o una donna, da qualche parte ma dove?
si sentivano i singhiozzi e un lamento fievole
(o forse era un bambino?)
ma da dove veniva questo pianto? Appoggiando
l'orecchio ai muri, non si riusciva a capire,
forse da fuori, dalla strada, ma fuori,
non c'era nessuno, la via era deserta
e anche nella casa c'ero solo io
e quel pianto continuava
ora per poco taceva
ora poi riprendeva, ora più forte, più piano
ora, ora non si sentiva niente
e solo le lacrime cadevano
forse solo loro scendevano sulle guance
da occhi arrossati, forse un po' gonfi,
occhi che adesso s'erano forse chiusi
ma ancora un po' di lacrime si vedevano tra le ciglia
che un poco ancora tremavano
(da "Endimione" di Claudio Damiani)
È un po' che non scrivo qui. Le scuse: il poco tempo, la fretta, il mio libro, le presentazioni, il lavoro, le cose che accadono... Eppure so che in fondo non è così, se lo è, lo è solo in parte. A volte mi sembra così fragile quest'appuntamento, una poesia per una notizia, troppo fragile. Ho appena chiuso il libro di poesie di Claudio Damiani, un libretto magro, chiaro, la foto in copertina, con il poeta che sonnecchia mentre il cane vigila, racconta di un momento bello, calmo, di un momento perfetto. Un libretto minuscolo che se lo infilo nella libreria quando lo ritrovo! meglio lasciarlo in vista che ogni tanto mi servirà recuperare quell'andamento delicato, stupito. Quella sua tenerezza. Quella cura.
Ho visto una pubblicità in tv, era di una cosa tecnologica che se applicata mette in sicurezza i tuoi device, qualcosa, un dispositivo, un'entità astratta in grado di proteggere i tuoi dati. Si mostravano immagini bellissime, calde e familiari, tutto il contrario dell'idea fredda di tecnologia, la potenzialità di quel dispositivo veniva raccomandata con il calore tutto umano di un papà che evita al figlietto un capitombolo e allora cade al suo posto, sotto di lui, o lo slancio protettivo di un allenatore per il suo allievo che sbaglia una parata e attraverso altri gesti così belli che non ricordo più il nome del prodotto tanto mi catturavano. La cura per gli altri, la tua sicurezza, diceva la tv.
ma da dove veniva questo pianto? Appoggiando
l'orecchio ai muri, non si riusciva a capire,
forse da fuori, dalla strada, ma fuori,
non c'era nessuno, la via era deserta
Un ragazzino curdo ha ustioni per il settanta per cento del corpo, quegli occhi mi perseguitano da questa mattina e l'infermiera - nella didascalia della foto sul giornale, si diceva: "infermiera di ventuno anni" - l'infermiera guardava nell'obiettivo, sbigottita, forse mi cercava, e sembra molto più giovane, anzi sembrava proprio piccola, una bambina piccolissima che regge una flebo. E quella madre, ritrovata abbracciata al suo bambino. Un ultimo slancio protettivo prima del mare, una maternità eterna.
La cura per gli altri, la tua sicurezza, diceva la tv.
(Umanità) |
Tre giorni al Kum "l'oriLLgine della vita"
RispondiEliminaSono all'evento_Parole fulmine_ Monica Carestia _ psicoterapeuta e psicoanalista volontaria APE associazione psicogica dell'emergenza
I bambini raccontano il sisma nascevil libro" ci vorrebbe tanta colla" la risposta di un bambino
La Carestia presenta il lavoro poetico di Chandra Livia Candiani nelle scuole della periferia milanese svolto con i bambini migranti, rom , italiani
Un libro prezioso "Ma dove sono le parole" leggo ogni giorno le poesie scritte da questi bambini
Ne scelgo una Luo', dieci anni
La neve congela
Comevil fruscio del vento
Fa paura
La paura uccide
Il cielo è tenerezza
Il mare
Rosso come il sangue
L'albero
Gigante come un palazzo
L'onda cammina
Come una persona
Il freddo
Come una pozzanghera sporca
L'auto
Come il vento che corre
La terra
È il mio cuore
Una poesia per una poesia è troppo fragile?
No cara Susanna
Le parole quando sono belle sorridono. Giosef,dieci anni
L'evento di Daniela Lucangeli
RispondiEliminaConoscenza e passione per il suo lavoro
Quante emozioni e umanità mi ha trasmesso!