sabato 19 ottobre 2019

Si sentiva un pianto

Si sentiva un pianto, una fanciulla piangeva
o una donna, da qualche parte ma dove?
si sentivano i singhiozzi e un lamento fievole
(o forse era un bambino?)
ma da dove veniva questo pianto? Appoggiando
l'orecchio ai muri, non si riusciva a capire,
forse da fuori, dalla strada, ma fuori,
non c'era nessuno, la via era deserta
e anche nella casa c'ero solo io
e quel pianto continuava
ora per poco taceva
ora poi riprendeva, ora più forte, più piano
ora, ora non si sentiva niente
e solo le lacrime cadevano
forse solo loro scendevano sulle guance
da occhi arrossati, forse un po' gonfi,
occhi che adesso s'erano forse chiusi
ma ancora un po' di lacrime si vedevano tra le ciglia
che un poco ancora tremavano
(da "Endimione" di Claudio Damiani)


È un po' che non scrivo qui. Le scuse: il poco tempo, la fretta, il mio libro, le presentazioni, il lavoro, le cose che accadono... Eppure so che in fondo non è così, se lo è, lo è solo in parte. A volte mi sembra così fragile quest'appuntamento, una poesia per una notizia, troppo fragile. Ho appena chiuso il libro di poesie di Claudio Damiani, un libretto magro, chiaro, la foto in copertina, con il poeta che sonnecchia mentre il cane vigila, racconta di un momento bello, calmo, di un momento perfetto. Un libretto minuscolo che se lo infilo nella libreria quando lo ritrovo! meglio lasciarlo in vista che ogni tanto mi servirà recuperare quell'andamento delicato, stupito. Quella sua tenerezza. Quella cura.
Ho visto una pubblicità in tv, era di una cosa tecnologica che se applicata mette in sicurezza i tuoi device, qualcosa, un dispositivo, un'entità astratta in grado di proteggere i tuoi dati. Si mostravano immagini bellissime, calde e familiari, tutto il contrario dell'idea fredda di tecnologia, la potenzialità di quel dispositivo veniva raccomandata con il calore tutto umano di un papà che evita al figlietto un capitombolo e allora cade al suo posto, sotto di lui, o lo slancio protettivo di un allenatore per il suo allievo che sbaglia una parata e attraverso altri gesti così belli che non ricordo più il nome del prodotto tanto mi catturavano. La cura per gli altri, la tua sicurezza, diceva la tv. 

ma da dove veniva questo pianto? Appoggiando
l'orecchio ai muri, non si riusciva a capire,
forse da fuori, dalla strada, ma fuori,
non c'era nessuno, la via era deserta

Un ragazzino curdo ha ustioni per il settanta per cento del corpo, quegli occhi mi perseguitano da questa mattina e l'infermiera - nella didascalia della foto sul giornale, si diceva: "infermiera di ventuno anni" - l'infermiera guardava nell'obiettivo, sbigottita, forse mi cercava, e sembra molto più giovane, anzi sembrava proprio piccola, una bambina piccolissima che regge una flebo. E quella madre, ritrovata abbracciata al suo bambino. Un ultimo slancio protettivo prima del mare, una maternità eterna. 
La cura per gli altri, la tua sicurezza, diceva la tv.


(Umanità)




venerdì 11 ottobre 2019

Nobel


Il canto della durata è una poesia d'amore.
Parla di un amore al primo sguardo
seguito da numerosi altri primi sguardi.
E questo amore
ha la sua durata non in qualche atto,
ma piuttosto in un prima e in un dopo,
dove per il diverso senso del tempo di quando si ama,
il prima era anche un dopo
e il dopo anche un prima.
(Dal "Canto della durata" di Peter Handke)

Un poemetto sul concetto di durata, l'entità che permette a ciò che viviamo di non sfocarsi.
L'andirivieni nel tempo in forma romanzo.
Questa mattina mi sento un poco più felice, so che il Nobel è tra le mani di due compagni di vita. La nostra. 





martedì 8 ottobre 2019

Ottobre, i grilli


Voci umane!
Tornano per questa strada -
tramonto d'autunno
(Bashō 1644-1683)

Ottobre è un mese che mi dispiace finisca. Ma a volte lo acchiappo, capita la sera, non sempre, solo certe volte riesco a trattenerlo un po' quando, tornando a casa su quelle strade romane tra campagna e cemento, sento frinire ancora qualche grillo. Ottobre tiepido e fresco, che imbrunisce sulle case quando non te ne accorgi. 
Ancora qualche serata di quelle con la lanterna appesa in giardino, gli amici che chiacchierano, i miei genitori che si baciano.

(ottobre)


lunedì 7 ottobre 2019

Come un falco


Siedo sul tetto del bosco, a occhi chiusi.
Inazione, nessun sogno falsificatore
tra l’uncino della mia testa e quelli delle mie zampe:
oppure nel sonno ripeto stragi perfette e mangio.
La comodità degli alberi alti!
La forza ascensionale dell’aria e i raggi del sole
sono a mio vantaggio;
e la faccia della terra arrovesciata si lascia ispezionare da me.
Le mie zampe serrano la ruvida corteccia.
Ci è voluta tutta intera la Creazione
per produrre questa zampa, ciascuna delle mie penne:
e ora stringo la Creazione tra le zampe
o volo in alto, e la rigiro tutta piano piano –
uccido dove mi va perché è tutta mia.
Non conosce sofisticherie il mio corpo:
staccare teste è il mio stile –
distribuire morte.
Perché l’unica traiettoria del mio volo passa diretta
per le ossa dei viventi.
Il mio diritto trascende ogni argomentazione:

il sole è dietro di me.
Niente è cambiato da quando ho cominciato.
Il mio occhio non ha permesso cambiamenti.
Intendo mantenere tutto così.
("Il falco appollaiato" di Ted Hughes)

Ma come non la conosci? Non conosci la youtuber autrice del libro che sbancaaa??? Mi fa la libraia sistemando le dieci sedie per l'incontro successivo, il mio. Pensa che un collega, aggiunge allineando l'ultima alla fila che aveva creato in un punto della libreria fino a un minuto prima zona di passaggio ora adibito a spazio incontro con autore, accanto alla scala che porta su, tanta era la gente che voleva comprare il libro che lui, quel genio del mio collega, si è inventato all'istante un buono-prenotazione autografato dall'autrice!!! Il neon del faretto illumina la bottiglietta d'acqua sul tavolo al centro, accanto al microfono, e mi guarda, la bottiglietta, imbarazzata dalla sua stessa plastica quasi quanto lo sono io, così fuori moda entrambe. .. Incredibile, dico. Incredibile, penso. E la agguanto, la tracanno e la appallottolo facendola gracchiare, nel silenzio raggelante che circonda la scena.

La comodità degli alberi alti!
La forza ascensionale dell’aria e i raggi del sole
sono a mio vantaggio



(roba vecchia)

martedì 1 ottobre 2019

Santōka nell'aria



Splendente trasparenza
nel sole:
il mio cibo riso bollito
(Santōka 1882-1940)


E così Santōka è arrivato a Radio3! Dopo anni passati dentro la mia testa, a quattro dal libro chei ho dedicato al poeta giapponese, gli haiku di San Tō Ka, di Alta Cima Fiammeggiante, per qualche minuto ogni giorno usciranno dalla radio che faccio. E si mischiano all'aria, si poggiano sulle nostre cose e forse ci faranno fermare un momento a pensarci su.
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(un po' Santōka)