mercoledì 19 maggio 2021

La musica di Battiato


La musica contemporanea, mi butta giù

L'impero della musica è giunto fino a noi

Carico di menzogne

Mandiamoli in pensione i direttori artistici

Gli addetti alla cultura

E non è colpa mia se esistono spettacoli

Con fumi e raggi laser

Se le pedane sono piene

Di scemi che si muovono

Up patriots to arms, engagez-vous

La musica contemporanea, mi butta giù

Mi butta giù

Up patriots to arms, engagez-vous

(Up patriots to arms, Franco Battiato)


Mi butta giù il sottofondo a queste nostre vite. E ne ho rappresentazione visibile in una prima pagina a caso, che apro sull’attualità, questa mattina.

Nelle orecchie ancora la voce di Battiato che risuona dagli altoparlanti dei media, riscopro suggestioni dimenticate, torno indietro di anni, decenni, e ripenso a quella sua figura elegante, aristocratica. La camicia abbottonata fino al collo, da emigrato nel mondo, il codino prima delle mode sulla magrezza ascetica e quella timidezza durante le interviste. 

Negli occhi il neonato di Ceuta - crocevia culturale, confine da attraversare da decenni che solo la musica oltrepassa incolume - tra le braccia di un soldato che si è buttato in mare per salvarlo.

E nel mare navighiamo, senza capire nulla di quello che ci accade intorno. 

La musica contemporanea, mi butta giù.


                                                                             (E ti vengo a cercare)

                                                               





sabato 15 maggio 2021

Ballata per Edoardo Sanguineti


Quando ci penso, che il tempo è passato,
le vecchie madri che ci hanno portato,
poi le ragazze, che furono amore,
e poi le mogli e le figlie e le nuore,
femmina penso, se penso una gioia:
pensarci il maschio, ci penso la noia.
Quando ci penso, che il tempo è venuto,
la partigiana che qui ha combattuto,
quella colpita, ferita una volta,
e quella morta, che abbiamo sepolta,
femmina penso, se penso la pace:
pensarci il maschio, pensare non piace.
Quando ci penso, che il tempo ritorna,
che arriva il giorno che il giorno raggiorna,
penso che è culla una pancia di donna,
e casa è pancia che tiene una gonna,
e pancia è cassa, che viene al finire,
che arriva il giorno che si va a dormire.
Perché la donna non è cielo, è terra
carne di terra che non vuole guerra:
è questa terra, che io fui seminato,
vita ho vissuto che dentro ho piantato,
qui cerco il caldo che il cuore ci sente,
la lunga notte che divento niente.
Femmina penso, se penso l’umano
la mia compagna, ti prendo per mano.
(Ballata delle donne, di Edoardo Sanguineti)

Giuro. Stanotte ho sognato che Edoardo Sanguineti mi inviava un bigliettino colorato, una piccola opera d’arte che, dormendo, rimiravo tra le mani, un invito collage con due figurine allegre ritagliate. Nel sogno sapevo che erano i Sanguineti, marito e moglie, che mi invitavano alla festa del loro anniversario. Che bello, penso nel sogno, e siccome nel sogno si vola, in un baleno mi ritrovo in una casa piena di luce e finestre, gente che balla e scherza coi bicchieri in mano. Il poeta mi rivolge una battuta allegra e io rido. Poi non so come sia andata a finire quella serata meravigliosa senza mascherine, così piena di musica, nei sogni spesso va così, non si sa come vada a finire la faccenda, dove vada. E da dove venga. 
(Ho conosciuto personalmente il grande poeta col profilo a spicchio di luna. La sua voce è incastonata nel mio cervello, i suoi schiocchi, la lingua sul palato, e quelle parole precise come lame che facevano luccicare tutto quello che diceva.)
Mi sveglio e penso e rido di me: un sogno da curatrice di Fahrenheit. 
E da chi ama la vita.

                                                                (“Mikrokosmos”)

mercoledì 5 maggio 2021

Luana D’Orazio


Cade la rugiada
in questo mondo
sono inutile
(Issa 1763-1827)

Si può morire a 22 anni dentro l’ingranaggio del macchinario per fare le stoffe. Guardo la foto di Luana D’Orazio su internet, sembra tratta dal suo profilo, una bellissima ragazza bionda che non ha mai “influenzato” nessuno.
Dentro un ingranaggio cade la rugiada.

                                                                             (In-sicurezza)





sabato 1 maggio 2021

Buon Primo Maggio


La notte di primavera
giunge a termine, il giorno nasce
sui ciliegi!
(Bashō 1644-1694)

Buon Primo Maggio a tutti i lavoratori. Ma ne ho uno speciale, in forma di haiku, per i riders sulle bici, lo zaino termico sulle spalle con il logo, i catarifrangenti che baluginano nel buio, e per ogni maratoneta di Amazon inseguito, dalla mattina alla sera, da consegne con codici a barre.
Un haiku di Bashō il samurai, il poeta ninja fulmineo nel passo e nei versi, che riusciva a vedere la luce tra i rami nonostante tutto.
                                                                        
(Rosso Primo Maggio)
                    




 

martedì 20 aprile 2021

La non mamma


Una libellula 
sul cappello.
Cammino
(Santōka 1882 -1940)

In un tempo abbastanza lontano qualcuno mi badava, preparava alle cinque la merenda e la frittatina per la cena. Mi rimboccava le coperte e spegneva la luce.

Oggi che mi faccio tutte queste cose da sola, e non ho figli, e giro il mondo, guardo i capelli fatti di nulla dei bambini, le loro guance di gommapiuma, i passetti coraggiosissimi di gambette tonde di pannolini. Immagino pappe e macchie, tenerezze e pasta fissan. Gli odorini di buono, di camerette colorate dove volano farfalline appese al soffitto, giocare a "maestra" o a "cucinare" o a "negozietto". 
E penso a quel tempo.
Oggi che sudo, imparo, preparo una cena e spendo soldi veri, oggi che la mia camera è diventata stanza, ho imparato a consolarmi del mio essere figlia mia. E ci ho scritto su.