domenica 20 giugno 2021

“Viaggiatore” voglio essere chiamato



“Viaggiatore” voglio essere chiamato
ora che cade
il primo scroscio di stagione
(Bashō 1644-1694)

Sono di nuovo a Fiumicino. È passato quanto, dall’ultima volta, non mi ricordo. 
Il parcheggio deserto restituisce all'aeroporto il suo disegno flessuoso, una struttura che non avevo mai notato prima, all’interno poche persone; anche quel basso continuo di voci in sottofondo è sparito, quel rumore di gomma non si sente più.
I controlli li sbrigo in un attimo. Sono quella con il trolley blu che procede tra le vetrine spente e le serrande abbassate. Per la prima volta tocco il tempo che vivo. Per la prima volta capisco il virus, ci sono dentro, nell'universo scoppiato e altamente igienizzato che sto attraversando.
Dal fondo una musica, una canzone qualsiasi, Zucchero, “come il sole all'improvviso” dicevano le parole, e un signore che la suona al piano. Allora ringrazio il genio che si è inventato il
pianoforte nelle sale d'attesa, e continuo a vagare nel mio samsarā da canzonetta.

                                                                (Come il sole all’improvviso)



giovedì 17 giugno 2021

Non un segno


Il canto delle cicale
non da’ segno 
del loro vicino morire
(Bashō 1644-1694)


Non sono un inquirente, non investigo e non ho bisogno di capire la cosiddetta dinamica dei fatti, non mi interessa. E quindi vorrei serbare la sacralità della morte, e sottrarre alle visualizzazioni gli ultimi istanti di vita e consegnare quel non visto al buco nero che è l’animo di ognuno. Proteggere la morte, sì vorrei proteggerla.

                                                                               (OFF)




martedì 1 giugno 2021

In bilico su giugno



Cinquanta volte giugno,
e sarei io l’anello?
L’anello è lui, questo tempo elicoidale
che torna su se stesso
sempre uguale e uguale mai,
mio giugno, anello solstiziale
di sangue, di nozze, di addio,
eterna vigilia di quella vacanza
che infine giungerà pura
nudissima luce definitiva,
mio sabato dell’anno, rompendo
finalmente l’anello sisifale.
(Valerio Magrelli, da “Il sangue amaro”

Valerio Magrelli in un mese della sua vita, in bilico, come capita a noi che guardiamo avanti e indietro cercando equilibrio nel tempo elicoidale che segna solo la poesia. È il rovello di questi giorni di caute uscite dal nido, equilibrio da cercare dentro la polpa acre delle nespole sull’albero condominiale. 

                                                                          (quasi estate)


venerdì 21 maggio 2021

Il barbiere che conosce la calma



Vasi di fiori
ben allineati
presso il barbiere
(Shiki 1867-1902)

Come ogni mattina, per costruire la puntata di Fahrenheit di oggi, sfoglio i giornali cercando lo spunto, la suggestione per un dialogo possibile, la notizia da rovesciare, la risposta da trasformare in domanda. Fubini ronza in sottofondo dentro la radio sempre accesa, moka bollente e biscotti sono con me.
C’è un barbiere che a Rovereto dedica tempo a tagliare i capelli agli autistici, è il ragazzone dall’aria simpatica che vedo fotografato sulla poltrona del suo negozio. Christian Plotegher riceve, in un tempo dedicato, bambini e ragazzi che hanno bisogno di uno shampo fatto con cura o di un taglio che sappia di calma. Non esiste fretta nel suo negozio, solo un tempo dedicato dove non esistono scatti o musica assordante. I clienti arrivano in negozio accompagnati da genitori che vorrei abbracciare, lì trovano un’ora di quiete. Mentre inzuppo il biscotto, mentre la giornata incomincia a rombare dietro la finestra, assaporo quella pace ricavata e la faccio mia.

                                                                          (Un posticino)