche da donne, e passare all'uso definitivo di "cancelliera" o "ministra". 
Ascolto le riflessioni sulla questione migranti, su quanto si potrebbe fare di meglio e sui numeri che smentiscono ogni demagogia. Insomma, gli argomenti di Laura Boldrini, cose che conosce molto bene.

"Ministra, cancelliera, chirurga, assessora, sindaca..." bofonchiavo tra me e me. Scendo tre piani e raggiungo lo studio della diretta "ma è così urgente,poi? Un problema alla fine marginale, un non-problema..." 
Sempre rimuginando, raggiungo lo studio. In regia alcune persone dello staff, qualche redattore al telefono per i messaggi e le mail, al di là del vetro Lipperini con la sua ospite.
Faccio capolino, saluto un po' tutti. Mi metto in ascolto vicino alla regista di Fahrenheit.
"Regista" dico scherzando a Benedetta "Tu sei già a posto. Regist-a! Ha già il suono femminile, ora dovrebbero prendersela i maschi'"
"Lascia stare" mi risponde Benedetta, un occhio al vetro, uno al tecnico e orecchie all'amplificatore "Ma lo sai che succede? Che succede qui, eh, in regia!". E, si sposta un po' con la sedia, verso di me, e la assesta in una posizione che le permetta di seguire la diretta, senza distrarre Loredana, e contemporaneamente parlarmi.  
"Mmm..dimmi, dimmi!" bisbiglio.
"Succede spesso, anzi quasi sempre, che quando arrivano gli ospiti della diretta, ospiti uomini parlo, ecco, prima di andare in onda, succede che sostino in regia." 
E fin qui, penso io, tutto normale.
"Io rimango alla consolle" continua "e sento che chiacchierano con qualcuno dei redattori sul divanetto. La maggior parte delle volte intuisco che si sono già incontrati, insomma che si conoscono. Battute, cordialità, pacche sulla spalla. Ammiccamenti, chiacchiere su premistrega, ultimi libri letti o recensiti, cose così. E poi sai che succede, Susanna? Arriva il momento che devono entrare in studio per essere intervistati, quello annunciato dalla musica per intendersi. E allora faccio loro cenno che ci siamo e li precedo in studio. Li presento al conduttore, indico loro il microfono e la postazione adatta. E in quel preciso istante, non prima, eh? non a Carlo o a Giosuè, bada bene, ma a me e solo a me, l'inevitabile: «Scusa, mi porteresti un bicchiere d'acqua? »"

Sgrano gli occhi. Benedetta, come sempre mite e ferma (doti essenziali per il suo lavoro alla regia) mi sorride. 
Quanto ci vorrà a sradicare tutto questo? 
E parliamo di intellettuali, di crema della società, di persone che pensano di combattere per i diritti, e li combattono, e che sono e si dichiarano pubblicamente per la parità.


Sui migranti non avevo dubbi, Laura Boldrini mi ha sempre convinta. Ovviamente sulla battaglia ministra/cancelliera, sulla sua importanza, sul suo senso e sulla sua profondità, ho cambiato totalmente opinione.
Saluto Benedetta, ringrazio la presidentessa e mi rifaccio i miei tre piani verso la redazione.
Chi è l'ospite di domani? E' tempo di spolver... pensarci!


(quota rosa)







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